Massimo Baraldi – Tre giorni nella vita – a cura di Marcello Sgarbi
Massimo Baraldi – Tre giorni nella vita – (Multimedia Edizioni)
Collana: Mediterranea
Formato: Brossura
Pagine: 216
EAN: 9788886203951
Questo libro di Massimo Baraldi, un autore minore che sa comunque rendersi interessante, si racconta un po’ da sé.
Baraldi intervista quarantuno personaggi famosi appartenenti ai più diversi mondi, dal teatro alla pittura, dallo spettacolo alla scienza, invitandoli a descrivere un giorno bello, un giorno brutto e un giorno così-così della loro vita.
Riguardo ai contenuti non vi riporto altro se non alcuni stralci. Aggiungo soltanto qualche commento in più su alcuni dei protagonisti intervistati dall’autore, magari non così di primo piano come altri loro omologhi ma ricchi di un vissuto molto interessante.
Penso per esempio a Philippe Daverio, storico e critico d’arte, gallerista, docente, nonché conduttore televisivo – e per alcuni anni, dal 1993 al 1997, uomo politico come assessore alla cultura nella giunta del comune di Milano capeggiata da Marco Formentini - scomparso purtroppo nel 2020.
Daverio era un autentico divoratore di cultura, dotato di un eloquio straordinario tanto quanto di un linguaggio piano, preciso, chiaro e comprensibile anche ai non eruditi.
Qualità che dimostra anche nella scrittura, come si può apprezzare per esempio in Guardar lontano veder vicino, pubblicato nel 2013. Un libro nel quale, facendosi guida, con parole semplici e calibrate aiuta il lettore a osservare e comprendere una varietà di opere d’arte. Alla sollecitazione di Massimo Baraldi Philippe Daverio rispondeva così: «I giorni più interessanti sono quelli che ti graffiano nella memoria.»
Fra quelli intervistati dall’autore di Tre giorni nella vita un altro personaggio lontano dai riflettori ma comunque degno di nota è lo scrittore e giornalista Vsevolod Bernstein, che dice: «Abbiamo bisogno di giornate così-così per apprezzare quelle buone.»
Una riflessione di sensibile profondità, solo in apparenza scontata – a scapito dell’immagine giocosa e scanzonata che trasmette agli altri – è quella del fumettista Silver, all’anagrafe Guido Silvestri, già collaboratore del modenese Franco Bonvicini in arte Bonvi e creatore di Lupo Alberto e di Cattivik. Il suo pensiero sull’esistenza è questo: «Dovremmo sempre essere coscienti del fatto che la vita è la nostra ed è una sola: ogni minuto che lasciamo fluire da spenti è un peccato mortale, perché ad essi corrispondono le occasioni perse – magari di stare bene noi o di farne agli altri. Una consapevolezza di cui però siamo privi: una volta calati all’interno del nostro piccolo limbo ci disponiamo a subire passivamente questo tutto che scorre intorno a noi – ovvero la vita con le opportunità che sarebbe pronta ad offrirci.»
Dei quarantuno personaggi intervistati da Baraldi mi hanno poi colpito due donne. La prima è Emmanuelle de Villepin, una scrittrice francese che come altri fa parte del novero degli autori meno conosciuti. Dopo la laurea in legge a Ginevra si trasferisce a New York e quindi a Milano, dove vive dal 1988 con il marito e le tre figlie. Attiva anche in campo sociale come presidente dell’Associazione Amici di TOG – Together To Go – un centro di eccellenza dedicato alla riabilitazione di bambini colpiti da malattie neurologiche complesse, per i tipi della casa editrice Longanesi ha pubblicato diversi libri. Fra gli altri, i romanzi Tempo di fuga (2006) e La ragazza che non voleva morire (2008, Premio Fenice Europa nel 2009) e per Skyra la favola La notte di Mattia (2010), illustrata dalle fotografie della figlia, Neige De Benedetti.
A una delle domande di Baraldi Emmanuelle de Villepin replica: «I giorni così-così sono quelli in cui il cielo è talmente basso che senti distintamente la pressione del suo peso su di te.»
La seconda donna che mi ha impressionato con le sue considerazioni è Natasha Stefanenko, di origine russa, attrice, presentatrice e modella, di profilo più basso se consideriamo molte sue rivali dello spettacolo che amano stare sotto le luci dei riflettori.
Dopo un esordio sulle passerelle di moda lavora soprattutto in ambito televisivo quale conduttrice di programmi come Per tutta la vita, Target, l’edizione del Festivalbar del 2001 in compagnia di Alessia Marcuzzi e di Daniele Bossari e Taratata, insieme a Vincenzo Mollica. Diventa poi protagonista della miniserie Notti e nebbie, ispirata alle indagini del commissario Soneri, un personaggio inventato dallo scrittore Valerio Varesi e interpretato da Luca Barbareschi. Nel 2009 segue un suo ruolo in una sit-com e l’entrata nel cast della serie tv Distretto di polizia, trasmessa da Canale 5. E forse pochi sanno che Natasha Stefanenko è laureata in ingegneria metallurgica.
Nel libro di Massimo Baraldi fa questa affermazione: «Le donne sono molto più sentimentali, di solito. Cioè, loro piangono e gli uomini le sostengono.»
In conclusione un libro curioso e inconsueto, Tre giorni nella vita. Credo che Baraldi meriti più attenzione di quanta non ne abbia avuta finora.
© Marcello Sgarbi
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