11 dicembre 2021

Andrea De Carlo - Treno di panna - a cura di Marcello Sgarbi

 


Andrea De Carlo - Treno di panna - (Bompiani)


ISBN: 9788845256295

I libri di De Carlo contengono sempre una certa componente autobiografica. Ne è un esempio Guido Laremi, protagonista di Due di due. Anche in questo caso il personaggio principale – Giovanni – potrebbe essere un alter ego dell’autore.                                 Squattrinato e senza idee, come altri ragazzi della sua generazione si mette a inseguire il “sogno americano”. Amante della fotografia, si trasferisce a Los Angeles, forse con la segreta speranza di fare fortuna nel mondo dello spettacolo.                                                                         Un po' fra il Sal Paradise di Kerouac e il Bandini di John Fante ma questi due personaggi avevano perlomeno una passione per la scrittura – Giovanni vagabonda nella metropoli californiana, fra la Freeway e le colline di Beverly Hills. Dopo una prima occupazione da stereotipo cinematografico (il-ragazzo-italiano-che-lavora-come-cameriere-in-un-ristorante), si propone come maestro di italiano in una scuola privata ed ha addirittura l’occasione di insegnare alla sua attrice preferita. Lo sviluppo narrativo sembra preludere a una relazione fra i due, invece la trama si smaga fino a lasciare lui e lui, insieme e soli, a un party di lusso. Il romanzo mantiene quindi meno di quanto promette: una serie di istantanee senza un’emozione che le muova, uno sguardo più all’esteriorità che all’interiorità della propria vita.


Il pinnacolo del cinema dall’altra parte della strada era illuminato da festoni

di lampadine gialle, che palpitavano nel buio diluito. C’erano due ragazzi

che suonavano il sassofono in un parcheggio, circondati da gruppi di persone

in piedi o sedute sui cofani delle macchine. La musica che producevano

perdeva contorno nella notte; era difficile giudicarla. Mi sembrava di scoprire tutto

per la prima volta, un filo troppo tardi. Le situazioni erano già inoltrate,

sul punto quasi di esaurirsi.”


© Marcello Sgarbi

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