di Augusto da San Buono Vedi, caro figliolo, il vecchio Saba non credeva nel futuro, era un solitario e un pessimista incallito come lo erano tutti i vecchi del villaggio triestino che "hanno il tabacco./ Hanno il vino rosso./ A pochi passi il temuto cimitero. Ed io / (non quello temo, ai vinti unico pio) /avrei dovuto guarire /, sottrarmi un farmaco letale; /caricarmi di pesi sempre più gravi/- ed è questa - lo so, la legge della vita; /darmi, promettevano, in cambio, essi, una festa/, essi, i miei buoni amici. Perché/ tutto ti concendono i buoni, e non la morte". Ma il vecchio Saba era anche una miscela di vibrazioni contrastanti, dicotomiche, in lui c'era bontà e sdegno , infinita capacità di comprensione e un alto tasso di permalosità e rancore, assoluta incapacità nell' accettare critiche, ingenuità e ironia, furia e dolcezza. Era vulnerabile, predisposto alla malinconia e alla sofferenza, ma aveva una forte coscienza morale, orgoglio, fierezza, amor proprio,...