27 aprile 2010

Libri: "Lievitare, parole di grano e d'acqua" di Geltrude Antonazzo

Parole da leggere, respirare e vivere. Lievitare nel petto, dove custodiamo l’umanità. Riscoprire piccole pratiche, semplici incontri quotidiani.
Ritrovarsi, attorno a un tè color tramonto o nel tramonto di una giornata o della vita, in un tempo calmo e lento.
E riscoprire il piacere di conversare, di comunicare.
Esercitare la pratica dell’ascolto, questo conta. Lievitare, ascoltando cosa cela il nostro petto e quello altrui.
Lievitare, tendendo l’orecchio verso le piccole e grandi cose che hanno reso e rendono ancora magnifica la persona umana.
Sorridersi, questo conta davvero, lievitando.
Nelle migliori librerie o direttamente dal sito dell'editore.
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Fonte: Albus edizioni www.albusedizioni.it

18 aprile 2010

Libri: "Eccovi Mosca" di Dmitrij Prigov

ISBN 978-88-88700-94-6

Un viaggio onirico in una Mosca fantasmagorica, catastrofica, appassionata e appassionante, raccontato dalla penna magica di un moscovita purosangue.Una fluida successione di memorie in cui si fondono frizzante umorismo e ricercato sarcasmo. Ogni immagine ne evoca un’altra e tutto si mescola: discorsi di strada, film americani, fumetti, leggende metropolitane, mitologia, vecchie barzellette e mille altre cose ancora. Un magma linguistico incandescente a cui il lettore, dopo il primo momenti di esitazione, non può fare altro che abbandonarsi.
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Edizioni Voland.
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Fonte: Sabina Melesi - Lecco - www.galleriamelesi.it

09 aprile 2010

"Itinearai della destra cattolica", il volume di Piero Vassallo presentato a Roma, Palazzo Sora, il 15 aprile

Un’impressionante sequela di abbagli e malintesi ha allontanato i cattolici dalla loro naturale posizione politica e la destra dalla sua naturale radice cattolica. Di conseguenza la recente storia italiana narra le disavventure di due partiti tormentati dall’aspirazione a diventare il proprio contrario: la DC di Jacques Maritain e il MSI di Julius Evola. Il cattolicesimo politico inteso alla paradossale imitazione dell’avversario laico e progressista e il movimento postfascista rovesciato nell’avversione alle proprie radici spirituali. Rosy Bindi e Gianfranco Fini sono i perfetti interpreti di due scelte antipatiche, che – alla fine – si ritrovano nella reciproca simpatia per l’assenza di un vero disegno politico.Nel presente saggio, Piero Vassallo tenta di risalire ai pensieri che hanno trascinato democristiani e postfascisti nella commedia degli scambi insensati. E nella ricerca fa intravedere i pregiudizi da abbattere per aprire la strada di una destra finalmente affrancata dall’incuboso desiderio di diventare altro.

Piero Vassallo

ITINERARI DELLA DESTRA CATTOLICA
Edizioni Solfanelli

presentazione del volume:
Giovedì 15 aprile, ore 16:30
Aula Magna di Palazzo Sora
Corso Vittorio Emanuele, 217
Roma
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Fonte: Ufficio stampa Edizioni Solfanelli

05 aprile 2010

Storia greca: la cittadinanza

Nota enciclopedica Il ruolo del cittadino greco in età classica è centrale poiché all'epoca non esistevano diritti individuali, solo la comunità aveva un senso; nonostante questo non è semplice dare una definizione precisa. Secondo Aristotele cittadino è colui che partecipa al potere giudiziario ed alle magistrature; si tratta tuttavia di una definizione molto limitante, secondo la quale il 'cittadino' è cosa rara e che quindi apre molti interrogativi sull'effettivo livello di partecipazione in quella che è considerata la culla della democrazia.
Poiché nella Grecia del tempo non esistevano moderni documenti di identificazione, il riconoscimento dell'appartenenza alla comunità avveniva in maniera rituale, attraverso l'accoglimento dell'aspirante cittadino in due istituzioni caratteristiche: il demo e la fratria.
Il demo era un organismo essenzialmente fondato su legami di parentela e la presentazione allo stesso avveniva automaticamente al compimento del diciottesimo anno di età. Il fatto curioso è che l'ammissione avveniva per votazione su figli maschi di cittadini ateniesi: il voto riguardava non solo la verifica della condizione libera e della nascita legittima dei giovani, bensì veniva espresso anche un giudizio (ad occhio e, soprattutto, senza appello) sull'età degli aspiranti. Un giovane giudicato immaturo veniva quindi respinto senza problemi, anche se si poteva presumere che la sua età anagrafica fosse adeguata.
Il lexiarchikòn grammateíon era il registro del demo dove venivano scritti i nomi dei cittadini maggiorenni, il quale era sottoposto al superiore giudizio della boulé cittadina, proprio a testimonianza dell'importanza di queste procedure. Esisteva poi un registro nel quale venivano iscritti i nomi di coloro che non potevano, invece, partecipare all'assemblea del demo.
Diverse e differenziate erano inoltre le norme riguardanti le fratrie, che erano istituzioni di carattere eminentemente sacrale. In questo caso una prima presentazione al gruppo avveniva alla nascita da parte del padre, il quale dichiarava sotto giuramento di avere avuto un figlio legittimo. Successivamente, nel periodo immediatamente precedente all'entrata del ragazzo nell'età adulta, ed in occasione della grande festività ateniese delle Apaturie, il ragazzo veniva materialmente presentato alla fratria e, dopo aver offerto i suoi capelli tagliati ad Artemide, offriva alla comunità un pasto sacro, divenendo parte integrante del gruppo.
Le fratrie avevano un fratriarca ed un sacerdote (le due magistrature elette alle Apaturie) e svolgevano nella comunità il ruolo di istituzioni religiose, poiché si occupavano del culto degli dèi tutelari, diversi da comunità a comunità, benché sempre facenti riferimento a Zeus.
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Autore: A. di Biase
Fonte: G. Poma - "Le istituzioni politiche della Grecia in età classica" - Edizioni Il Mulino
Fonte iconografica:
http://www.ilsapere.it/
Rev. 01--02-13 Adb

02 aprile 2010

"La mia vita dentro" di Luigi Morsello

LA MIA VITA DENTRO Le memorie di un direttore di carcere di Luigi Morsello.

© Infinito edizioni 2010 ISBN 978-88-89602-93-5 Pag. 203 € 14,00

La mia vita dentro è un testo interessante perché scritto da una persona che ha fatto trentasei anni in carcere, dal 1969 al 2005. Stando dentro da incolpevole, da direttore, eppure recluso.
Luigi Morsello, ispettore generale dell’amministrazione penitenziaria, è stato direttore di 7 case di reclusione, 1 istituto minorile e, come funzionario dirigente, in altre 22 carceri italiane.
È un libro ricco di particolari, visti da chi li ha osservati vivendo in mezzo ai detenuti, alle guardie carcerarie; da chi ha avuto a che fare con politici e ordini dei vari superiori, non sempre accettabili.
Ciò che colpisce di quest’uomo e del suo percorso lavorativo è la sua umanità e semplicità. Anche quando parla dei detenuti, anche di carcerati “eccellenti” quali Gianni Guido o dei mafiosi, o brigatisti; non accenna mai, nemmeno in minima parte a un qualsivoglia giudizio.
È scritto in maniera semplice, a volte saltando da un periodo temporale all’altro, dando proprio l’impressione che insegua i suoi ricordi e rendendolo così, ancora più sincero.
Ho apprezzato molto questo libro, essenzialmente perché anche io, per scrivere un mio romanzo, sono entrata in un carcere e ritengo che le persone, fuori, abbiano bisogno di essere messe al corrente dell’umanità che sta dentro, rinchiusa, ma che appartiene pur sempre a delle persone.
Dice Morsello: “Ciò che le persone erano nella vita libera non ha alcuna rilevanza sul come devono essere detenuti dopo l’arresto: è questa coscienza che sembra essere stata smarrita. Un detenuto, imputato, condannato o internato, è prima di tutto un uomo”.
Non posso che sottoscrivere appieno quanto detto da Morsello, forse, questa, è la “lezione” più difficile da far comprendere a chi pensa che il peccato appartenga solo agli altri.
Nel libro troviamo, oltre ai suoi ricordi prettamente carcerari, altri episodi molto personali, quali la depressione e un tentativo di suicidio, che non fanno altro che farci avvicinare ancora di più all’uomo, il quale ci appare persona comune e vicina.
“ C’è chi conta le pecore per addormentarsi. Un direttore di carcere vede sfilare nei suoi ricordi facce, storie, divise, sbarre, manette, agenti e detenuti. Soprattutto detenuti. Come fosse una galleria di ritratti. Una mostra del passato”.
Consiglio vivamente di ripercorrere insieme a questo direttore esemplare la sua personale galleria di ricordi.

© Miriam Ballerini

ADDIO AL PATTO DI STABILITA’ STUPIDO di Antonio Laurenzano

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