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30 giugno 2016
Il libro di Ninetta Pierangeli "Asperger"
Asperger
Ninetta Pierangeli
Lepisma (Roma) 2015
Prezzo euro 15,99 ISBN 978-88-7537-234-7
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BYE BYE LONDRA, DIVORZIO DALLA STORIA di Antonio Laurenzano
BYE BYE
LONDRA, DIVORZIO DALLA STORIA
di Antonio Laurenzano
Fra analisi, proclami e
previsioni continua il lungo day after di Brexit. Il giorno della verità secondo alcuni, quello della illusione
populista secondo altri. Comunque, “un macigno sulla storia dell’Europa”!
Uscire dall’ Unione europea è
“un azzardo sciagurato” , ha dichiarato il Presidente emerito Giorgio
Napolitano. “L’esperienza del referendum inglese dimostra che la scorciatoia della scelta tra un sì e
un no si presta a ogni sorta di stravolgimento demagogico ed emotivo.” Pensare
cioè che per arginare crisi economica e flussi migratori le soluzioni nazionali
funzionino meglio di quelle europee significa alimentare uno sterile populismo. Il superamento del diffuso disagio sociale nell’ Ue passa
attraverso il rilancio dell’Europa, delle sue inadeguate istituzioni
comunitarie, delle sue austere politiche economiche per una governance della
sovranità condivisa. L’Europa non ha
ancora trovato un’architettura istituzionale capace di creare stabilità. E
l’euro ha alimentato quegli stessi conflitti che l’integrazione avrebbe dovuto
prevenire. L’ Europa però non può essere il capro espiatorio di ogni male, la causa delle rovine sociali
ed economiche di una Unione sempre più allo sbando! La stragrande delle
decisioni politiche viene presa dal Consiglio europeo, l’istituzione
comunitaria che definisce l’orientamento politico generale e le priorità
dell’Unione della quale fanno parte i
Capi di Stato e di Governo dei Paesi membri! E’ pretestuoso affermare “L’Europa
ci impone”! Si vota a favore di questioni importanti a Bruxelles per poi
tornare euroscettici appena scesi dall’’aereo! Significa imbrogliare l’
opinione pubblica per catturare facili consensi elettorali.
Brexit è il risultato di un uso
strumentale e “irresponsabile” del voto, voluto dal premier Cameron per
rispondere agli attacchi alla sua leadership in forte calo di consensi. Strategia sbagliata per un
referendum non preceduto da un serio dibattito sul rapporto, peraltro
privilegiato, fra Regno Unito e Unione europea, il cui esito apre ora scenari
di grande incertezza, non solo economica.
Chi ha votato per uscire dall’Unione si è fatto affascinare dal
gigionismo dell’ex sindaco di Londra Boris Johnson in corsa per Down Street 10
e dagli specchietti per le allodole di Nigel Frarage, a cominciare dallo
spauracchio dell’immigrazione dall’Ue.
“Independence Day”, ma il futuro
non è più quello dei tempi in cui Londra regnava sui mari da grande potenza!
Frantumato il sogno di una comune casa europea, con il timore di un “effetto
domino” esportato oltre Manica, il Regno Unito rischia un …
“effetto boomerang”: è intenzione di
Scozia e Irlanda del Nord promuovere un referendum per un “leave” dal Regno di Sua Maestà a favore di un
“remain” nell’Unione europea! Si azzera il processo di integrazione politica
dell’Europa dei Padri fondatori, in risposta ai violenti nazionalismi del XX
secolo, causa di lutti e devastazioni fra i popoli del Vecchio Continente.
Il paradosso è che Brexit, con le sue
conseguenze negative sull’economia reale, finirà per impoverire ancora di più
quegli stessi soggetti che nel voto contro l’ Unione europea hanno riposto le
speranze di un riscatto sociale ed
economico. Un voto espressione sì di profondo disagio, ma soprattutto di una
carica emotiva alimentata dalla ignoranza storica e dalla miopia
economico-politica di governanti allo sbaraglio! La democrazia diretta se non
genera nel cittadino consapevolezza del proprio ruolo attraverso la
partecipazione e la conoscenza rischia di divenire “circonvenzione di
incapace”! Ha votato “leave” chi è ai
margini della società e non ha niente da perdere. E il risultato si commenta da
solo: crisi di governo con le dimissioni di Cameron, negoziati difficili con
Bruxelles per l’exit, volatilità della sterlina, incertezza economica, rischio
di recessione, caduta del tasso di
disoccupazione. Effetti negativi che non colpiranno le contestate elite finanziarie
ma proprio le classi meno abbienti che hanno sposato la causa dei pifferai
populisti. L’inaccettabile povertà e le disuguaglianze che ancora persistono
anche nel Regno Unito richiedono sicuramente un responsabile ripensamento delle
politiche pubbliche, ma questi problemi, in un’epoca di grandi
interdipendenze, possono essere
affrontati meglio se non ci si isola dalla più grande economia con cui si
confina. La Gran Bretagna ha scelto di liberarsi dei lacci e laccioli
comunitari, l’Unione europea si libera
di un Paese che è sempre stato con un piede dentro e con un altro fuori
dall’Unione e che, colpevolmente, ha dimenticato la lezione della storia. Un
divorzio nel segno di un anacronistico nazionalismo!
27 giugno 2016
KATHERINE di Anchee Min recensito da Miriam Ballerini
KATHERINE di
Anchee Min
© 1997 Teadue
ISBN 88-7818-211-7 € 7,00 Pag. 209
Un romanzo dal sapore esotico,
dove i nomi e i luoghi sono estremamente diversi da quelli che siamo abituati a
conoscere.
Nella Cina dopo Mao, Katherine,
una donna americana, giunge in Cina per insegnare l’inglese a degli allievi
adulti.
La sua presenza scatena qualcosa
negli animi dei suoi studenti, tutti indottrinati da Mao. Katherine simboleggia
la libertà, la seduzione, una vita assolutamente agli antipodi, rispetto alla
loro.
Katherine fa amicizia con Zebra,
vuole scrivere un libro sulla Cina, affascinata da sempre da questo paese.
Zebra continua a dirle che lei
non capisce cosa significhi essere cinese. Lei che, da ragazzina, è stata una
Guardia Rossa.
Testa di leone, amico di Zebra e
con la quale avrà una storia d’amore, s’innamora perdutamente di Katherine. Ma
lei lo respinge.
Testa di leone, a sua volta, è
amato da Fior di gelsomino. La ragazza fa di tutto per stare con lui, anche
subire delle umiliazioni.
Da una parte vediamo questa
ragazza sottomessa, dall’altra l’americana libera, che pensa con la propria
testa e segue il suo cuore. Poi abbiamo Zebra, che vuole capire, sapere, essere
anche lei una donna libera.
Katherine prepara le carte per
adottare Piccola lepre, una ragazzina muta che sta in un orfanotrofio; per il
proprio handicap viene derisa e picchiata dagli altri bambini. Molte bambine
vengono abbandonate in Cina, perché loro non hanno valore alcuno.
In seguito a una festa in cui
Katherine alza un poco il gomito e dove c’è chi trama contro di lei, “il
diavolo straniero”; la donna è costretta a tornare in America.
Resta in contatto con Zebra, che,
non volendo sottomettersi al regime, viene rimandata alla cava degli elefanti,
dove dovrà lavorare duramente.
Zebra salva Piccola Lepre e si
prepara a partire con lei per l’America, ma la piccola prende una brutta
malattia che circola nell’orfanotrofio e viene ricoverata in ospedale.
La fine del romanzo vede Piccola
Lepre che migliora e le lacrime di Zebra che, in cuor suo, ha preso una
decisione: “…mi resi conto che la mia vita era arrivata al punto che non
avrei più rinunciato, anche se non fossi riuscita ad andare in America. Non
avrei rinunciato. Era tutto quello che chiedevo a me stessa”.
Sulla copertina leggiamo:
erotico. Drammatico. Commovente.
È tutto questo e insegna usi e
modi di pensare lontani dal nostro mondo.
© Miriam Ballerini
21 giugno 2016
La fattoria delle coccole ad Appiano Gentile
LA FATTORIA DELLE COCCOLE
Ad Appiano Gentile, in provincia
di Como, da giugno 2014 è possibile visitare la fattoria delle coccole, il più
grande, per estensione e numero di animali, modello di fattoria dove gli
animali da reddito, sono stati salvati da situazioni di maltrattamento e/o
morte certa. Qui vengono cresciuti e coccolati come animali domestici. Un luogo
di pace e serenità dove coccolare asinelli, pecore, mucche, maiali, capre... e
sensibilizzarsi a uno stile di vita cruelty-free e veg!
Sabato 18 giugno ho avuto modo
di visitare la struttura e intervistare una socia fondatrice
dell’associazione, Stefania Balzarotti.
Miriam Ballerini e Stefania Balzarotti
L’idea della struttura è nata essenzialmente da tre
persone: la presidente Bianca Tagliabue, Guido Gerletti e Stefania Balzarotti.
Lavoravano tutti nella stessa
azienda e, i primi animali, li tenevano nel parco aziendale. Da allora di
strada ne hanno fatta, aprendo la fattoria delle coccole ad Appiano, che da
settembre avrà una nuova sede. Un’altra struttura a Guanzate e, in Valle
d’Intelvi, un alpeggio a Orimento; dove è possibile soggiornare in un albergo
con otto camere e trascorrere una settimana da pastore. Oppure, semplicemente
concedersi una vacanza in mezzo alla natura e agli animali.
Tutto ciò è stato possibile grazie
alla raccolta fondi che si svolge vendendo dei loro prodotti: tramite attività
rivolte ai bambini e alle scolaresche, incontri benessere, sponsor, campagne
adozioni e semplici offerte donate da chi visita le strutture.
Dai pochi esemplari con i quali
tutto ha avuto inizio, ad oggi, sono stati salvati trecento animali e, mi
raccontano i soci fondatori, il loro obbiettivo è di arrivare a mille.
Nel tour ci ha accompagnato
Lisa, una giovane volontaria, che ha raccontato a me e a un gruppo di
visitatori le storie di alcuni animali.
Bianca – Miriam – Lisa –
Stefania
Appena arrivata sono stata
accolta dalla più giovane volontaria, di soli cinque anni! Annasole! Un nome
che già contiene in sé la luce necessaria che ha chi ama gli animali. Mi porta
in diversi box, raccontandomi alcuni aneddoti. Grazie alla piccola Annasole ho
provato la fantastica emozione di farmi succhiare il dito da un piccolo
agnellino. Un momento indescrivibile!
Con Lisa cominciamo il giro dai
maiali, con Giuseppina, una grossa scrofa, cieca da un occhio, che abita lì con
la sua famiglia d’origine. È la prima volta che in Italia una famiglia di
maiali ha l’occasione di passare tutta la vita insieme. I maiali, cosa che a
ben pochi è nota, sono molto intelligenti, si dice anche più dei cani. Il loro
grado di apprendimento è paragonabile a quello di un bambino di cinque anni.
Alcuni di loro, ci viene fatto
notare, hanno la coda e le orecchie mozzate; perché negli allevamenti, vivendo
in uno stato di stress continuo, arrivano a farsi o fare del male, in atti di
vero e proprio autolesionismo.
Giuseppina con Elisa, la
volontaria che l’ha salvata e adottata
Tutti i maschi, di ogni specie animale, vengono castrati,
perché l’intento della fattoria non è quello della riproduzione, ma bensì la
salvaguardia degli esemplari salvati.
La maggior parte degli individui
arrivano da allevamenti non a norma, oppure da persone che non li accudivano
con i dovuti modi. O ancora, perché rimasti feriti o malati e perciò, per
l’allevatore, di nessuna utilità.
La visita continua nel recinto
delle pecore e delle capre, dove sono ospitati anche galli, galline e
un’anatra.
Il recinto degli ovini
Ci viene raccontata la storia di una pecora maschio,
della sua via crucis fra varie operazioni per salvargli una zampa. Non
essendoci utilità nel guarire un animale da reddito, ci sono pochi veterinari
che sanno operare in questi casi; la povera pecorella è stata portata fino a
Lodi per essere sottoposta agli interventi necessari.
Tutti gli animali che ancora sono
alla fattoria della coccole non possono essere condotti all’alpeggio, perché
non ancora introdotti nel gregge, o perché sono in degenza.
Passiamo alla stalla dei vitelli,
dove si può entrare per provare quale sensazione dia essere leccati da una
mucca!
Sono presenti anche una trentina
di conigli, portati lì in seguito all’operazione “nonno coniglio”.
Purtroppo un signore anziano
teneva fino a tre animali in una gabbietta da cattura; in una condizione di
vita inimmaginabile. I nipoti sono intervenuti per portare in salvo le povere
bestiole che, adesso, vivono in un grande recinto, in armonia e tanto spazio.
Da ultimo ci rechiamo al recinto delle caprette, dove ci
viene spiegato cosa accade a un animale al quale viene inserita la targhetta
alle orecchie, obbligatoria per legge. Solo che, spesso, viene messa
all’animale quando questo è troppo piccolo, rovinandogli le orecchie nel
migliore dei casi, portandolo alla morte nella peggiore delle ipotesi.
In un recinto ci sono dei maiali vietnamiti, uno dei quali è
stato trovato abbandonato nel parco pineta.
Non posso che aggiungere di aver vissuto un’esperienza
forte, la mia sensibilità nei confronti degli animali non regge a certe
vicende, nelle quali gli esseri umani si dimostrano, troppo spesso, non così
umani.
Per fortuna ci sono persone che dedicano il loro tempo e il
loro amore a queste creature che provano le nostre stesse emozioni. Il rispetto
è loro dovuto, perché alle persone è stata donata l’enorme opportunità di
vivere su un pianeta che funziona, proprio per la sua diversità di vita e di
forme. Credere di essere superiori, sfruttare fino allo sfinimento; creare come
succede al giorno d’oggi, allevamenti intensivi che non hanno nessun riguardo
dell’animale, ma tendono solo alla produzione e alla vendita insensata, non
fanno bene a nessuno.
Consiglio a chi ne ha l’opportunità una visita alla fattoria
delle coccole, per scoprire tante curiosità su animali ai quali, troppo spesso,
si da poca attenzione. Sarà possibile visitare la struttura ancora
solo sabato 25 giugno, poi il centro di Appiano chiuderà, fino a nuova apertura
a settembre nel nuovo centro. Tutto le attività vengono spostate per il periodo
estivo all’alpeggio.
Qui di seguito tutti i riferimenti:
VISITE
ESTIVE: SABATO ore 10-13 / 14-18.
Ingresso LIBERO e senza prenotazione, i cani dei visitatori NON sono ammessi (perché sono presenti altri cani in Fattoria e per evitare situazioni di stress per tutti - bipedi e quadrupedi).
Ingresso LIBERO e senza prenotazione, i cani dei visitatori NON sono ammessi (perché sono presenti altri cani in Fattoria e per evitare situazioni di stress per tutti - bipedi e quadrupedi).
V. De
Gasperi 38, Appiano Gentile (Co) 370/3192642 (dopo le 19). Visite: sabato
10-13/14-18.
PER
DONAZIONI ALLA FATTORIA DELLE COCCOLE E ADOZIONI DI ANIMALI:
IBAN: IT40T0569650870000026054X67
CONTO CORRENTE POSTALE:
IT55W0760110900001025970771
IBAN: IT40T0569650870000026054X67
CONTO CORRENTE POSTALE:
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GESTORI:
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-Guido
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© Miriam Ballerini – foto © Aldo Colnago
20 giugno 2016
NO BREXIT, SI’ EUROPA! Il referendum nel Regno Unito sull’Unione europea, timori e rischi. di Antonio Laurenzano
NO BREXIT, SI’ EUROPA!
Il referendum nel Regno
Unito sull’Unione europea, timori e rischi.
di Antonio
Laurenzano
“Leave” o “remain”? E’ questo l’amletico … dubbio che sarà
sciolto giovedi 23 giugno nel Regno Unito
per decidere se lasciare o rimanere nell’Unione europea. Un referendum
dai tanti risvolti economici e politici con il fondato timore che possa
provocare un effetto domino su altri paesi dell’Unione in cui l’euroscetticismo
è in aumento, alimentato dai problemi legati ai flussi migratori e alla crisi
dell’economia europea. A distanza di settant’anni dal discorso
pronunciato da Winston Churchill all’Università di Zurigo in cui l’ex Primo
ministro inglese auspicava la nascita degli “Stati Uniti d’Europa” l’orologio
della storia del Vecchio Continente rischia di fermarsii ad opera dei suoi …
nipotini, per molti dei
quali l’Ue, con i suoi vincoli burocratici, è una
gabbia di regole e di tasse. Ma il nodo centrale della Brexit è politico per la
dura lotta di potere in atto a Londra fra laburisti e conservatori che comunque non può rimuovere la posizione di
privilegio del Regno Unito all’interno dell’Unione consolidatasi con negoziati
condotti spesso sul filo del compromesso istituzionale.
Una partecipazione comunitaria del tutto singolare quella
britannica. Il “Regno di Sua maestà”,
per sua scelta, è fuori dall’Unione monetaria e dai suoi parametri, è fuori dal
sistema Schengen con la libera circolazione delle persone provenienti
dall’Unione, beneficia di un trattamento di favore sul contributo che ogni
Stato membro versa al bilancio Ue rapportato al suo pil, può non applicare la
Carta dei diritti fondamentali dell’Unione, fruisce di significative deroghe in
materia comunitaria di giustizia e affari interni. Un mix di “benefit” che nel
tempo hanno alleggerito sempre più i vincoli comunitari del Regno Unito il cui
peso decisionale è rimasto però inalterato! Una posizione di privilegio
rafforzatasi lo scorso febbraio a seguito del riconoscimento dell’ impegno non
vincolante di procedere verso
“un’Unione sempre più stretta”. ottenuto a Bruxelles dal premier Cameron. Nell’accordo con i leader europei è
prevista inoltre una riforma del Trattato di adesione che concederà a Londra
uno status speciale di autonomia su una serie di questioni: potenziamento della
competitività europea, promozione degli atti di libero scambio, limitazione
dell’accesso ai servizi del welfare per lavoratori immigrati comunitari (!) che
vivono in territorio britannico,
oltre alla garanzia di pari trattamento per i Paesi non aderenti all’Eurozona.
Appare dunque in odore
populistico, fortemente emotiva, la
posizione dei sostenitori della Brexit i quali, in caso di successo
referendario, dovranno fare i conti con
i tanti riflessi economici negativi. Goldman Sachs prevede una fuga dalla
sterlina inglese. Secondo i suoi analisti, la valuta britannica potrebbe
registrare un tonfo del 12% nei confronti delle principali valute, con gravi
ripercussioni sul commercio internazionale. L’ultima analisi dei giorni
scorsi del Fondo monetario
internazionale parla di “rischio recessione nel 2017” per il Regno Unito con
l’uscita dall’Ue. Per il Fondo un addio all’Europa avrà sull’economia
britannica un “effetto negativo e sostanziale nel lungo termine” associato a
“una considerevole incertezza, con potenziali implicazioni per il commercio e
gli investimenti, la produttività, il mercato del lavoro e le finanze
pubbliche”, un buco nero stimato da Cameron fra i 20 e i 40 miliardi di
sterline. Sulla stessa linea la Banca d’Inghilterra che ipotizza “volatilità e
instabilità finanziaria”. “Un atto gratuito di autolesionismo”, secondo il
Financial Times, voce autorevole della City finanziaria londinese.
Come finirà? Paolo Scaroni, già
numero uno di Enel ed Eni, intervistato su Radio 24, ha rievocato il pensiero di Napoleone, secondo il quale “gli inglesi sono una
nazione di bottegai. Quando vanno a votare non votano con il cuore, votano con
il portafogli”. Ergo, secondo Scaroni, “per il portafogli Brexit sarebbe un
disastro e, quindi, voteranno a favore di rimanere nell’Unione europea”. Ma che
sia comunque un’occasione di riflessione generale per “rifondare l’Europa”, con
iniziative pragmatiche e lungimiranti. Una nuova alleanza tra gli Stati sovrani
dell’Unione per rilanciare, con il ritrovato spirito originario, il progetto di
una reale integrazione dell’Europa , un’Europa della crescita e della
solidarietà, fuori dagli orpelli burocratici, dagli egoismi nazionali e dai
diktat finanziari. La fallimentare governance politica europea impostata sul
metodo intergovernativo lasci il posto a una reale governance comunitaria della
sovranità condivisa per tornare a un’Europa fedele al suo motto: “Unita nella
diversità”.
09 giugno 2016
TAX DAY, IL FISCO BATTE CASSA di Antonio Laurenzano
TAX DAY, IL
FISCO BATTE CASSA
di
Antonio Laurenzano
Contribuenti all’erta! Per
imprese e famiglie si avvicina il “tax day”, il giorno delle tasse. Entro il 16
giugno i pagamenti di Imu, Tasi, Irpef , addizionali, Ires, Irap e cedolare
secca sugli affitti. Il fisco batte casa: con i versamenti di acconti e saldi dell’anno precedente
l’appuntamento di metà giugno porterà
nelle casse di Stato, regioni e comuni oltre 40 miliardi, cinque miliardi in
meno rispetto al 2015 per l’effetto della eliminazione dalla base imponibile
Irap del costo del lavoro e soprattutto
per l’esenzione Tasi dell’abitazione principale.
Per la fiscalità locale un quadro
normativo più semplice perché la Legge di stabilità, in attesa di una riforma
più strutturata sui tanti balzelli comunali, ha bloccato la possibilità per i
sindaci di ritoccare le aliquote al rialzo per evitare il rischio di aumenti
“compensativi” del bonus assicurato alle abitazioni, in considerazione che
sugli immobili diversi dall’abitazione principale oltre all’Imu rimane in vita
anche la Tasi nei circa 4 mila Comuni
che nel 2015 l’hanno applicata e la super- Tasi dello 0,8 per mille, se
deliberata entro lo scorso 30 aprile. Dalla tassazione sugli immobili un
“bottino” per gli Enti locali di circa 10 miliardi.
Una tassazione in cerca di
equità. Non si può continuare a tassare
per fare cassa senza una
complessiva riflessione sulla fiscalità immobiliare, e non solo quella relativa ai tributi locali, che
tenga conto della perdurante crisi del mercato.
Con l’italica fantasia si cambia il
nome delle tasse ma il mattone resta sempre nei … pensieri del
Legislatore, in attesa della riforma
del catasto che da vent’anni attende una sua attuazione legislativa. Sostituire
nel sistema fiscale l’obsoleto concetto di “vano”, risalente al 1929, con
quello di metro quadrato delle superfici, adattare i valori di proprietà e
quelli locativi ai valori del mercato reale, sono passaggi indispensabili per
superare iniquità e sperequazioni nelle tassazioni. Senza ignorare il “mistero
buffo” tutto italiano delle abitazioni di lusso che sarebbero, secondo alcune
stime, almeno dieci volte tante e che finora sono sfuggite all’occhio … poco
vigile del fisco proprio grazie a una normativa superata dal tempo e dalle
dinamiche socio-economiche del mercato. Un vuoto legislativo che tarda a essere
colmato e che consegna i bilanci comunali al’indiscriminato prelievo fiscale
sulla proprietà immobiliare.
Appare dunque non più rinviabile la semplificazione di adempimenti e scadenze.
Il continuo susseguirsi di novità tributarie alimenta incertezze interpretative
e difficoltà operative. Da anni si opera in presenza di una frantumazione della
legislazione tributaria, di un proliferare della normativa che è causa non solo
di uno scadimento qualitativo della legislazione ma anche della potenziale
ignoranza della legge, con grave pregiudizio di ogni principio di diritto.
Sarebbe ora di voltare pagina: mettere al centro, sul piano legislativo,
l’obiettivo di una profonda semplificazione che riduca in modo sostanziale gli
adempimenti e quindi il numero delle scadenze e …. possibilmente la pressione
fiscale. Una strada stretta da percorrere, quest’ultima, a causa dell’alta
evasione e dei vincoli europei imposti
dall’ingombrante debito pubblico.
In un decennio in Italia la
pressione fiscale, rapporto fra gettito fiscale e PIL, è salita di oltre
quattro punti, dal 39 al 43,3%.
Un aumento che tuttavia non è riuscito a fermare la crescita del debito, perché
nello stesso periodo la spesa pubblica, al netto degli interessi (!), è
aumentata altrettanto. Nell’eurozona la
pressione si attesta al 40% rispetto alla quale l’Italia si colloca al quarto
posto, dopo Francia (47,6%), Belgio (47,2%) e Finlandia (44%). La Germania
(39,4%), Paesi Bassi (37,2%) e Spagna (33,7%) sono al di sotto della media
europea. Ancora più basso il prelievo in Slovacchia e Irlanda (30,2%). Conciliare gettito tributario e capacità
contributiva del contribuente sarebbe una scelta di civiltà giuridica per
l’affermazione dei principi di civiltà giuridica con cui uno Stato moderno deve
relazionarsi con i propri cittadini.
Nel Belpaese un taglio delle
tasse, se pur minimo, è affidato alla
manovra di bilancio del prossimo anno auspice il rafforzamento della spending
review e la quota di maggiore deficit che dovrà essere accordato da Bruxelles
per scongiurare il rischio di un aumento dell’IVA che, in caso contrario,
scatterà dal 2017. Spending e flessibilità di bilancio, nei disegni del
Governo, costituiscono la strategia
vincente per ridurre le tasse,
rilanciare investimenti, consumi e occupazione. Realpolitik o …. libro dei sogni?
06 giugno 2016
TERRORE PROFONDO Dario Argento recensito da Miriam Ballerini
TERRORE PROFONDO Dario Argento
sezione
a cura di Gianni Pilo
© 1997 Newton & Compton
Editori ISBN 88-8183-597-5
€ 5,00 Pag. 470
Per gli appassionati di Dario
Argento, questo libro è una vera chicca. È stato preceduto da un altro volume Profondo
Thrilling che, purtroppo, non sono riuscita a trovare.
Terrore profondo raccoglie
le trame di 6 film del famoso regista: Suspiria, Inferno, Phenomena, La porta
sul buio, Opera, Demoni.
I testi non sono stati scritti
dal regista, ma romanzati da diversi scrittori: Luigi Cozzi, Nicola Lombardi,
Antonio Tentori, Igor Scanner e Massimo Brando.
Il tutto inizia con il racconto
di un tizio che entra a visitare il museo di Dario Argento “Profondo rosso”,
sito a Roma. Scende nello scantinato e qui… vive tutte le storie che
seguiranno.
I film trasposti in questo libro
sono riprodotti in modo che li si legga, ma che si vivano d’immagini. Per me
che ho visto tutti i film, è stato come rivivere le scene inquietanti della
pellicola, provando gli stessi brividi.
Ovviamente è un libro per gli
amanti del genere, che non saltino sulla sedia alla prima scena cruda che
incontrano.
Perché, si sa, anche leggere ci
trasporta con la fantasia, facendoci immaginare quanto è stato scritto. Forse
la scrittura rende meno feroci alcune scene, ma di sicuro sanno portarci là
dove desiderano.
Un grande pregio di questa
raccolta è che in essa è contenuta la biografia di Dario Argento, per scoprire
che non è nato col cinema horror. Mentre, in fondo, possiamo leggere delle
appendici dove poter curiosare nel mondo di Argento, fra le schede tecniche dei
suoi film e di quanto ha realizzato in tv.
Una sorta di enciclopedia horror
dedicata a questo grande regista che riesce sempre a farci paura.
I film qui narrati sono alcuni
dei gialli, altri storie paranormali, altri ancora horror. Argento spiega che
le sue storie non sono nate per essere scritte, ma per venire rappresentate.
Inoltre, puntualizza che lui non li giudica dei veri e propri horror, ma degli
studi sui tempi narrativi e sulla tensione.
Sicuramente la tensione non
manca, sia che li si legga, o li si guardi.
© Miriam Ballerini
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