28 ottobre 2013

Circuito artistico indipendente


Foto della Çirò Gallery Atelier “la prima casa dei Graffialisti”, situata nel cuore del centro storico di Porto Salvo di Gaeta LT, in via della Indipendenza n. 289, a disposizione per il Circuito Artistico Indipendente


CIRCUITO ARTISTICO INDIPENDENTE
(Artistic Independent Circuit)

L’Artista Antonella Magliozzi, anche nella sua veste di presidente dell’Associazione di promozione sociale “I Graffialisti”, ha deciso di realizzare un importante e promettente progetto, dal nome: “Circuito Artistico Indipendente”.
Alla base, un’idea semplice ma efficace: il sistema, una volta messo in moto, certamente funzionerà autonomamente, grazie all’energia e alla disponibilità di ogni singolo Artista.
Infatti, il Circuito è basato su una logica di scambio (equo e gratuito) di sedi espositive e servizi, permettendo a ogni Artista di poter usufruire di siti espositivi messi a disposizione da altri Artisti, scambiandoli vicendevolmente, in modo che, ad esempio, un pittore o uno scultore che possiede un atelier a Milano possa esporre a New York nello studio di un collega e viceversa, entrando così nel Circuito Artistico Indipendente.
Lo scopo, quindi, è quello di favorire la pratica e la diffusione dell’Arte nel mondo, abbattendo i relativi costi, e, al contempo, facilitare il percorso di un Artista, creando una fitta rete di contatti realmente utili e funzionali.
Per l’occasione è stato istituito un gruppo sul noto Social Network Facebook, denominato Circuito Artistico Indipendente (Artistic Independent Circuit).
Il gruppo è aperto e tutti i membri possono caricare immagini relative ai loro siti con un piccola descrizione e l’ubicazione degli stessi.
Il link è raggiungibile sia dalla piattaforma Facebook che dal sito dell’Associazione I Graffialisti, nella Sezione “Pubblica Utilità”.
L’Associazione, in sede di start up, metterà a disposizione tutto il know how e, qualora richiesto, fornirà un servizio di coordinamento tra gli Artisti.
Circuito Artistico Indipendente si propone come una sorta di Erasmus dell’Arte, senza avvalersi di finanziamenti pubblici.
Il nostro presidente dott. Antonella Magliozzi, come sempre, spenderà tutte le sue energie nel progetto, da parte nostra siamo convinti che otterrà il successo che merita.

L’Ufficio Stampa de I Graffialisti




I Graffialisti” Associazione Artistica Culturale e di Promozione Sociale - Via della Indipendenza n. 289, 04024 Gaeta LT
Tel. (+39) 0771.1830029 – Mobile (+39) 340.7259725 – www.graffialisti.com - e.mail: info@graffialisti.com - Codice Fiscale: “90052490597


26 ottobre 2013

Il "Milione" di Marco Polo (1298)




Piccolo viaggio nella letteratura italiana

A giudizio di Alexander von Humboldt, uno dei padri della geografia moderna, Marco Polo è stato “il più grande esploratore terrestre di tutti i tempi e di tutti i paesi”. L'espressione potrebbe apparire eccessiva, anche perché non si può escludere che altri personaggi, i quali alla storia sono sconosciuti perché non hanno mai voluto o saputo scrivere nulla delle loro avventure, abbiano viaggiato in vita al pari o di più della famiglia Polo; tuttavia cosa mai si potrebbe pensare oggi di un piccolo pugno di uomini che, partiti da Venezia, vanno in Cina a cavallo (ma verosimilmente anche a piedi) e che per quasi trent'anni visitano in lungo ed in largo l'estremo oriente? Ecco, per capire l'eccezionalità dell'impresa e dell'opera che Polo ci ha trasmesso bisogna capire il viaggio con occhi moderni, per poi collocarlo nella geografia e nella storia della seconda metà del Duecento.
Fu così che il “Divisament dou monde”, la descrizione del mondo, prese forma nelle carceri di Genova, dove Marco si trovò occasionalmente a condividere la prigionia con un letterato del tempo, Rustichello da Pisa, al quale raccontò e probabilmente in una qualche maniera documentò il viaggio da lui compiuto quando era giovane.
Il “Milione” o “Emilione”, così chiamato dal soprannome con il quale veniva all'epoca identificato il ramo della famiglia Polo alla quale Marco apparteneva, fu originariamente scritto da Rustichello in lingua d'oil, cioè nel francese medievale che, soprattutto nel Norditalia, era la lingua intellettuale d'eccellenza dopo il latino.
Il successo dell'opera poliana, nonostante essa sia rimasta bruscamente incompiuta, è stato talmente grande nei secoli, con copie, rifacimenti e rimaneggiamenti in molte lingue, da aver infine creato una serie di problemi agli studiosi, primo fra i quali la perdita del manoscritto originale, che non è mai stato ritrovato. Per curiosità possiamo riportare che, ad aggi, le copie più autorevoli e fedeli dello scritto di Rustichello sono due: la più importante, in lingua franco-italiana, si trova presso la Biblioteca Nazionale di Parigi, mentre l'edizione latina, più curata e precisa (anche se parzialmente ridotta), è stata rinvenuta solo nel 1932 presso l'Archivio Capitolare di Toledo, a coronamento dello sforzo del mecenate inglese Sir Percival David e dopo i monumentali studi sull'argomento condotti dal torinese Luigi Foscolo Benedetto.
Venendo brevemente ai contenuti va detto che il testo è, se non brillante, quantomeno molto curioso, soprattutto nella prima parte, e si presenta come una sorta di zibaldone di geografia, etnologia, arte della mercanzia ed infine, più fiocamente, di storia. E' per lo più scritto in brevi capitoli, i quali molto spesso prendono la forma dell'aneddoto.
L'episodio più gustoso, alla mia lettura, è stato quello della tovaglia di 'salamandra' (cioè di amianto) che il Gran Khan avrebbe inviato in dono al pontefice e sulla quale sarebbe stato ricamato un verso del Vangelo di Matteo.
E poi ancora si legge di: pozze di olio sorgivo (petrolio) trovate in Georgia ed usate per ungere uomini ed animali contro la rogna, unicorni, l'arca di Noè in Armenia, l'uso di prestare le mogli ai forestieri ed il particolare gusto dei mariti becchi, prove di verginità, previsioni astrologiche, pesci pelosi, cannibali, gemme di dimensioni straordinarie, misurazione delle ombre come auspicio mercantile e, tra il buffo ed il grottesco, la descrizione del modo di orinare delle donne russe.
Non sorprende dunque che ogni epoca, anche la nostra, abbia avuto intellettuali affascinati e suggestionati dal testo poliano: Primo Levi, ad esempio, nel 1981 ne pubblicò alcuni stralci nell'antologia intitolata “La ricerca delle radici”; mentre Umberto Eco volle sottolinearne la modernità del testo, soprattutto per la visione nuova ed empirica del mondo promossa nel XIII secolo dal mercante veneziano. Italo Calvino infine, con le “Le città invisibili” (1972), ne propose addirittura un rifacimento in chiave moderna.
Antonio di Biase

Bibliografia:
  • Milione” a cura di Alvaro Barbieri, Ugo Guanda Editore, per la “Collana di scrittori italiani” diretta da Dante Isella e Giovanni Pozzi, 1998 – Collocazione S III 2821 della Biblioteca di Varese.
  • I libri di viaggi”, da pag. 143 a 153 de “La letteratura”, Vol 1, Baldi Giusso Razetti Zaccaria , Paravia, 2006.
Fonte iconografica: www.telegraph.co.uk

23 ottobre 2013

Corso di scrittura creativa on line




 
Novità per chi desidera fare un corso di scrittura creativa, ma ha poco tempo o non riesce a seguire le lezioni.
Se volete, se siete interessati o conoscete qualcuno che lo sia, la scrittrice Miriam Ballerini rende diponibile il suo corso on line. Lezioni per e-mail, con correzione compiti. Per info miriamballerini@alice.it

22 ottobre 2013

Aforismi



Foto di Miriam Ballerini
 
L'autunno è un andante grazioso e malinconico che prepara mirabilmente il solenne adagio dell'inverno.
George Sand, François le Champi, 1850

04 ottobre 2013

La crisi economica e le nuove povertà, di Antonio Laurenzano

LA CRISI ECONOMICA E LE NUOVE POVERTA’

di Antonio Laurenzano



L’Italia fra povertà e timori. E’ in forte chiaro scuro la fotografia del Censis sulla situazione socio-economica del Paese. Sempre più in alto il tasso di insicurezza delle famiglie italiane: si sta affievolendo la percezione del futuro in una realtà sociale che cambia in maniera irreversibile, e in senso peggiorativo.
Un’ansia collettiva generata da una serie di fenomeni, vecchi e nuovi, il primo dei quali legato alla crisi occupazionale: la fine del lavoro “inteso come fondamento della sussistenza economica e della stabilità della famiglia” , con il conseguente impoverimento delle risorse e degli stili di vita familiari. Un quadro complesso all’interno del quale c’è l’angoscia del presente, la paura del futuro. E’ la “nuova povertà” che avanza! Una povertà causata dal rampantismo selvaggio a livello economico e sociale. Persone lontanissime dall’immaginario del bisogno e dell’emarginazione costrette a bussare alle porte dell’assistenza sociale con bisogni concreti. Una povertà intesa non più come condizione economica , ma come senso di insicurezza, di instabilità, una zona grigia sempre più ampia dove povertà è anche fragilità di relazioni, precarietà lavorativa, malattia, inadeguatezza a un sistema dominato dalla competitività e dalla produttività.
In Italia l’impoverimento si sta così spostando dalle minoranze improduttive alle moltitudini precarie, persone che pur lavorando non sono più in grado di vivere autonomamente e di dare una risposta alle proprie aspettative. Sta cioè crollando il sistema che si è sedimentato nell’ultimo ventennio. Prima l’emergenza povertà riguardava soprattutto gli extracomunitari, ora invece coinvolge tanti italiani e moltissime famiglie proprio perché è cambiata la società. Sono cambiati i meccanismi di crescita e sviluppo.
Il fenomeno della povertà va studiato dunque non solo in termini statistici, quindi quantitativi, ma anche in relazione al cambiamento delle condizioni delle famiglie: oggi una persona è povera anche se ha un lavoro fisso, una casa e uno stipendio. Le “nuove povertà” vengono a determinarsi sulla base di fattori di cambiamento, demografico e sociale, che si sviluppano all’interno della società. E’ vasta la platea dei nuovi poveri che possono raggrupparsi in quattro grandi categorie sociali: anziani soli (problemi di salute), giovani coppie (precarietà lavorativa), genitori single (separati e divorziati), disoccupati (lavoratori a termine, esodati). Tutti accomunati in una fragilità delle condizioni reddituali che rappresentano, soprattutto per i giovani, l’impossibilità di progettare un futuro.
Povertà, solitudine, emarginazione: sono i volti della crisi che mettono a nudo il malessere del sistema sociale. Un malessere sempre più diffuso che colpisce la persona in quanto tale, la cui sorte e le cui vicende non possono vederci indifferenti, distratti, perché l’uomo che si vede abbandonato al suo destino non sempre riesce a superare le difficoltà quotidiane, lasciandosi andare a gesti insani e irreparabili.
Nel settore pubblico sono in grosso affanno le politiche di assistenza, latitante ogni serio dibattito sul reddito minimo garantito e sul reddito di cittadinanza. La crisi economica sta dicendo chiaramente che il meccanismo di copertura del welfare classico non è più sostenibile. Ma di povertà si muore!...
Occorre, per questo, una rinnovata presa di coscienza da parte della politica di questo Paese per un diverso approccio a una realtà che sta assumendo la connotazione di una vera e propria questione umanitaria. Essere consapevoli che la dignità di ogni essere umano è inviolabile e che l’umanità non si salverà se non c’è solidarietà e se non si mette finalmente l’economia al servizio dell’Uomo. Non basta la pura assistenza perché occorrono, all’interno di una rete di protezione sociale, interventi organici di politica del lavoro, politica di sostegno alla famiglia, politica per gli anziani, soprattutto politica per l’inserimento dei giovani nel mondo della ricerca, delle professioni, del lavoro. Restituire cioè la speranza di un futuro fatto di equità e giustizia sociale al quale ciascuna persona ha diritto in nome della vita.


ADDIO AL PATTO DI STABILITA’ STUPIDO di Antonio Laurenzano

ADDIO AL PATTO DI STABILITA’ STUPIDO di Antonio Laurenzano Addio al “Patto di stu...