29 dicembre 2008
Geografia: la teoria di Malthus
Geografia: la transizione demografica
Geografia: il problema demografico
Per indice di natalità si intende il rapporto millesimale tra numero di nati in un anno ed il numero di abitanti. In Italia questo rapporto è di 9,4 abitanti nati annualmente ogni mille abitanti, contro i 50 che sarebbero la natalità naturale di un popolazione media non controllata sul piano demografico.
Nel mondo le politiche demografiche, a seconda dei periodi storici e dei condizionamenti economici e religiosi, da sempre sono divise in politiche nataliste ed antinataliste, promosse spesso entrambe dai medesimi paesi in periodi storici diversi. L’Italia, la Germania ed il Giappone promossero ad esempio una politica fortemente natalista prima e durante la II guerra mondiale, facendo sorprendentemente passare l’indice di natalità tedesco da 15 (nel 1933) a 20 (1939).
In Russia, mentre all’indomani della Rivoluzione la politica natalista fu sconsigliata, un forte incremento della natalità fu dettato da esigenze belliche negli anni Quaranta, per poi tornare ad una caduta verticale dell’indice delle nascite subito dopo il disfacimento dell’URSS (8,4/oo).
Una cosa analoga è avvenuta in Cina dove, dopo le campagne nataliste promosse da Mao, si è giunti oggi a politiche di forte contenimento delle nascite.
Un discorso simile può essere fatto per la mortalità, il cui indice millesimale si calcola esattamente nello stesso modo di quello di natalità: in Italia tra l’altro i due indici coincidono, siamo dunque a crescita zero.
Ovviamente la morte non può essere evitata, ma la lotta contro quest’ultima ha portato negli ultimi secoli a notevoli successi nei confronti delle cause esogene di morte, quelle cioè legate all’ambiente, al clima ed alle malattie batteriche. Lo sviluppo della farmacia nulla o poco ha potuto però nei confronti dello sviluppo delle cause endonege di morte, come le malattie cardiovascolari ed i tumori, che sono aumentate nonostante la continua cura loro prestata perché si tratta di malattie fortemente legate allo stile di vita, più malsano nei paesi sviluppati piuttosto che negli altri, dove la vita è maggiormente a “misura d’uomo”.
Riguardo alla mortalità va detto anche che i principali progressi nella lotta alla morte di sono avuti, negli ultimi secoli, soprattutto per quanto riguarda la riduzione della mortalità infantile, che una volta era la principale causa di riduzione dell’età media nei paesi sviluppati, mente oggi falcidia solo la aree in via di sviluppo.
Per questo motivo l’indice di mortalità infantile, cioè il numero di bambini morti con meno di un anno di vita in rapporto al numero di neonati in un anno, è uno dei principali indici di benessere di un paese: in Italia ad esempio muore all’incirca un neonato ogni duemila, ma nel terzo mondo muore ancora oggi un bimbo ogni 10.
Detto questo è bene precisare che ad ogni modo i problemi della mortalità, sebbene importanti, sono surclassati da quelli della natalità, la quale oltre ad essere evitabile è anche molto più pericolosa nell’ottica dello sviluppo del pianeta: l’ONU attualmente stima una popolazione mondiale di 9,4 miliardi di individui nel 2050; per questo molti paesi, tra cui l’Italia, attuano una politica di controllo delle nascite.
La stessa ONU ha organizzato negli ultimi decenni ben tre conferenze sul problema demografico. Una a Bucarest nel 1974, una a Città del Messico dieci anni più tardi, una al Cairo nel 1994. In quest’ultima si è acceso lo scontro tra i paesi ad orientamento liberista e quelli di orientamento cattolico e mussulmano: i primi sono sostenitori della linea malthusiana, cioè della necessità di operare con un drastico controlllo delle nascite nei paesi in via di sviluppo, poiché è questa secondo loro la principale causa di povertà di queste aree; i secondi, contrari invece anche per ragioni religiose al controllo demografico, sono invece dell’opinione che sia etico da parte degli degli stati più ricchi attuare politiche tese ad aiutare i deboli, indipendentemente dalla politica demografica adottata.
Autore: A. di Biase
Revisioni: -
Fonte: riassunto da "Compendio di Geografia umana", P. Dagradi - C. Cencini, Pàtron editore
Fonte fotografica: www.pimemilano.com
27 dicembre 2008
"Ombre su Campo Marzio" di Claudio Foti
OMBRE SU CAMPO MARZIO
Postfazione di Gianfranco de Turris
Edizioni Tabula fati
Le vicende narrate prendono spunto da avvenimenti storici per poi librarsi nella fantasia. Questo romanzo ripercorre, più o meno fedelmente, la storia di un viaggio fatto nel 969 da Gerberto d’Aurillac, il futuro papa Silvestro II, personaggio controverso e carismatico che con il suo talento e la sua personalità è al centro di moltissime vicende storiche e leggendarie.
Ricostruire in maniera coinvolgente e credibile la vita quotidiana di quegli anni non è stato facile, ma spero di poter regalare ai miei lettori un po’ di quell’atmosfera lontana e, per i più di loro, altrimenti irraggiungibile.
Non tutto quanto narrato può essere incasellato in avvenimenti storici ben definiti, ma la maggior parte, credetemi, sì. Il conte Borell, il vescovo Attone, papa Giovanni XIII e naturalmente Gerberto d’Aurillac, il papa mago, sono realmente esistiti.
Silvestro II è un personaggio strano. Uomo scomodo il cui pensiero precorreva i tempi, e che solo di recente è stato debitamente rivalutato. Uomo estremamente affascinante, di vasti interessi e profonda cultura, per le cui qualità fuori dal comune è stato ed è tuttora oggetto d’indagine da parte di studiosi di varie discipline.
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**Nato a Roma nel 1967 Claudio Foti scrive continuamente inventando sempre nuove storie e nuovi mondi. Ha vinto la prima edizione del Premio Elsa Morante 2000, sezione romanzo di genere, con il romanzo fantasy "Dobb e gli adoratori di Fenrir" pubblicato nel 2003 (Ed. Di Salvo). Nello stesso anno il racconto "Cunicoli sotto il Tevere" ottiene la menzione speciale al Premio Letterario Yorick. Nel 2004 il racconto breve "Roma" vince il Concorso di Roma Radio Spazio Aperto e il racconto "Un’immersione fantastica" viene pubblicato nel libro Il Mio Mare (Ed. La Mandragora). Nel 2005 il racconto "La Corte" viene pubblicato sulla Fanzine di Fantascienza “Apuliancon" e il romanzo fantasy "Zymill" ottiene il secondo posto al concorso “Le ali della fantasia”.
Con il romanzo "Ombre su Campo Marzio" ha vinto la seconda edizione del Premio Le Ali della Fantasia 2006.
24 dicembre 2008
Il vero benessere secondo Bob Kennedy
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle […].
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. […]
20 dicembre 2008
"La follia in scena" di Gianluca Corrado
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Fonte:
http://www.edizionisolfanelli.it/lafolliainscena.htm
edizionisolfanelli@yahoo.it
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18 dicembre 2008
I giapponesi e la fine dei tonni
Ogni anno in questo periodo i tonni, seguendo le correnti, lasciano il freddo dell’Oceano Atlantico per entrare , attraverso lo stretto di Gibilterra, nelle più tiepide acque del Mediterraneo, dove si riprodurranno. I banchi di tonni costeggiano la Spagna, le Baleari e giungono in Sardegna. Qui si dividono : una parte si dirige verso l’Elba, un’altra scende in Sicilia e, lungo la costa tirrenica, va da capo Lilibeo a capo Peloro, per poi scendere a capo Passero. Quindi risalgono e si dirigono verso la Puglia e la Campania, costeggiando la Calabria nei due versanti, jonico e tirrenico. La femmina nuota placidamente in profondità, attorniata da quattro cinque maschi pronti ad entrare in azione e fecondare la nuvola lattiginosa delle uova che si spande nell’acqua. Giunti alla fine di questa romantica crociera , paghi del lavoro compiuto, i tonni ritornano negli spazi sconfinati dell’oceano atlantico. Ma nello svolgimento di questo viaggio attraverso il mediterraneo molti di loro , un tempo , venivano catturati , finendo nelle reti dei tonnaroti che, guidati dai loro rais, ingaggiavano con i tonni una lotta atavica, fatta di sangue, di mare, muscoli e preghiere, la famosa “mattanza” . Ricordo storie fantastiche e tragiche di “pesche miracolose” di tonni con cui venivano sfamati interi paesi costieri della Puglia , della Calabria e della Sicilia. Ora questo ciclo produttivo del tonno nel “mare nostrum” rischia di scomparire, perché, a causa della bontà delle sue carni, specialmente nella varietà di tonno rosso, il prelibato pesce è diventato oggetto di una caccia spietata che ha finito di ridurne drasticamente la popolazione, mettendone a rischio la stessa sopravvivenza. Il boom è avvenuto (e te pareva!) in Giappone , dove il tonno viene usato per preparare il sushi e dove i ristoranti, per averne un esemplare gigante, (possono arrivare fino a 700 chili) sono disposti a pagare fino a centomila euro. L’ingente consumo di sushi e sahshimi ha determinato l’insorgere di una domanda in continua espansione e ha spinto l’industria ittica a studiare sistemi di pesca sempre più sofisticati ed efficienti che si avvalgono anche dell’ausilio di rilevamenti satellitari e avvistamenti aerei. Lo sguardo vigile del rais è stato sostituito dall’occhio infallibile di un satellite, le barchette dei tonnaroti da enormi pescherecci giapponesi, coadiuvati da elicotteri e veloci motobarche che circondano i banchi dei tonni per farli rallentare. Vengono così catturati centinaia di tonnellate di pesce, immediatamente congelati nella nave stessa. Si tratta di vere e proprie fabbriche galleggianti. Questo tipo di pesca, così lontana dalla mattanza tradizionale, rischia l’estinzione del tonno. Lo ha detto a chiare note la scienziata americana Barbara Block, lo hanno ribadito Thortonsen e Gunnarson , scienziati scandinavi. Per scongiurare questa tragedia bisogna necessariamente porre in essere delle regolamentazioni più rigide di quelle adottate finora, bisogna adottare delle misure restrittive a salvaguardia del pesce più rappresentativo della cucina italiana. Nel frattempo , i nostri ultimi rais e tonnaroti rimasti , quelli di Favignana e Carloforte , (si tratta di centinaia di famiglie che vivevano della pesca del tonno ) stanno chiudendo bottega, perché le flotte giapponesi , con barche da diecimila tonnellate, per mezzo di sonar e segnalazioni satellitari, individuano i banchi di tonni in arrivo subito dopo lo stretto di Gibilterra, li accerchiano e li catturano, e nel Mediterraneo ne arrivano ormai davvero pochi.
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17 dicembre 2008
"La virtù di Checchina" di Matilde Serao
Geografia: la biodiversità e la sua conservazione
Per biodiversità si intende la totalità degli esseri viventi presenti sulla Terra. Dagradi e Cencini, dell'Università di Bologna, la distinguono in tre diverse manifestazioni: quella genetica, quella di specie, e quella di ecosistema, che si riferisce non tanto agli esseri viventi, ma piuttosto a ciò che li circonda, il che non è meno importante.
Autore: A. di Biase
Fonte fotografica: http://www.deza.admin.ch/
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16 dicembre 2008
Geografia: la densità della popolazione
Le aree densamente popolate (da 50 a 100 ab/kmq) sono in genere continue a quelle ad alta densità e vanno per lo più a costituirne un debordamento o un completamento. Regionamento questo che vale sia in Europa che in Asia.
A media densità (10/50 ab) sono, in Europa, la Meseta spagnola, la Penisola Balcanica e la Russia; in Asia l'Anatolia e la Penisola Indocinese, in Africa il Golfo di Guinea. In America il Middle West ed il Messico.
Le aree a bassa dendità sono molto vaste, sia in Europa, nelle zone fredde, sia in Asia nelle zone secche come il Turchestan; in Africa tutta la savana è bassamente popolata, mentre in America abbiamo il Canada e le praterie del West.
Le aree a bassissima densità sono in fine quelle forestali, sia in Canada ed in Russia che in Congo ed in Amazzonia, oppure le steppe della Patagonia e dell'Asia centrale.
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Autore: A. di Biase
Revisioni: -
Fonte del testo: "Compendio di Geografia umana", P. Dagradi - C. Cencini, Pàtron editore - Bologna
Fonte fotografica: www.gianfrancomicciche.net
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15 dicembre 2008
Bush preso a scarpate
Geografia: lo sviluppo sostenibile
Revisioni: -
Fonte fotografica: http://blog.stefanoepifani.it
Fonte dei testi: "Compendio di Geografia umana" - P. Dagradi - C. Cencini - Pàtron editore
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14 dicembre 2008
Geografia: l'allarme ambientale
Geografia: le carte tematiche
Le carte tematiche sono un particolare tipo di carte geografiche il cui scopo non è quello di rappresentare i confini e la morfologia del territorio, bensì la presenza di fenomeni specifici, come quelli metereologici, oppure caratteristiche della popolazione, come lingua parlata, densità, mortalità, natalità ecc.
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Autore: A. di Biase
Revisioni: -
Fonte per i testi:
-"Compendio di geografia umana", P. Dagradi - C. Cencini, Pàtron edizioni - Bologna
- La rappresentazione simbolica è fonte di conoscenza personale.
13 dicembre 2008
Geografia: le carte topografiche
12 dicembre 2008
Geografia: le carte geografiche
Una cosa interessante da ricordare in epoca più tarda - siamo qui nel Medioevo - è che gli studiosi del tempo erano spesso ecclesiastici, quindi il punto di riferimento di molte carte del tempo fu l'Oriente. Poiché le Scritture indicano l'Eden trovarsi ad Oriente e volendo probabilmente essi far corrispondere quest'ultimo al 'cielo' le carte avevano l'Est in alto. Questa visione, bizzarra per gli occhi dei moderni, proseguiva poi con l'immaginare che le terre fossero contenute in un cerchio e che le acque formassero una T all'interno del cerchio. Il gambo della T generalmente corrispondeva al Mediterraneo, mentre il tratto orizzontale era dato da mari e fiumi orientali, come il Nero, il Rosso il Caspio oppure il Don ed il Nilo. Le carte "T in O" oggi possono far sorridere, ma all'epoca di Dante ad esempio rispecchiavano un comune intendimento cosmologico, al punto che ancora oggi si parla di 'orientamento' come termine generale per indicare la ricerca della 'giusta' direzione. A Dante, ad esempio, il cammino verso Oriente viene forzatamente impedito nel I canto dell'Inferno.
11 dicembre 2008
"Miscellànea" di Eduardo Roccatagliata
Eduardo Roccatagliata**
ALBUSedizioni, 2008
“Di fronte ad un lavoro così complesso, così carico di 'umanità' nella sua più alta espressione come questo di Eduardo, non si può non restare profondamente colpiti per la sua vastità argomentativa ed emotivamente coinvolti. Si ha l’impressione di ammirare un grande, stupefacente affresco ripartito in varie sezioni, ciascuna delle quali riporta al motivo centrale, per ricostituire l’unità solo apparentemente suddivisa: la testimonianza 'visiva' di un Artista polivalente, in cui si sommano ed armonizzano in perfetta fusione le peculiarità del poeta, del narratore, del saggista, del pensatore e del pittore”.
“Il suo mondo è quello che attraversiamo tutti i giorni: solo che noi tiriamo dritto come inseguendo chissà quali traguardi, mentre lui sa fermarsi a parlare, ed osservare, a scoprire affinità, comunità di sentire. Sa fare dono del proprio tempo e, cosa ancora più rara, dell’ascolto. Perciò la sua pagina “sa di uomo”, con tutte le grandezze e debolezze dell’uomo, di ogni uomo”.
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**Eduardo Roccatagliata è insegnante, laureato in pedagogia, pittore. Animatore culturale.
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Geografia: la geografia umana
In realtà la geografia umana è più antica e le sue origini vanno ricercate alla metà del Settecento, quando con il completamento delle scoperte geografiche l’attenzione dello scienziato cominciò a spostarsi dal territorio verso l’uomo in relazione all’ambiente.
Un primo passo verso la geografia moderna fu compiuto da Alexander von Humboldt (1769-1859), il primo ad occuparsi della ricerca di modelli generali per la descrizione dei fenomeni naturali che riguardino una determinata area geografica. Esulando in parte dalla semplice descrizione fisica del territorio Humboldt, nella sua opera Kosmos, gettò le basi della metodologia geografica moderna.
Al geografo di estrazione storicista Ritter (1779-1859) dobbiamo invece, nella sua opera Erdkunde, un primo studio delle popolazioni dal punto di vista dell’evoluzione storico-geografica, ma solo dopo la pubblicazione de “L’origine delle specie” di Darwin si ha la vera svolta, perché per la prima volta si ammette la possibilità di un percorso evolutivo che, indipendentemente dalle implicazioni teologiche, avrebbe condizionato il territorio e gli esseri viventi da tempo immemorabile.
Contemporaneo di Darwin è Friedrich Ratzel (1844-1904), il primo grande geografo umanista, purtroppo completamente travisato in epoca nazista. Nell’opera Anthropogeographie egli getta le basi sistematiche della nuova scienza, occupandosi non solo di geografia fisica, bensì anche di distribuzione della popolazione, di migrazioni, stili di vita ed organizzazione economica. Il salto è considerevole dal punto di vista qualitativo perché Ratzel si occupa anche di geografia politica, spostando cioè l’oggetto geografico dalla popolazione allo stato, alle sue relazioni interne ed esterne: nasce così la Geopolitik, sebbene ancora del tutto priva di quel tratto ideologico che in seguito si sarebbe tentato di attribuirle.
Contemporaneo di Ratzel fu anche un grande geografo francese, Paul Vidal de la Blache, sostenitore di un modello storicista più evoluto di quello di Ritter. Per de la Blache l’uomo non è infatti nient’altro che un fattore geografico, il quale influenza ma è altrettanto influenzato dall’ambiente che lo circonda. Gli impulsi al cambiamento non provengono dunque esclusivamente dalle comunità umane, bensì è lo stesso ambiente a fare la sua parte evolvendo e condizionando la vita dell’uomo.
Nell’ultimo cinquantennio, con la progressiva introduzione di potenti strumenti di elaborazione e calcolo la geografia umana ha in fine preso la strada dei modelli matematici i quali, tenendo conto dei molteplici fattori di interazione tra uomo e territorio, sono oggi in grado di essere più precisi anche dal punto di vista quantitativo. Per la geografia moderna, non più studio semplice dei luoghi, bensì scienza dell’interazione fra aree e dell’analisi spaziale, l’americano Peter Gould ha coniato il temine di New Geography.
09 dicembre 2008
“IL VENTO DELL’ODIO” DI ROBERTO COTRONEO
E’ da poco arrivato in libreria “Il vento dell’odio”, nuovo romanzo di Roberto Cotroneo. A quale tempesta si riferisce questo titolo passionale ?
A quella che, negli anni ’70, scosse in modi diversi una intera generazione e spinse alcuni giovani, punta estrema di una rivolta, ad atti distruttivi verso altri e verso se stessi. Gli anni cioè del terrorismo, anni di turbolenze mosse da ciò che detta i comportamenti umani prima dell’ideologia: l’inconscio.
Tema difficile, interessante, nonché moderno, dal momento che questo “vento” soffia sull’intero globo, in forme differenti, con vari linguaggi, ancora oggi.
Soggetto dostoevskijano che ci riporta alle “Memorie dal sottosuolo” e ai “Demoni”.
Abbandonare una certezza è difficile, significa uscire da una chiesa, ci vuole un coraggio e un adattamento vitale che non tutti possiedono: più spesso la ribellione sfocia in una protesta adolescenziale che, in rari casi, raggiunge il nichilismo. Appartiene a questo “tipo psicologico”, per dirla con Jung, Cristiano Costantini, il personaggio creato da Roberto Cotroneo con abile scandaglio, terrorista latitante da decenni, che non sa di avere lasciato nella casa dove abitava delle carte sconvolgenti, in seguito ritrovate dalla persona alla quale ha venduto l’appartamento, Giulia Moresco.
Cristiano e Giulia: lui terrorista, lei fiancheggiatrice affettivamente coinvolta. Canone a due voci di raffinata musicalità letteraria: figlia di un uomo del PCI lei, uomo di destra il padre di Cristiano. Entrambi forgiati secondo un’educazione integralista. Seguendo le loro riflessioni, i loro pensieri, siamo avventurosamente trasportati in quel “cono d’ombra” che rappresenta la vita appena trascorsa della nazione. Libro che è fotografia del recente passato e ci aiuta meglio a comprendere il presente.
Col piglio del grande narratore Cotroneo ricompone la storia attraverso il particolare e il quotidiano: biografia e pensieri di lui, biografia e pensieri di lei. Viene rappresentato lo spirito di un paese, di un costume - quello che i tedeschi chiamano lo Zeitgeist del tempo – illuminando la nostra storia meglio di tanti saggi e inchieste. Senza, tuttavia, pretendere di esaurire quegli interrogativi insoluti la cui risposta è insita nella portata dell’enigma.
Autore: Cotroneo Roberto
Editore: Mondatori
Anno 2008
Pagine 283
€ 18.00
ADDIO AL PATTO DI STABILITA’ STUPIDO di Antonio Laurenzano
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