Robert Crais – L’ostaggio a cura di Marcello Sgarbi
Robert Crais – L’ostaggio – (Edizioni Mondadori)
Collana: Oscar
Formato: Brossura
Pagine: 360
ISBN: 9788804523550
L’ostaggio, pubblicato nel 2001 e seguito dalla sua riduzione cinematografica nel 2005, con il film intitolato Hostage diretto da Florent Emilio Siri e interpretato fra gli altri da Bruce Willis nel ruolo di Jeff Talley, è un thriller incalzante e coinvolgente. Ad alto tasso adrenalinico, non cede il ritmo neppure per un istante avvincendo il lettore pagina dopo pagina.
L’apertura sembra non promettere sviluppi eclatanti, però poi ci si deve ricredere.
Per pagarsi l’ingresso al cinema Rooney, Dennis e Mars, ragazzi sbandati, decidono di rapinare il proprietario di un distributore di benzina. Per i tre pare tutto facile, ma uno di loro perde la testa e uccide il benzinaio.
È da quel momento che la tensione sale e il giallo inizia a fare accelerare i battiti di cuore. Lanciati in una fuga disperata per sfuggire alla polizia i ragazzi si rifugiano in una delle tante ville alla periferia di Los Angeles, in apparenza anonima. Se non fosse che è abitata da Walter Smith, che dietro la facciata di un qualunque commercialista con un cognome banale nasconde il suo vero lavoro, per niente onesto. È nientemeno che il contabile della più potente cosca mafiosa della costa occidentale degli Stati Uniti. Nella villa Smith ci vive con i figli, un maschio e una femmina. Il primo è un bambino, la sorella è una ragazzina.
Ignari di quello a cui stanno per andare incontro, Rooney, Dennis e Mars penetrano nell’abitazione e prendono in ostaggio i due fratelli. Nel giro di poche ore la villa viene circondata da una task force di poliziotti, capitanata da Jeff Talley.
Mentre il capo della polizia di Brisco Camino, con precedenti da negoziatore di ostaggi, cerca di sbloccare la situazione mettendosi in contatto via cellulare con Rooney, la dinamica dell’azione segue due binari paralleli.
Da una parte ci sono le forze di polizia, a controllare che i tre balordi non abbiano possibilità di fuggire di nuovo. Dall’altra i mafiosi, che fuori dalla villa sono pronti a tutto pur di non fare finire gli archivi della contabilità di Walter Smith nelle mani di criminali dilettanti o, peggio ancora,
in quelle della giustizia. I dati contabili sono contenuti in due dischetti da computer, che il capocosca Glen Hozell ha affidato a Smith per conto di una famiglia mafiosa della zona. I figli del ragioniere non sono però gli unici ostaggi in gioco. Quando la mafia riesce a identificare Jeff Talley, un sicario prezzolato rapisce sua figlia e il negoziatore viene così ricattato. La tensione cresce ancora di più, se si pensa che il capo della polizia di Brisco Camino continua ad avvertire un senso di colpa per una precedente negoziazione finita purtroppo male. A parte alcuni stralci dal thriller non aggiungo altro, se non che L’ostaggio vi terrà col fiato sospeso fino alla fine.
«Talley baciò la figlia, che rispose col calore di un asciugamano bagnato».
«I primi minuti di ogni situazione di crisi sono sempre i peggiori. All’inizio è raro sapere con cosa si ha a che fare, e questa incognita potrebbe risultare fatale».
«Kevin si contorceva in preda a un attacco di panico, gli occhi che ballavano di qua e di là come fagioli in una padella di olio bollente».
«Mars parlò dall’ingresso, la voce piatta come l’acqua di uno stagno».
«Era plausibile che persone che in passato avevano fatto ricorso alla violenza e all’intimidazione reagissero con percosse e minacce. Era il loro modo di affrontare lo stress».
«Si voltò verso Mars con un sorriso così largo che gli vennero i crampi alle mascelle».
«Come tutti i negoziatori che dovevano liberare degli ostaggi, odiava i cordless e i cellulari, perché davano la possibilità di muoversi. Con gli apparecchi fissi si poteva stabilire una posizione certa. A quel punto sapevi dove si trovava il soggetto ogni volta che era al telefono con te. Se dovevi lanciare un’azione, conoscere con certezza la posizione del soggetto poteva salvare delle vite».
«A una a una strappò le zampe della mosca e se le mangiò. Un’ala era danneggiata, ma l’altra batteva furiosamente. Tirò via anche questa. Si chiese cosa stesse pensando la mosca».
© Marcello Sgarbi
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