POSTA IN ARRIVO PER I CONTRIBUENTI di Antonio Laurenzano
POSTA IN ARRIVO PER I CONTRIBUENTI
di Antonio Laurenzano
Caro contribuente, c’è posta per te. In arrivo 3 milioni di lettere inviate dall’Agenzia delle Entrate per regolarizzare incerte posizioni fiscali ed evitare sanzioni. Operazione verità. Lettere di compliance, elaborate sulla base dei continui aggiornamenti delle informazioni che confluiscono nelle banche dati che costituiscono il patrimonio informativo del Fisco. Nel 2015 furono inviate oltre 300mila lettere con un recupero di circa 290 milioni di euro. Nel 2023 le comunicazioni inviate sono state tre milioni, con un recupero di 4,2 miliardi di euro.
Anche per il 2025 il Fisco rilancia la sfida della compliance, muovendosi su più fronti. Il primo intervento riguarderà i titolari di partita Iva, in particolare la mancata presentazione delle comunicazioni relative alle liquidazioni periodiche. Altre comunicazioni riguarderanno le dichiarazioni omesse o infedeli, le anomalie nei dati Isa (Indicatori sintetici di affidabilità fiscale), le incongruenze rilevate fra incassi elettronici e corrispettivi dichiarati. Il Fisco invierà anche una specifica “comunicazione preventiva” a coloro che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi, situazione sanabile entro i 90 giorni successivi, beneficiando della riduzione di sanzioni. Di fatto, l’Agenzia delle Entrate “mette a disposizione del contribuente le informazioni in suo possesso, dandogli così l’opportunità di correggere spontaneamente eventuali errori od omissioni.” Un alert per segnalare anomalie, destinato a contribuenti “distratti” che possono così regolarizzare la propria posizione mediante la presentazione di una dichiarazione integrativa, il versamento di maggiori imposte, interessi e sanzioni ridotte. Errori ed omissioni cancellati con il “ravvedimento operoso”. Tali comunicazioni hanno una natura “preliminare”, prima che il Fisco proceda a notificare il formale atto di accertamento con sanzioni intere.
In parallelo, parte anche la campagna per verificare l’aggiornamento delle rendite catastali degli immobili ristrutturati con il superbonus. L’Agenzia delle Entrate è pronta a dare attuazione alle norme della Legge di bilancio dello scorso anno per individuare i soggetti che, dopo aver beneficiato della maxi agevolazione fiscale del 110%, non si sono messi in regola adeguando i valori delle rendite presenti nelle mappe catastali, tassabili ai fini Imu (seconde case), imposte di compravendita e successione. Sotto la lente del Fisco cadranno le comunicazioni dell’opzione relativa agli interventi di recupero del patrimonio edilizio, efficienza energetica, impianti fotovoltaici con le relative cessioni dei crediti, e le risultanze della banca dati catastale per gli immobili per i quali non risulta presentata, ove previsto, la domanda di variazione catastale. Operazione particolarmente importante: il totale degli immobili ristrutturati con l’agevolazione è di circa 500mila. Anche per le irregolarità catastali si persegue l’obiettivo di creare le condizioni per un rapporto basato su fiducia e trasparenza.
Un rapporto che negli ultimi due anni ha visto un importante cambio di paradigma. E’ stata gettata nel cestino la vecchia logica dell’accertamento basata esclusivamente sul controllo ex post. “Un approccio, spesso accompagnato da sanzioni amministrative elevate e, talvolta, anche da quelle penali, che è stato spesso percepito come punitivo dai cittadini, portando a una insofferenza generale verso l’Amministrazione finanziaria”, ha commentato il Viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo, ispiratore della Riforma fiscale. La nuova strategia è fondata sul dialogo e sulla collaborazione preventiva con l’obiettivo di instaurare un rapporto di fiducia con il contribuente, garantendo certezza del diritto e, di conseguenza, una riduzione del contenzioso tributario. Un “patto fiscale” particolarmente innovativo.
Rendere collaborativo il rapporto con il contribuente è certamente importante ma occorre mirare a una riduzione del prelievo e arrivare a un sistema semplice e razionale, senza spazi di iniquità. L’ordinamento tributario non può continuare ad essere caratterizzato dalla casualità, dall’incertezza e dall’arbitrio a causa delle ragioni di gettito e degli “scostamenti” di bilancio. Da anni si opera con una frantumazione della legislazione tributaria e un proliferare di leggi e leggine (a volte contraddittorie) che è causa di uno scadimento qualitativo della legislazione. Passare dalla semplificazione alla semplicità, senza dimenticare una seria lotta all’evasione. Una sfida che, necessariamente, deve riguardare una nuova identità dell’imposta sui redditi (Irpef) con la miriade di deduzioni, detrazioni, bonus e privilegi di tassazione. Un’imposta che costituisce il 40% circa delle entrate fiscali totali ma che è stata “snaturata” dalle tante imposte sostitutive, vie di fuga (elusione) non compatibili con i principi giuridici (legalità, generalità, progressività) di un ordinamento tributario conoscibile nelle forme, comprensibile nei contenuti e giusto nella imposizione. Il Fisco chiama, il contribuente risponde, in attesa di equità e certezza. Fantapolitica tributaria?
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