27 febbraio 2017

LOTTA ALL’EVASIONE, IL FISCO CAMBIA di Antonio Laurenzano



LOTTA ALL’EVASIONE, IL FISCO CAMBIA



di Antonio Laurenzano

Lotta all’evasione, un botto da 19 miliardi, quasi il 30% in più sul 2015! Un record per il Fisco quello registrato lo scorso anno. Lo ha commentato con particolare enfasi il direttore dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi nel corso di una conferenza stampa al Ministero dell’Economia: “un risultato senza precedenti”. Un risultato favorito per 4,1 miliardi dalla procedura dei rientri dei capitali dall’estero con la”voluntary disclosure”, per 6,4 miliardi dall’attività di controllo, per 4,6 miliardi dalla riscossione coattiva di Equitalia, per 3,4 miliardi dai versamenti diretti e per 0,5 miliardi da versamenti spontanei da adeguamento.
Ed è proprio su quest’ultimo “incoraggiante introito nelle casse dello Stato” che si è focalizzato l’intervento del direttore delle Entrate per confermare la nuova strategia di un Fisco aperto al dialogo verso i contribuenti. Secondo Rossella Orlandi la “tax compliance sta funzionando sempre più”. Funziona cioè il nuovo approccio di un sistema che, abbandonato il metodo poliziesco del passato con i “blitz degli scontrini”, sta creando condizioni migliori nel difficile rapporto con il contribuente. Implementare una seria azione di contrasto all’evasione attraverso un “Fisco dialogante” è il nuovo corso dell’Amministrazione finanziaria per promuovere, nello spirito di una proficua collaborazione, l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari. Punto centrale della “tax compliance” è proprio la condivisione delle informazioni con il contribuente, al quale viene data la possibilità di consultare tutti i dati e gli elementi in possesso dell’Agenzia sulla propria posizione tributaria. Una lettera di adesione per regolarizzare l’errore o l’omissione attraverso il “ravvedimento operoso” e l’eventuale pagamento delle imposte, prima di un formale avviso di accertamento, con maggiori sanzioni e interessi.
Non sono delle …. lettere d’amore quelle che l’Agenzia invia al contribuente, ma “segnalazioni” di irregolarità fiscali, una specie di campanello d’allarme per prevenire “il rischio di operare in violazione di norme di natura fiscale o in contrasto con i principi o con le finalità dell’ordinamento tributario”. Trasparenza e collaborazione dunque per cancellare reciproche diffidenze, ridurre l’incertezza fiscale e accreditare una nuova immagine del Fisco, meno vessatorio e più aperto all’ascolto e al dialogo. Sono queste le buone intenzioni dei vertici dell’Agenzia delle Entrate che non sempre trovano entusiasmo e … adesione da parte degli uffici territoriali, “forse più resistenti al cambiamento e alle aperture di credito verso i contribuenti”. Non è facile archiviare la lunga stagione del desolante dialogo fra sordi con il relativo contenzioso tributario spesso alimentato da pretestuose motivazioni di diritto e di merito. Ne è consapevole il direttore delle Entrate Orlando che sul punto afferma: “Il cammino del cambiamento è più difficile in taluni casi e in alcune aree del Paese dove c’è un’età media più alta e far cambiare modalità di lavoro e approccio con i comportamenti è meno agevole. C’è una cultura da modificare che richiede una presa di responsabilità da parte dei capi ufficio e dei capi team. Ci aspetta un lavoro non facile.”
Ancora tanti ostacoli sulla strada del Fisco dal volto nuovo: problemi interpretativi, contraddizioni operative e scorie burocratiche accompagnano quotidianamente contribuenti e operatori. Interventi spot per … “cambiare tutto per non cambiare niente”! Permangono numerosi adempimenti resi superflui dalle nuove tecnologie ai quali se ne aggiungono altri, ancor più fastidiosi: quest’anno l’obbligo trimestrale di invio telematico dei dati relativi alle liquidazioni IVA periodiche nonché la modifica da annuale a trimestrale della periodicità della comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute. Un ginepraio di operazioni e di scadenze che non facilitano certamente l’auspicata semplificazione e con essa l’atteso salto di qualità dell’Agenzia nel contrasto all’evasione. Ne peggiorano anzi la credibilità della strategia complessiva perché se da un lato si sollecita la raccolta di informazioni per le proprie banche dati dall’altro si continua l’attività di accertamento con strumenti di verifica anacronistici, spesso condotta senza il preventivo contraddittorio con il contribuente.
Nel successo della “compliance” per un rapporto con il contribuente trasparente e collaborativo e nella volontà del Legislatore di eliminare la zavorra di adempimenti per una reale semplificazione è racchiuso il futuro del Fisco. Se l’obiettivo infatti è dialogare in un’ottica di “compliance”, fiducia significa anche servizi moderni, semplicità, meno burocrazia e più qualità.


17 febbraio 2017

Corso base di PC/Internet a Lonate Pozzolo (VA)

La Biblioteca di Lonate Pozzolo, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario “A. Panizzi” di Gallarate, organizza un corso di base di PC/Internet.
Il corso è rivolto a tutti coloro che desiderano acquisire le conoscenze fondamentali per l’utilizzo del personal computer, in modo semplice e fortemente orientato alla pratica, per imparare ad usarlo e trasformarlo in uno strumento utile e di facile uso quotidiano. Durante le lezioni, ogni iscritto potrà utilizzare un pc portatile con installato Windows 7 e Microsoft Office fornito dalla biblioteca.

PROGRAMMA:
  1. Vocabolario essenziale per iniziare ad usare il computer (file, desktop, etc...);
  2. Impariamo a conoscere il computer (unità input ed output etc...);
  3. Come accendere e spegnere il computer;
  4. Iniziare ad usare un elaboratore di testi (Microsoft Office, Word), creazione e gestione file.
  5. Creare una cartella nella propria memoria di massa e salvare in essa un file con nome;
  6. Esercitazione word;
  7. Collegamenti ipertestuali;
  8. Gestione di file/cartelle da dischi (cd -rom, hard-disk esterni, etc...).
  9. Uso del cestino;
  10. Primi approcci con internet;
  11. Scaricare files da Internet;
  12. La posta elettronica;
  13. Installare un software da Internet;
  14. Ripasso generale e test finale.
N.B.
Il programma del corso potrà subire modifiche in base alle esigenze degli iscritti.
SEDE E ORARI. Biblioteca Comunale di Lonate Pozzolo
ORARI: Saranno organizzate 2 edizioni del corso, una serale dalle 19,00 alle 21,00, in un giorno della settimana da definire, l’altra al sabato mattina.
Ogni edizione del corso sarà attivata al raggiungimento di un n. minimo di 7 partecipanti.
Posti limitati
Buona disponibilità di parcheggi auto nelle vicinanze della Biblioteca
DURATA E COSTI: 8 incontri, costo comprensivo delle fotocopie € 120,00
PER INFORMAZIONI
Biblioteca Popolare Comunale – via Cavour 21 21015 Lonate Pozzolo – tel. 0331-303620 0331-303620

Biblioteca.comunale@lonatepozzolo.gov.it

15 febbraio 2017

LA STRAGE PARTIGIANA DI MATERA di Giuseppe Domenico Nigro

LA STRAGE PARTIGIANA DI MATERA
Storia di una”Rivoluzione d’Ottobre” in piena Guerra

La storia ricorda la strage di Matera avvenuta il 21 settembre del 1943, allorché i nazifascisti fecero saltare in aria il Palazzo della Milizia, dove erano imprigionati sedici detenuti. La storia ricorda lo stanziamento del secondo corpo d’armata polacco a Matera tra il 1944 e il 1946. Eppure non ricorda l’eccidio di 1800 civili perpetrato dall’amministrazione comunale comunista “partigiana” nella primavera del 1944. D'altronde è sempre vero che la storia la scrivono i vincitori! Per 19 mesi, dal settembre del 1943 all’aprile del 1945 l’Italia vive uno dei momenti più drammatici della sua storia, è divisa in due tronconi: il Regno del Sud, guidato dal Re Vittorio Emanuele III e dal Governo Badoglio e l’Italia del Nord, guidata ancora da Mussolini, la Repubblica Sociale Italiana. Di solito si parla di Resistenza e di eccidi subiti e perpetrati anche dai partigiani al Nord, ma non al Sud. Questa volta è Matera la protagonista di un eccidio mai udito: 1800 civili, perpetrato dall’amministrazione comunista, in carica dal novembre del 1943 all’aprile del 1945. La notizia non sfugge ad un giornale francese: l’”Ouest-Eclair”, il quotidiano di Rennes, in data Venerdì 7 aprile del 1944. Questo periodico mette la notizia in prima pagina e riporta: i giornali del Nord d’Italia rivelano uno scandalo politico che ha avuto per oggetto la piccola città di Matera, ad amministrazione comunista. Possiamo anche capire che i giornali del Nord avessero potuto un po’ esagerare, ma non possiamo negare questa verità storica, anche se scomoda. Il giornale infatti precisa che ci fu un tentativo di “bolscevizzazione”, con l’applicazione degli stessi metodi in un uso nell’Unione Sovietica staliniana. In pratica fu applicata una grande purga che colpì soprattutto commercianti, artigiani, avvocati, notai e preti. Negozi e case vengono saccheggiate. Alcuni sacerdoti, accusati di avere una mentalità capitalista, sono arrestati e condannati a morte. Le Chiese vengono occupate e trasformate in sezioni comuniste. Qualcosa di simile era accaduto durante la Rivoluzione Francese, quando i conventi erano stati trasformati in club politici e Nôtre Dame era diventata il Tempio massonico della Dea Ragione. Neppure i Giacobini, però, erano arrivati a tanto! A far da capolino a questa rivoluzione bolscevica materana c’era e circolava in giro una vera e propria armata rossa, la quale seminava la violenza contro la popolazione: più di 1800 persone sono state massacrate! Tanto fu eclatante questo eccidio di Matera che dovette intervenire l’esercito da Bari. I giornali del Governo Badoglio nascondono l’accaduto: è una verità troppo scomoda! Tutti i responsabili e i colpevoli materiali dell’eccidio sono amnistiati per ordine degli agenti staliniani, recatisi a Bari apposta per l’accaduto. Rientrati a Matera, costoro ebbero addirittura un’accoglienza trionfale dal popolo. Rispolverare questa pagina dimenticata della nostra storia ci deve far riflettere su due cose: innanzitutto sulla verità, anche se scomoda e se qualcuno ha sbagliato, o nazista, o comunista che sia, bisogna dirlo! Poi ci deve far riflettere sulle responsabilità: le stragi e le violenze, da qualsiasi parte provengano, sono da condannare. Sennò facciamo come le fosse di Katyn: i sovietici danno la colpa ai nazisti, ma sono stati loro a fucilare undicimila ufficiali polacchi. La strage di Matera va iscritta allora tra le stragi partigiane, come quelle di Oderzo, di Pescarenico, di Cadibona, di Rovetta, di Lovere, di Ponte Crenna, di Vercelli, di Schio, di Avigliana, di Torino, di Agrate, di Biella, di Codevigo, e di tante altre.

Giuseppe Domenico Nigro

11 febbraio 2017

Insomnia di Stephen King, recensito da Miriam Ballerini

INSOMNIA                   di Stephen King
© 1994 Stephen King  - © 1995 Sperling & Kupfer Editori S.p.A.
Pag. 744  €8,33   ISBN 88-8274-195-8  86-1-02

Questo romanzo ha per protagonisti degli anziani e prende spunto da un problema che spesso accompagna le loro notti: l’insonnia.
Insomnia è ambientato nella Derry post It. Vi troviamo molti riferimenti che ci riportano alla memoria i fatti accaduti in quel romanzo e alcuni intelligenti riferimenti ai libri della saga La torre nera.
King, come sempre, è abile nel lanciare questi sassolini che sanno creare ampi cerchi nel lago dei suoi libri “comunicanti”.
Ralph Roberts, un signore anziano, dopo la morte della moglie non riesce più a dormire, se non per poche misere ore per notte.
Ciò che più lo turba è il cominciare a vedere strani personaggi che nessuno vede, nonché delle aure colorate, intorno alle persone. La loro essenza vitale?
Ben presto dovrà affrontare un’avventura soprannaturale e in questo non sarà solo, ma verrà aiutato da Lois, una cara vicina di casa con il suo stesso problema, l’insonnia, e il suo stesso dono: il vedere quel mondo che è la porta verso un’altra dimensione.
Ecco, allora, che King chiama questi personaggi che stanno in quel limbo, incaricati di togliere la vita, con i mitici nomi di Cloto, Lachesi e Atropo.
Ralph e Lois dovranno salvare un bambino che, se tolto alla vita ora, non potrebbe adempiere a un compito vitale che lo aspetta nel futuro.
Mentre Derry è alle prese con l’arrivo di una nota abortista, contrastata dagli amici della vita, personaggi presi da un altro libro di King Rose madder, i due anziani dovranno comprendere come fare per riuscire nella loro impresa.
Apprezzabile in questo libro è la descrizione del mondo visto dagli anziani, dalla loro vita tenuta ai margini.
King, pur scrivendo di storie fantastiche, non manca mai di rivestirle di un senso nel quale ricono-scersi.
Il finale è commuovente e quando ci si arriva, ci si accorge di essersi affezionati ai personaggi che per tante pagine ci hanno accompagnato.

© Miriam Ballerini

01 febbraio 2017

IL MISTERO DEL MULINO RIGAMONTI, DELLA VALGANNA In un’intensa raccolta di fiabe di Chiara Zangarini

IL MISTERO DEL MULINO RIGAMONTI, DELLA VALGANNA
In un’intensa raccolta di fiabe di Chiara Zangarini

“Il segreto del mulino della Valganna” è un libro di fiabe di Chiara Zangarini, edito da Pietro Macchione, a Varese nell’ottobre del 2016. «Il Mulino Rigamonti,» scrive nella prefazione Angelo Morisi, Sindaco di Cunardo, «posto all’ingresso di Cunardo, appena scostato dal grande traffico, con la sua presenza discreta, è uno di quei tesori che caratterizzano e rendono unico il nostro paese. La grande ruota mossa dall’acqua derivata dal Margorabbia, da secoli è testimone della storia della nostra valle ed è sempre mantenuta in perfetta efficienza dalla dedizione della famiglia Rigamonti». Ed è vero, possiamo dirlo: come i mulini a vento erano un tesoro caratteristico di alcune regioni del nord Europa, così i mulini ad acqua lo erano del nostro Bel Paese. In ogni angolo di fiume c’erano. L’Italia era un paese agricolo, di seminatori e di mietitori. Non sempre questi grandi mulini sono stati recuperati e valorizzati nel giusto modo come quello della Valganna, in provincia di Varese. Questo misterioso mulino diventa il protagonista delle favole di Chiara Zangarini, la quale anche in precedenza si era accinta nella raccolta delle fonti sul territorio, come in “Leggende nostre. Tradizione, realtà e fantasia. Varesotto, Canton Ticino e Lago Maggiore”, edito sempre da Macchione nel 2012. La bellezza delle fiabe di Chiara, che si muovono tra storia, fantasia e realtà consiste nell’avere un valore didattico: vi si spiega tutto, come funziona il mulino, che cosa vi si faceva. Un esempio significativo è dato dalla descrizione del mulino nella fiaba n. 8: «Eh, a quei tempi qui non c’era solo il mulino, ma era una vera fattoria con molti animali: galline, conigli, tacchini, le oche che ci sono ancora adesso (non le stesse!) e le mucche. Era Elena che curava gli animali, prima di lei sua mamma Candida. Facevano il burro e i formaggi. Avevano anche un cavallo che il lunedì con il calesse portava mio papà e zio Luigi al mercato di Varese. Nei periodi più intensi dell’anno venivano dei lavoranti, specialmente dalla provincia di Bergamo, falciavano a mano il fieno per le mucche e si fermavano a dormire … dove adesso dormite voi! Si pranzava tutti insieme nella grande cucina con il camino che non è cambiata da allora. Mia mamma Rita cucinava per tutti. – Pulenta cunscia, pulenta e bruscitt, pulenta e lacc, pulenta e oov, pulenta fritta – disse Matilde». Ad impreziosire questa dinamica e sfarzosa raccolta in appendice vi è una ricerca storica sul Mulino Rigamonti, che fu fatta da Alma Pizzi, prima di morire. Alma era primogenita di Maria Rigamonti e Aurelio Pizzi. La grande nostra compianta giornalista aveva frequentato il Liceo Classico Cairoli di Varese e si era laureata in Scienze Politiche a Milano nel 1971. Aveva poi sposato il medico Claudio Pasquali. Alma era scomparsa improvvisamente il 25 ottobre del 2010 in Egitto, lasciando un vuoto incolmabile tra tutti! Eppure come è bello rileggere le note riportate dalla Zangarini, sul mulino della Valganna, che Alma considerava come la sua casa paterna! «La mia casa paterna era in una posizione invidiabile, con vista sul laghetto montano e tanti prati e boschi attorno. Ma non consideravo quella la mia casa: stavo sempre da mia nonna Rita, che aveva un mulino ed una fattoria. Era il mio regno, dove potevo sbizzarrirmi ad aiutare nei lavoretti più vari, in cucina, al pascolo, nel locale del mulino, al frantoio, al fiume, alla sorgente … La famiglia era molto numerosa, fra nonni, zii, cugini, lavoranti: almeno venti persone sedevano a tavola e il mio ruolo era quello di aiutare mia Nonna che cucinava per tutti e serviva tutti. La mia cameretta era situata sopra la ruota ad acqua del mulino: mi addormentavo al ritmo delle pale che si muovevano incessantemente; il mattino mi svegliavo presto e correvo in cucina per vedere se mia Nonna era già lì. Insieme preparavamo la colazione, sembrava la tavola di Biancaneve …». Molto bella questa immagine di Biancaneve che accompagnava i sogni e le speranze della giovanissima Alma. Dopo sarebbe diventata una penna brillante che aveva collaborato con numerose e pregiate testate giornalistiche, che aveva scritto di tutto! Questo ricordo di Alma Pizzi è veramente grandioso. Era una donna straordinaria, sempre impegnata nel sociale, nella cultura, nel servizio del prossimo in ogni modo. La sua voce era come quella di Giovanni: una voce veritiera, che grida nel deserto! Come somiglia questa paginetta di Alma alla fiaba di Chiara. La storia si intreccia col mito, con la leggenda. E come non ricordare Omero? Dobbiamo sempre conservare la memoria, così anche la fantasia si libra da essa, come da uno stesso albero spuntano sempre nuove foglie e nuove gemme e fiori e frutti. Chiara Zangarini, laureata in lettere moderne alla Statale di Milano, insegna Italiano presso l’ISIS Daverio di Varese. Ha pubblicato vari volumi di fiabe, e due di ricerca storica religiosa ed artistica sulle confraternite varesine e le immagini della Vergine di San Vittore a Varese. Si è occupata, tra l’altro, dell’interpretazione dei racconti di Gianni Rodari. Notevoli sono le sue ricerche sul mito e le leggende legate al nostro territorio dell’Insubria. Questo ultimo libro, in particolare, è bellissimo perché è «dedicato a chi voglia esplorare, divertendosi, la Valganna di un tempo, dove l’acqua era fonte di energia per il mulino, il maglio, la ceramica e perfino per la tramvia».


Vincenzo Capodiferro

ADDIO AL PATTO DI STABILITA’ STUPIDO di Antonio Laurenzano

ADDIO AL PATTO DI STABILITA’ STUPIDO di Antonio Laurenzano Addio al “Patto di stu...