LA SFIDA DELL'ADOZIONE
cronaca di una terapia riuscita di Luigi Cancrini
©
2020 Raffaello Cortina Editore
ISBN 978-88-3285-165-6
Pag. 198 € 19,00
Questo manuale è stato
scritto soprattutto per studenti di psicologia e di psicoterapia.
Sulla quarta di copertina troviamo scritto: Come dare risposte
efficaci alle difficoltà di una famiglia adottiva.
Pertanto,
uscendo dallo schema degli studenti, dei terapeuti e dei didatti,
possiamo asserire che questo saggio possa essere utile anche alle
famiglie che hanno pensato di adottare dei bambini o dei ragazzi.
Lo
affermo con sicurezza perché, presentandoci la storia di una
famiglia con problemi che elencherò qui di seguito, ci si addentra
in una lettura che richiede sì attenzione, ma che è alla portata di
tutti. Il dr.Cancrini non adopera una terminologia medica ostica ai
più; ma si fa ben comprendere anche da chi è a digiuno della
materia.
Inoltre,
basta vedere come è studiato il libro: troviamo il suo modo di
operare, cioè con tutta la famiglia coinvolta. Riporta il dialogo
che, anni fa, ha registrato. Vediamo il suo atteggiamento, la sua
interpretazione. Quindi segue una spiegazione di quanto sta accadendo
e di come si sia approcciato, senza nascondere, anni dopo, anche i
suoi dubbi. Perché in quel caso avrebbe potuto reagire in modo
diverso; oppure avrebbe potuto evitare di dire alla famiglia che
anche lui è un padre adottante, perché, di solito, il terapeuta non
deve mai parlare di sé e della sua vita privata.
Infine
troviamo il commento di Martina Fossati, colei che lo ha aiutato a
trascrivere i nastri e ha seguito, con questo metodo a distanza, la
terapia, imparando a sua volta alcuni metodi.
Ma
vediamo nello specifico di chi si è occupato questo saggio: troviamo
la famiglia composta da mamma e papà (non sono mai riportati i loro
nomi), che in Ucraina hanno adottato Maria e Aleksey. I due bambini,
ora adolescenti, erano stati messi in un istituto, dopo vari
spostamenti, in uno dei quali i due fratelli erano stati divisi,
cagionando loro un grande dolore.
Il
padre è violento e beve, la madre fa la prostituta per guadagnarsi
da vivere. I due fratelli vengono portati via dalla famiglia alla
quale viene levata la patria potestà.
I due
genitori adottivi si rivolgono a degli esperti, uno dei quali è il
dr. Cancrini, perché Aleksey ha manie suicide, si taglia, dice un
sacco di bugie, a volte fugge.
Ecco
che il lavoro del terapeuta entra in gioco in maniera importante: si
nota proprio il suo lavoro che prevede che lui non solo abbia a che
fare con la famiglia odierna; ma deve tenere conto anche e
soprattutto di quella naturale.
Subito
si nota come i bambini provino rabbia per l'abusante, il padre
naturale; ma anche per chi sa e non ha fatto nulla per salvarli,
ossia la madre naturale.
Il
compito del terapeuta, in questo caso, è quello di far fare loro
pace col passato, col vissuto. Affinché possano proseguire la loro
vita nella nuova famiglia, con serenità.
“Tutti
i genitori hanno paura, ma quando i figli sono adottivi questa è
ancora più grande perché c'è una responsabilità maggiore”.
Scrive il dottore.
Nomina
diversi psicoterapeuti del passato, ma essenzialmente di rifà a
Freud: “La grande scoperta di Freud, è quella che ci ha
permesso di considerare le esperienze traumatiche dell'infanzia,
rimosse e custodite nell'inconscio, come la causa lontana del
disturbo accusato dal paziente adulto”.
Cancrini
si pone come facilitatore della comunicazione fra i membri della
famiglia. Da una parte aiuta mamma e papà con le loro difficoltà a
comprendere i comportamenti dei due ragazzi; dall'altra sprona i due
ragazzi con domande e commenti alle loro risposte.
Spesso
chi viene adottato prova sensi di colpa nei confronti di chi non ha
avuto la sua stessa fortuna.
Troviamo
una bellissima frase: “Amare e abbracciare quello che l'altro è,
anche il suo passato”. Perché, quando un figlio arriva già
grande, da una situazione spesso traumatica, non è giusto fare
tabula rasa del vissuto. Va capito, ascoltato, custodito. È
comunque parte di ciò che l'individuo è.
Dopo
diversi anni di terapia troviamo la famiglia con nuove prospettive:
Maria ha voluto fare la parrucchiera e studia danza. Aleksey voleva
diventare psicologo, alla fine ha scelto di lavorare nel campo delle
attività sociali.
I
genitori hanno potuto ridedicarsi a tempo pieno al loro lavoro, dopo
essersi impegnati tanto a favore dei figli.
La
famiglia che qui si è costruita è davvero un esempio che non è
facile trovare, nemmeno nelle situazioni che potremmo definire
“normali”, cioè con figli naturali.
Innanzitutto,
mamma e papà sono stati così intelligenti e sensibili da rivolgersi
a qualcuno e a chiedere aiuto. Questo non accade così spesso.
Perciò
il primo plauso va assolutamente a loro.
In
secondo luogo, i due ragazzi, hanno saputo mediare fra la vita di
prima e quella odierna, capendo che avevano avuto la grande fortuna
di trovare una famiglia dove poter essere felici.
In
terzo luogo, il lavoro del terapeuta è stato essenziale, fatto con
sensibilità e delicatezza d'animo, tanto da essere considerato, alla
fine, uno di famiglia.
I due
ragazzi, coi genitori, chiudono le pagine del saggio dopo aver preso
la decisione di voler tornare in Ucraina, per poter camminare e
respirare, e saggiare, quanto avevano vissuto nei loro primi sette
anni di vita.
All'inizio
del libro troviamo la prefazione di Francesco Vadilonga. In fondo le
riflessioni conclusive, dove viene spiegata anche la situazione
iniziale di Aleksey, cioè il disturbo bordeline di personalità.
Inoltre c'è l'elenco di tutti i riferimenti che troviamo lungo le
pagine, con le loro note esplicative.
Aggiungerei
una piccola nota sulla copertina: dove spicca una casetta fatta coi
mattoncini di legno, mancante di un lato, ma completa di fondamenta e
di tetto. Ritengo sia esplicativa in modo davvero geniale di quanto
andremo a leggere. La famiglia vista come casa, solida, ma priva di
un lato, cioè di quel vissuto che manca da inserire nel nuovo
contesto. Chiedo venia se ho dato una interpretazione errata, ma è
quanto mi ha comunicato spronando la mia fantasia!
©
Miriam Ballerini
fonte
https://oubliettemagazine.com/2020/08/20/la-sfida-delladozione-di-luigi-cancrini-cronaca-di-una-terapia-riuscita/