Torino
esoterica secondo Federico Gelli: tra alchimia e spiritualità
Nato nel 1995, Federico Gelli si laurea nel 2018
al Conservatorio Licinio Refice di Frosinone, per poi
specializzarsi in composizione per cinema e videogiochi alla Scuola
Internazionale di Comics di Roma. Recentemente ha presentato
Youniverse, suo nuovo progetto musicale da solista, che
segue il buon riscontro ottenuto con Dextermind.
Alla passione per la musica si affianca quella per la pittura, e
nel 2021 Gelli scopre - e subito abbraccia - la tecnica della colata
acrilica. Nel 2023 espone al Caffè Letterario di Roma e
partecipa a iniziative internazionali, suscitando un crescente
interesse.
Il suo è un cammino di ricerca spirituale, meditazione, ascolto
profondo di sé e del mondo: un percorso verso la calma e la
serenità, che diventa conquista personale e dono per chi gli sta
vicino.
Ho avuto la fortunata occasione di incontrarlo nel giugno 2025, in
occasione della sua mostra personale Torino Esoterica,
ospitata nei locali di via Mazzini da Arteaportè – già
Arteàporter, ribattezzata per questioni legate al logo.
La
mostra nasce dal primo premio ottenuto da Gelli nel contest FLUID
EXPRESSION.
Il destino ha voluto che vi arrivassi impreparato, dopo aver
trovato chiusa un’altra galleria che volevo visitare. La mostra di
Gelli, peraltro, era ancora in allestimento: colpa del treno da Roma
che era arrivato con un notevole ritardo. Contrattempi ordinari,
umanissimi.
Nonostante ciò, sono stato accolto con grande
gentilezza e invitato a restare, anche se la mia presenza, va detto,
intralciava un po’. Ho potuto assistere così alla nascita della
mostra: alla disposizione delle opere, attenta e calibrata, seguendo
i flussi dei colori e delle linee, le altezze, gli spazi, le
risonanze visive. Un gioco magnetico, dove i quadri a volte si
attraggono, a volte si respingono.
Ho ammirato - non senza una certa invidia - la serenità
contagiosa di Gelli, rimasta intatta nonostante la situazione
imprevista, il caldo crudele del pomeriggio e, soprattutto,
l’ingombro della mia presenza. Dove altri avrebbero perso la calma,
lui ha mantenuto il sorriso.
Il titolo della mostra, come anticipato, era affascinante: Torino
Esoterica.
Ammetto senza vergogna di essere stato, soprattutto da giovane,
attratto dal mondo dell’esoterismo. I miei scaffali ne sono ancora
pieni: manuali, libri, mazzi di Tarocchi.
Col tempo, i pochi
risultati ottenuti mi hanno un po’ scoraggiato - maledetto quel
pendolino di quarzo rosa che mai si degnò di regalarmi una
soddisfazione!
Certo, vivere in una città come Torino, da sempre considerata uno
dei punti di massima tensione esoterica (in unione con Londra e San
Francisco per la magia nera, con Praga e Lione per quella bianca), ha
alimentato la mia curiosità.
Leggende, reliquie, simboli
nascosti, la Sindone e le Sindoni, le architetture massoniche e le
opere che mischiano sacro e profano: tutto a Torino sembra respirare
mistero.
A questo universo simbolico, Gelli dedica due opere.
Gradalis
Il primo quadro si riferisce al Sacro Graal, che secondo una
leggenda sarebbe custodito nella chiesa della Gran Madre di Dio:
basilica che nel nome richiama una divinità celtica più che
cristiana, e che si dice legata a messe nere e riti pagani.
Nel dipinto, il calice è nero e oro, decorato con un ovale bianco
e una croce rossa. Da esso esplode un getto violento, sanguigno,
inarrestabile - una forza spirituale e, al tempo stesso, primordiale.
Il
portale del Diavolo
La seconda opera riprende il celebre batacchio bronzeo del portone
di Palazzo Trucchi di Levaldigi, detto appunto Portone del
Diavolo. Gelli ne cattura la potenza simbolica: attorno
all’immagine centrale si sprigionano onde concentriche di colore e
luce. Come se un’entità potente - il Diavolo stesso? - stesse
bussando per farsi aprire. E i suoi colpi non si limitassero a
Torino, ma risuonassero in tutto il cosmo.
Alchimia
Tema di un trittico centrale della mostra. Qui vediamo linee di
forza che si scontrano e si fondono, fluendo da un lato all’altro
del dipinto come in una purificazione alchemico.
Il pannello
centrale suggerisce un momento di creazione: una nuova forma, un
oggetto ignoto, un talismano ancora in gestazione.
Una seconda
lettura rimanda alla carta XIV dei Tarocchi, La Temperanza,
con due anfore che travasano acqua raffinandola in un eterno
equilibrio. Ma proprio dopo quella carta, nei Tarocchi, troviamo la
numero XV: Il Diavolo.
Radicamento
- Introspezione - Rinascita
Tre opere che, pur indipendenti, si leggono come tappe di un
cammino iniziatico.
La nascita come persona. La scoperta del sé.
Il superamento dei propri limiti interiori.
Oppure, più
semplicemente, tre momenti di ogni nostra giornata: tre occasioni per
diventare migliori.
Come
sei veramente
All’ingresso della mostra, su un cavalletto, come un’opera
appena terminata, ho trovato - a mio avviso - uno dei quadri più
intensi.
La fantasia di Gelli lascia qui più spazio
all’intuizione. Non è più il sapiente in meditazione, ma il
medium in ascolto.
Una forma rossa, simile a un portale, si apre su un’altra
dimensione. Da essa fuoriescono essenze magmatiche, tentacolari,
difficili da definire, che cercano contatto con il nostro mondo:
creature affamate di emozioni, di energia. È un incontro pieno di
incognite, forse pericoloso.
Cosa c’è davvero oltre? Un sogno da cui ci stiamo
svegliando, o un incubo nel quale stiamo scivolando?
Oppure una
conoscenza superiore che ci attende, superata la materia, i sensi, la
ragione?
Una visione esoterica
che Federico Gelli ci dona attraverso la sua arte e la sua
meditazione.
©
Marco Salvario
Commenti
Posta un commento
I commenti sono moderati e controllati quotidianamente.
Tutte le opinioni sono benvenute. E' gradita la pacatezza.