Maria Petrova e l'energia degli acquerelli di Marco Salvario

Maria Petrova e l'energia degli acquerelli

di Marco Salvario 

Nata in Bulgaria nel 1940, Maria Petrova vive l'infanzia in un paese fragile, che passa dall'influenza nazista a quella stalinista. Frequenta l'Accademia di Belle Arti di Sofia e segue gli insegnamenti del maestro Jordan Geshev.

È poco più che ventenne, quando le sue opere cominciano a essere presentate in mostre collettive e personali, destando molto interesse.

Nel 1965 si trasferisce in Italia, dove viene accolta dalla comunità artistica, che ne apprezza molto lo stile. La sua produzione è molto prolifica fino al 1980, successivamente diventa meno copiosa, ma continua a ottenere il consenso di critica e pubblico. Purtroppo molte sue opere importanti, finite in collezioni private o trafugate, sono oggi considerate perdute.

Maria Petrova muore improvvisamente nel 2016, interrompendo le molte iniziative che la vedevano coinvolta.



La tecnica preferita da Petrova è l'acquerello e di questo procedimento è considerata uno dei migliori interpreti del novecento. Parliamo di un acquerello particolare, che alla carta preferisce la stoffa e la tela, perdendo quella trasparenza che spesso lo caratterizza per acquisire una densità che richiama i dipinti a olio. Altra caratteristica rara per questa tecnica pittorica, è che non poche volte l'artista la utilizza per realizzare opere di grandi dimensioni.

I suoi lavori sanno catturare momenti ricchi di ricordi, armonia, malinconica serenità, spesso ricreando un'atmosfera tra il sogno e il rimpianto; nello stesso modo sa ritrarre le persone, mostrandoci il calore dei loro sentimenti e la loro vulnerabilità, cogliere nei paesaggi la fatica e la purezza della vita rurale e offrire alle nature morte un simbolismo intelligente e profondo.



L'artista sa evocare atmosfere uniche e preziose, quando il suo sguardo si sofferma tra boschi e ruscelli, tra nebbie e luci oppure ci fa percepire il brivido dei terreni innevati e il ruggito del mare in tempesta. Sono tanti i titoli che vengono in mente: 'Pioggia di sole', 'Trasparenze', 'Luce invernale', 'Neve in pianura', 'Alba mattutina', 'Mareggiata', 'L'ondata' …

La stessa maestria genera sentimenti diversi dove è l'opera dell'uomo a essere catturata: 'Il vicolo', 'Strada del villaggio', fino a quando gli uomini, che sembravano destinati ad allontanarsi dagli spazi liberi e fermi della natura, vengono improvvisamente a palesarsi. Ecco allora lo splendido 'Mercato turco' e il ballo tradizionale di 'Folklore bulgaro'.



Junie Gigì, figlia dell'artista, autodidatta ma abbiamo spiegato quale grande maestra aveva in casa, personaggio come essa stessa si definisce 'dalle numerose sfaccettature', si dedica con passione a preservare la memoria della madre e anche quella del padre, Giuni Gentile, che ha scritto nel 2014 una veloce raccolta di racconti noir dal titolo 'T'affetto con affetto – 7 modi di vivere l'omicidio'.

Gigì realizza decorazioni personalizzate, murales, dipinti, ritratti, allestimenti, progetti a tema ecc

Dimenticavo: bussole energetiche! In questo mio fiacco momento, probabilmente me ne servirebbe una molto potente.

Per chi volesse saperne di più, è possibile consultate il densissimo sito di 'L'Atelier dell'Anima di Junie Gigì': https://latelierdellanimadijuniegigi.com/

Ricordo infine il calendario del 2025, progettato e disegnato con scopo benefico per il Canile di Mortara a Reggio Calabria.

Commenti

Post popolari in questo blog

Eugenio Montale: dove era il tennis

Geografia: le carte tematiche

UN AEREO CADUTO SUL MONTE RAPARO A FINE GUERRA