Mark Haddon Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte Spesso si sceglie un libro cercandolo con cura: si parte dall’autore, dall’argomento, da una recensione letta o da un passaparola fidato. Altre volte, invece, basta ancora meno: un titolo, una copertina, un’associazione di pensieri, una curiosità accesa da un motivo che nemmeno sapremmo spiegare. In questo caso ammetto che il nome dell’autore non mi diceva nulla, mentre il titolo mi evocava vagamente qualcosa di giallistico, senza che riuscissi a metterlo a fuoco. La copertina non mi ha colpito particolarmente: un ragazzo con un maglione blu che si copre in parte il volto e ci osserva con un solo occhio. Da appassionato di scacchi, mi ricorda un giovane Bobby Fischer, giocatore geniale ma che io non ho mai amato. La quarta di copertina, più che attrarre, confonde: si parla del ritratto di un adolescente “emotivamente dissociato”, si accenna a un giallo - “diverso da tutti gli altri” - e si descrive l’autore come uno scri...