Genova clonata a cura di Giovanni Gatto
GENOVA CLONATA
Se avete avuto
la fortuna e il piacere di visitare Istanbul, quasi certamente non vi
sarete persi la TORRE DI GALATA, nella parte più antica della
collina di Pera, che sorge dall’altro lato del Corno d’Oro
rispetto al Palazzo del Sultano.
La torre che vediamo oggi l’hanno
ricostruita gli Ottomani, secondo i loro gusti, dopo un grande
incendio alla fine del 1700, ma originariamente aveva sezione
quadrata e fu eretta sui resti di una vecchia torre sempre dai
Genovesi, a metà del 1300 quando si insediarono definitivamente in
questa zona della grande Costantinopoli o Bisanzio, come si chiamava
allora.
Quella zona, oggi quartiere di Beyoglu, a quel tempo si
chiamava Galata, e oggi c’è ancora una squadra di calcio turca che
si chiama Galatasaray, che ha la sua sede proprio lì vicino.
A
Istanbul io ci sono stato quasi di casa dal 2012 al 2022 e ho avuto
modo di girarla in largo e in lungo grazie ai miei “fratelli”
turchi: uno di questi mi prestava un suo piccolo appartamento proprio
nel cuore medievale di Pera/Beyoglu.
Un Genovese in una piccola
Genova spostata un po’ più ad Oriente!
Sto esagerando?
Mica
tanto: alla fine del XIII secolo, nella nostra città operava come
Notaio o forse Mercante un poeta/scrittore noto come l’Anonimo
Genovese, che ci ha lasciato un gran numero di scritti, poesie e –
perché no – pure atti commerciali e conti della spesa in volgare
ligure-italiano.
Questi, in una delle sue poesie, in cui racconta
con orgoglio della potenza di Genova e dell’operosità dei
Genovesi, scrive:
E tanti sun li Zenoexi
e per lo mondo sì
destexi,
che und'eli van o stan
un'atra Zenoa ge fan.
“E
tanti sono i Genovesi sparsi per il mondo, che dove loro vanno o
stanno, un’altra Genova si fanno”.
Nostalgia? Senso di
comunità? Non si può dire, ma la prima volta che dalle rive del
Corno d’Oro salii a piedi lungo una ripida stradina verso la
sommità della collina di Pera, mi trovai improvvisamente in una
piccola piazza dominata da un’alta torre. Ricordo benissimo la
sensazione di “déjà-vu” che mi assalì: “Ma dove sono
finito? Qui ci sono già stato…”
Ovviamente no, non c’ero
mai stato, ma spesso mi capita di salire a piedi dal porto antico
verso Sarzano, lungo la ripida stradina che passa tra la Torre degli
Embriaci e Santa Maria di Castello, la più bella Chiesa di Genova.
Una somiglianza incredibile: la zona della Torre degli Embriaci è
davvero come quella intorno alla Torre di Galata. Un caso? Può
darsi, ma a me piace pensare che i navigatori genovesi che qui
arrivarono già dopo la prima crociata decisero di costruire una
torre nel luogo che più gli ricordava casa…
(c) Giovanni Gatto
* La torre di Galata, a Istanbul

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