25 dicembre 2013

Il Quarto Re Magio

 
 
Dopo che i tre Magi si congedarono dal Bambino Gesù e da sua Madre, dalla Persia arrivò un quarto Re che aveva deciso di portare in dono tre bellissime perle, grosse come uova di piccione.
Giunto davanti al Bambino, cominciò a scusarsi e a dire: “Lo so, sono fuori tempo massimo e a manivuote, ma ecco perché: un giorno, mentre entravo affamato e stanco in una bettola, ho visto un vecchio che tremava dal freddo.
Ho preso una perla e l’ho data all’oste dicendogli: «Procuragli cibo e medicine».
Stavo per raggiungere i tre Magi che mi precedevano quando, dall’interno di un cortile, udii delle grida di aiuto. Entrai e vidi dei mascalzoni che infastidivano una ragazza. Allora ho preso la seconda perla e ho comprato la sua libertà. Lei mi abbracciò e fuggì verso la montagna.
Mi restava una perla. Almeno quella avrei voluto portarti, ma, arrivato qui a Betlemme, incontrai alcuni militari che infierivano su dei bambini. Un soldato era lì lì per ucciderne uno. Così, presi l’ultima perla che mi restava, gliela regalai ed egli riconsegnò il piccolo alla madre.
Eccomi ora davanti a te a mani vuote, o Signore”.
Nella stalla si fece silenzio.
Maria e Giuseppe fissarono dolcemente quell’uomo avvilito.
Il Piccolo, che dormiva tra le braccia della Madre, aprì gli occhi.
Allora Maria fece cenno al Re di accostarsi e, con la scusa di cercare un pannolino, gli pose Gesù tra le braccia sussurrandogli:
“Non temere, Lui ha tanto gradito le tue perle”.
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Fonte: Giovanni Mascioni
Tratto da libreriadelsanto.it
 

23 dicembre 2013

BUON NATALE DA INSUBRIA CRITICA


NATALE 2013

Lo capiranno quest’anno?
Con gli abeti puntati al cielo,
i presepi stesi su muschi
o carte verdi.
Capiranno che non sono i doni,
i pacchi colorati,
le scorpacciate e lo sventaglio
di euro, quel che conta?
Che la crisi aiuti a vedere
oltre, a finestre aperte
sulla neve: sulle navi di dispersi,
disperati; alluvionati.
Di suicidi a lavoro sbrindellato
dallo Stato, dall’indifferenza.
Da chi pensa che i soldi
siano tutto,
quanto serve per reggere
quell’albero di palline dorate.
Con una stella in cima che
pende sghemba, e s’illumina
sulla scia di ghirlande
che s’incrociano sulla via dei
rami di bianco spruzzati.
Lo capiranno che è solo
augurare sereno Natale
e nascere con quel Cristo
ciò che conta?
Senza lussi, senza salti
sopra le righe, sopra le paghe,
sopra gli sprechi.
Solo una mano che stringe
una mano.


© Miriam Ballerini

04 dicembre 2013

Cittadini o sudditi? Di Antonio Laurenzano

   
CITTADINI  O  SUDDITI?
Lo Statuto del contribuente: carta straccia!
                  di Antonio  Laurenzano

Confusione fiscale! Il caos di questi giorni sul fronte degli acconti d’imposta e dell’abolizione (limitata) della seconda rata dell’IMU accredita sempre più  la tesi che la “cultura tributaria” del nostro Paese sia gestita da un … alieno! Solita acrobazia interpretativa di norme scritte per fare gettito, solita acrobazia finanziaria per rispettare gli obblighi legati al versamento di imposte e tasse.
Certo, le ragioni di bilancio dello Stato sono fondamentali, ma la legislazione tributaria dovrebbe supportare l’azione di un Fisco poco rispettoso dei contribuenti. Con una crisi economica che continua a mordere imprese e famiglie, falcidiando l’occupazione, è indecoroso il “gioco delle due tasche”:  da una parte si dà e dall’altra si prende! Senza  dimenticare  la fantasiosa “clausola di salvaguardia”, una sorta di “pronto soccorso” per i conti pubblici. Se un’imposta non produce il gettito previsto ne scatta subito un’altra (già votata e pronta … nel cassetto!). Cambiano le sigle, ma la pressione fiscale non diminuisce! 
Causa  disagi e malumori  un’azione amministrativa che da troppo tempo stravolge le “regole del gioco”. Che fine ha fatto lo Statuto del contribuente? A tredici anni dalla sua emanazione si continua a violarne i principi base: dalla retroattività  delle disposizioni tributarie alla loro scarsa chiarezza , alle norme tributarie inserite in “leggi omnibus”, con oggetti diversi. Non è pensabile un ordinamento tributario affidato alla causalità, all’incertezza e all’arbitrio. Quando fu varato lo Statuto dei diritti del contribuente nel luglio del 2000, dopo una sofferta gestazione parlamentare, si parlò del tentativo di “imporre il buon senso per legge”. Ma a distanza di tempo stenta a realizzarsi un pieno riequilibrio fra le parti in causa. 
La sua ripetuta violazione  è stata fortemente criticata in occasione del recente Congresso nazionale dell’ANTI (Associazione nazionale tributaristi italiani) tenuto a Milano. Lo spirito originario dello Statuto (“una diga a favore del contribuente contro gli abusi dell’Amministrazione finanziaria”) ha perso ormai il potenziale deterrente. Basti guardare le raffiche di provvedimenti che costringono contribuenti e professionisti  a un estenuante slalom fra leggi, decreti legge, circolari e risoluzioni ministeriali: un vero ginepraio! Come sta accadendo in questi giorni con black-list, IMU, “speso metro”, acconti, comunicazioni finanziamento soci, scadenze di fine anno.
Da quando è in vigore, lo Statuto del contribuente è stato violato e … raggirato dai Governi, dallo stesso Legislatore e dalla Pubblica Amministrazione più di cinquecento volte a dimostrazione della incapacità di tale strumento legislativo (una legge ordinaria, derogabile, priva di rango costituzionale: questo il suo limite) di porre un argine realmente efficace alle scadenze ravvicinate, alle proroghe dell’ultima ora, alle indicazioni spesso tardive e non esaustive e soprattutto alla retroattività delle norme.
E con la Legge di stabilità in discussione in Parlamento, le violazioni sono destinate ad aumentare, sia per l’ambito erariale che per l’inesplorato labirinto della imposizione locale. Non è la strada migliore per l’affermazione dei principi di civiltà giuridica con cui uno Stato moderno deve relazionarsi con i propri cittadini. Da più parti è stata lanciata la provocazione di abolire lo Statuto dei diritti del contribuente in presenza di una costante sua delegittimazione. Carta straccia! L’auspicio, invece, è che lo Statuto recuperi presto e in toto la centralità che gli compete, attraverso adeguate innovazioni sul piano operativo,  per assicurare trasparenza e credibilità al difficile rapporto fra Fisco e contribuente e superare ogni incertezza del diritto.  

ADDIO AL PATTO DI STABILITA’ STUPIDO di Antonio Laurenzano

ADDIO AL PATTO DI STABILITA’ STUPIDO di Antonio Laurenzano Addio al “Patto di stu...