18 aprile 2011

"Egloga civile" di Pino Pisicchio


“ECLOGA CIVILE”, L’OTIUM DI PINO PISICCHIO
di Antonio V. Gelormini



Un grappolo di datteri che addolcisce l’arsura nel deserto screpolato delle parole senza senso. Gocce di rugiada che rinfrescano l’opprimente silenzio di un’assenza dilagante del pensiero. Che, svanito o smarrito, ci rende orfani moderni di un padre antico.
Sono i versi di “Ecloga civile” che Pino Pisicchio, per i tipi della Levante Editori – Bari, ha “scelto” per il suo ritorno all’otium, quale pratica quotidiana del coltivare l’attività nobile del pensiero nella contemplazione della verità, per quanto amara possa rivelarsi, e nella perseverante ricerca della bellezza in genere.
Un invito raffinato a perseguire il più rivoluzionario dei gesti civili: pensare. Affinché secondo l’esortazione estrema di W. Churchill: “si pervenga ad una vittoria, attraverso il lungo e pervicace cammino di ciascuno”, utile ed indispensabile alla sopravvivenza comunitaria di ognuno.
In tempi di disuso dell’anatema scomunicante, la difesa dall’oltraggio e dalla prepotente vacuità del dialogo torna nella forza incidente della parola, e nello sguardo bucolico del pensiero innocente.
Lo stesso esercizio della ricerca diventa palestra di una narrazione ermetica ed essenziale, che nella dimensione poetica si fa riflessione suggestiva. Per cui la speranza, ne sono convinto, non potrà essere rappresentata dall’Isaurico provvidenziale alla guida di una rivolta, quanto dalla consapevolezza diffusa di un sentimento comune, che si fa moderna rivoluzione democratica.
I versi di Pisicchio, allora, diventano sfavillanti granelli di sale. Catalizzatori, sotto il sole meridiano, di un processo di disintossicazione, da intendersi nell’accezione storica di Plinio il Vecchio, quando suggeriva l’antidoto all’avvelenamento, che in questo caso potremmo definire da esagerata mediocrità. Una dose intensiva di lettura, da assumere quindi, con certosina posologia, “cum grano salis”!







15 aprile 2011

Stranieri di passaggio di Simone Pozzi

Stranieri di passaggio

 di Simone Pozzi



                   

La vita si presenta a te come un foglio bianco. Sei tu a decidere come e se riempirlo; sì esatto… dico bene! Proprio tu. Non lasciare questa opportunità ad altri.
Apri il varco, e lascia uscire il Sole intorno a te.
Da una continua lotta tra il bene e il male, scaturisce uno sprazzo di positività e purezza, attraverso il diario di una soave ragazza ispirata dall’Angelo protagonista di questa storia.
È proprio il diario il centro di questo testo, con le sue molteplici indicazioni su come trovare la libertà, la via che porta oltre ogni condizionamento umano che vuole essere un testamento scritto dall’autore sulla scia delle teorie gnostiche della chiesa catara.
Simone Pozzi, Sin dall’infanzia la vita di Simone Pozzi è stata contrassegnata da visioni ed esperienze mistiche. In costante ricerca di sé e della Verità, si è ritirato per diversi mesi in un eremo del Veronese, ha vissuto per un anno in un monastero benedettino e frequentato centri religiosi, appartenenti a varie tradizioni, in Europa come in Asia. Oggi è alla guida dell’Associazione Confessionale Chiesa Catara, allo scopo di riportare in auge la spiritualità gnostica.

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Stranieri di passaggio

Titolo: Stranieri di passaggio


Autore: Simone Pozzi


Prezzo: euro 11,00


Pagine: 206


Isbn: 978-88-96099-45-2


Anno: 2011


Genere: Romanzo


Collana: Narrando


Nelle migliori librerie, anche on-line, o dal nostro sito: www.albusedizioni.it

Cristianofobia di Fabio Bernabei

Fabio Bernabei (a cura)
CRISTIANOFOBIA
Edizioni Solfanelli


La persecuzione dei cattolici, anche nelle democrazie evolute, in cui il concetto di neutralità religiosa applicato allo Stato sta diventando un pronunciamento filosofico antireligioso, impone una seria riflessione.
Limiti e divieti, infatti, per l´educazione religiosa dei figli, per l´esposizione del Crocifisso, per la predicazione del Vangelo vengono imposti con sempre maggiore frequenza.
Il Centro Culturale Lepanto ha organizzato a Roma, il 20 settembre 2010. il convegno internazionale "Quale libertà di apostolato per i cattolici oggi?", nel quale alcuni dei maggiori esperti hanno approfondito il tema: l´avvocato James Bogle, presidente del Catholic Union of Great Britain (UK), il giornalista e professore Ulf Silfverling (Svezia), Sophia Kuby, direttore dell' European Dignity Watch (Belgio), il presidente della Laogai Foundation, Toni Brandi e l´avvocato bioeticista Gianfranco Amato.
Dai loro contributi nasce quest'antologia curata e introdotta da Fabio Bernabei.

Fabio Bernabei (a cura)
CRISTIANOFOBIA
Atti del convegno
“Quale libertà di apostolato per i cattolici oggi?”
del Centro Culturale Lepanto
Roma, 20 settembre 2010
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-724-6]
Pagg. 96 - € 10,00

12 aprile 2011

Volontariato e associazionismo

VOLONTARIATO & ASSOCIAZIONISMO

2011, “ Anno europeo del Volontariato”
La risposta all’individualismo per la promozione sociale
di Antonio Laurenzano


“Volontari, facciamo la differenza!”: è questo lo slogan scelto dall’Unione Europea per proclamare il 2011 “Anno europeo del volontariato”. Ma in una fase storica di crisi etica, sociale e culturale è ancora possibile educare alla solidarietà e alla promozione sociale?
“Il volontariato è una delle dimensioni fondamentali della cittadinanza e della democrazia, nella quale assumono forma concreta valori europei quali la solidarietà e la non discriminazione e in tal senso contribuirà allo sviluppo armonioso delle società europee”. Con questa motivazione il Consiglio europeo di Bruxelles ha inteso proporre alla comunità internazionale il riconoscimento dell’attività di volontariato e il suo valore umanitario nella consapevolezza che il “terzo settore”, e il variegato mondo dell’associazionismo a esso collegato, rappresenta un pilastro importante nella promozione del benessere sociale. In Europa almeno 3 cittadini su 10, ben oltre 100 milioni di persone, secondo i dati forniti da Eurobarometro, fanno volontariato in vari settori (solidarietà, arte e cultura, ambiente, sostegno umanitario, ma anche sport) e l’80% di loro afferma che la partecipazione attiva nella società è parte fondamentale della loro vita.
I volontari, nella loro eterogeneità, rispecchiano la diversità dell’Europa sociale poiché sono coinvolte persone di tutte le età, donne e uomini, persone aventi background etnici e religiosi diversi. Espressione di partecipazione civile per lo sviluppo equilibrato della società e il rafforzamento della coesione sociale. E’ rilevante il valore, anche economico, del volontariato, soprattutto se rapportato a quelle aree di intervento, in primis l’assistenza socio-sanitaria, dove è carente la presenza dello Stato. E’ la risposta vincente a un inquietante individualismo per l’affermazione di un nuovo modello di welfare.
Cento milioni di persone al servizio degli altri, impegnate con azioni di cittadinanza attiva in grado di aumentare la solidarietà sociale. Un numero importante destinato a crescere nel corso dell’anno grazie anche al contributo dell’Ue di otto milioni di euro, suddivisi tra enti locali, regionali e nazionali, finalizzato a favorire le azioni di volontariato con strumenti nuovi e una maggiore visibilità sul territorio. Grande rilevanza sarà riservata agli studi di ricerca e alla diffusione dei relativi risultati, mentre incontri sotto forma di evento provvederanno a creare momenti di scambi virtuosi in merito a esperienze vissute sul campo.
Obiettivo di fondo: suscitare una presa di coscienza collettiva a livello europeo, sensibilizzare l’opinione pubblica e mettere in rete la solidarietà per rimuovere egoismi (privati) e ritardi (pubblici). L’ auspicio dell’Unione europea è che “le associazioni di servizio, le imprese e i governi possano lavorare insieme per realizzare un habitat che permetta al volontariato di rafforzarsi”. Facilitare cioè il lavoro dei volontari e incoraggiare altri ad impegnarsi al loro fianco per costruire legami sociali forti e duraturi, per far crescere il volontariato, ridurne la frammentazione e migliorarne la qualità. E’ questa la strada tracciata per promuovere risposte creative ed efficaci ai bisogni dei più deboli e contribuire alla promozione umana della persona, nella speranza di costruire un mondo migliore e più sicuro.
Di fronte al disinteresse del mercato ad occuparsi di sociale, di fronte alla riduzione di risorse pubbliche, dietro il paravento della “sussidiarietà”, associazionismo e volontariato rappresentano l’architrave imprescindibile di un nuovo sistema di relazioni sociali.

04 aprile 2011

Miriam Ballerini: nuova soddisfazione letteraria

MIRIAM BALLERINI: NUOVA SODDISFAZIONE LETTERARIA



Ormai tutti conoscono la scrittrice di Appiano Gentile Miriam Ballerini. Molta acqua è passata sotto i ponti da quando ha pubblicato il suo primo libro, nell'anno 2002, “Il giardino dei maggiolini”. Da allora ne ha stampati molti altri, quasi uno all'anno. L'ultimo suo testo, “Fiori di serra”, ha raccolto molti riconoscimenti. Tra questi ricordiamo il premio letterario internazionale “Europa” edizione 2009 e quello assegnato dal “Premio letterario” della città di Fucecchio. Ora è giunta notizia di un suo nuovo successo. Il romanzo “La casa degli specchi”, pubblicato nel 2004, ha vinto un premio letterario europeo. Questo libro, dove viene raccontata la disperazione di chi soffre di patologie psichiatriche, la loro emarginazione e il senso di solitudine che li opprime, era stato molto apprezzato dalla professoressa Giovanna Dattoli, insegnante dell' Istituto “Magistri Cumacini” di Como.
Apprezzato talmente tanto che il testo venne scelto dagli alunni per l'esame di maturità. Diamo quindi merito all' insegnante di aver compreso il valore di questo romanzo ancor prima della giuria del premio europeo.
“La casa degli specchi” descrive la vita che si conduce all' interno di una casa psichiatrica. La trama si sviluppa attorno alla figura della protagonista, ripercorre le vicende e le delusioni che l' hanno portata in quel luogo. In questa realtà Miriam sa far emergere la vera essenza dell' umanità, attraverso i rapporti “veri” che nascono tra le ospiti e le persone che vi lavorano. Narra di richezza interiore, quella che il dolore ha plasmato in loro.
Per Miriam scrivere ha da sempre significato condividere le esperienze degli altri.
I temi sono trattati con un tocco leggero. La sua è compassione, non è falso pietismo, è la condivisione di un dolore. Lancia appelli, sintetici ed efficaci, per il recupero di questa umanità emerginata e chiede con forza il rispetto della loro dignità.


Appiano Gentile, 3 aprile 2011


Maria Chiara Sibilia

01 aprile 2011

Barolo, il re d'Italia a New York

BAROLO, IL RE D’ITALIA A NEW YORK

Un Ceretto Cannubi 2003 Gran Ciambellano dell’evento
di Antonio V. Gelormini










Non si è ancora spenta l’eco delle note suggestive del violino Stradivari 1721, che il maestro Lorin Maazel ha voluto affidare all’archetto talentuoso di Francesco D’Orazio, per la prima esecuzione concertata dell’Humoreske di Ottorino Respighi con l’Orchestra Lirico Sinfonica del Teatro Petruzzelli, in occasione dell’inaugurazione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, presso l’Ambasciata italiana negli Stati Uniti a Washington, che altri ambasciatori a New York diventano protagonisti ancora di una serata ricca di emozioni e sensazioni, all’insegna del buon gusto, dell’eccellenza e della “unicità” italiana.
Le credenziali questa volta sono altamente nobiliari, perché in uno dei templi newyorkesi della degustazione italiana, al Del Posto Restaurant sulla 10th Ave., alla corte dell’eminenza enologa di Robert Parker e della sua rivista The Wine Advocate, con un cerimoniale affidato ad Antonio Galloni, l’ospite è nientemeno che il Re dei vini italiani. Il Re dei re. Sua Maestà il Barolo.
Quindici produttori piemontesi e quindici etichette, diventate dei veri e propri blasoni, per un vino dalla struttura superba, elegante, complessa nei gusti e nei profumi. Un vino niente affatto “facile”. Da bere con rispetto, tra pochi amici, talvolta anche in solitudine, per potergli dedicare tutta l’attenzione possibile. Un bouquet di casate rinomate, per il lustro donato alle liste dei vini più esclusive e raffinate, per rendere unica questa serata oltreoceano dedicata al Barolo.
Nella degustazione pomeridiana l’Azienda Vitivinicola Ceretto presenterà ai palati americani il Barolo Bricco Rocche Bricco Rocche del 2007, mentre per la Cena di Gala (che vedrà schierati i Barolo più pregiati di ciascun produttore), la famiglia Ceretto proporrà in anteprima “la perla” della produzione di un impero vitivinicolo di oltre 120 ettari tra Langhe e Roero: la prima bottiglia del Barolo Cannubi 2003. Un Barolo che verrà commercializzato dal 2013, dopo un invecchiamento di 10 anni.
Un vino prezioso proveniente dal mitico vigneto Cannubi (l’Azienda Ceretto ne possiede 3.000 mq.), quello situato nei pressi del Castello di Barolo e scelto dalla Marchesa Colbert di Maulévrier iniziatrice, con il Conte di Cavour, di un’attività leggendaria, che dopo l’Unità donerà all’Italia anche il più prestigioso dei suoi vini.
Tutto esaurito per entrambi gli appuntamenti, nonostante l’impegnativa quota di partecipazione per i cultori americani a cinque stelle: 200 $ per la degustazione pomeridiana e 700 $ per la Cena di Gala al New York City’s Del Posto Restaurant.
Significativo che ambedue gli eventi allunghino radici identitarie nella peculiare artigianalità del legno del Vecchio Continente. Quella nobile e raffinata dei liutai italiani d’inizio Settecento e quella austera, solida e corposa dei mastri bottai d’epoca Risorgimentale. Arte certosina per scrigni adatti a conservare a lungo la maturità di una qualità senza tempo. La stessa racchiusa in quei medesimi caratteri, che fanno del Barolo il vino più nobile d’Italia.






(gelormini@katamail.com)



ADDIO AL PATTO DI STABILITA’ STUPIDO di Antonio Laurenzano

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