23 ottobre 2008

Letteratura: Petrarca Francesco

Nota enciclopedica
Francesco Petrarca (Arezzo 1304, Arquà 1374) diplomatico, poeta e scrittore, è stato il primo grande intellettuale italiano. Figlio del notaio Pietro di Ser Parenzo, che era stato esiliato da Firenze assieme a Dante perché guelfo bianco, Petrarca è cresciuto prima ad Incisa Valdarno e poi a Pisa, studiando grammatica sotto la guida di Convenevole da Prato.

Grande appassionato di cultura classica, intraprende gli studi giuridici prima a Montpellier e poi a Bologna tra il '20 ed il '26, ma la sua figura è indissolubilmente legata alla corte papale avignonese, dove è ospite a più riprese e dove torna alla morte del padre per prendere i voti.
Nel 1327 proprio ad Avignone incontra Laura, che sarà musa ispiratrice per gran parte della sua poesia, anche dopo la di lei morte avvenuta nel 1348.
E' già un intellettuale conosciuto quando, nel 1337, visita Roma ed inizia a comporre due opere a sfondo classico, il "De viris illustribus" e "Africa", un poema ispirato alla II guerra punica.

Nel 1340 dopo essere disceso a Napoli presso Roberto d'Angiò riceve, l'8 aprile 1341, l'alloro poetico in Campidoglio, cosa alla quale aveva mostrato di tenere parecchio.
Agli anni successivi è legata la composizione di tre importanti opere latine, il "Bucolicum carmen", il "De vita solitaria" ed il "De otio religioso".

La vita del Petrarca è stata piuttosto densa di continui trasferimenti per via della sua capacità diplomatica, la quale lo aveva anche fortemente legato alla famiglia romana dei Colonna. Quando però il nostro sostiene la rivolta popolare di Cola di Rienzo, il rapporto con Giovanni Colonna si incrina e Petrarca si ritrova costretto a trovare nuove protezioni. Nel '50 conosce Boccaccio che gli offre una cattedra nell'ateneo fiorentino, ma preferisce invece tornare ad Avignone, dove completerà tra l'altro la sistemazione della sua principale raccolta di liriche, il "Canzoniere".

Nel '53 si lega ai Visconti di Milano, che lo utilizzeranno come ambasciatore a Venezia, Praga, Mantova, Novara e Parigi. A Milano rimane fino al '61 quando, scoppiata la peste, si rifugia a Padova e poi a Venezia.
A partire dal 1370 si stabilisce definitivamente alla corte padovana e soggiorna ad Arquà, dove ancora esiste la sua casa e dove morirà nel '74, dopo aver completato le "Epistole senili" e dopo aver tradotto in latino l'ultima novella del Dacameron di Giovanni Boccaccio.
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Principali opere latine
Africa (1343?)
De Viris Illustribus (1357)
De Vita Solitaria (1346)
Bucolicum Carmen (1364)
De Otio Religioso (1357)
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Principali opere in volgare
Trionfi (1374)
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Principali scritti polemici
De Sui Ipsius et Multorum Ignorantia (1367)
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Autore: A. di Biase
Revisioni: -
Fonti: La letteratura italiana (Vol. II - Edizione Corriere della Sera - 2006)
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