NUCCIO PROVENZANO: LA VOCE DI ALTOMONTE a cura di Vincenzo Capodiferro


NUCCIO PROVENZANO: LA VOCE DI ALTOMONTE

Cultore, storico ed intellettuale dal taglio vivo e profondo


Nuccio Provenzano vive ad Altomonte. Laureato in Storia medievale, ha insegnato nella Scuola Primaria. È appassionato di arte e archeologia e si occupa soprattutto di storia locale. Tra le sue opere ricordiamo: “I segni della memoria di un territorio medievale: Altomonte” (2005); “Ricordare per non dimenticare” (2011); “I Sanseverino. Conti di Altomonte” (2014); “La Platea del Convento di San Francesco di Paola in Altomonte” (2017). È stato curatore di varie pubblicazioni: “Magna Grecia, Sibari e il suo territorio” (2000); “Edilizia sacra urbana e rurale in Altomonte” di P. Iannuzzi (2006) e ha collaborato al libro: “Contrade ospitali, percorsi rurali in un antico borgo medievale” (2013). Numerosi suoi contributi e articoli di carattere storico-artistico sono apparsi sulla rivista “Apollinea”. Scrive il preside Prospero Cascini su “Altomonte e dintorni. Fascinosi borghi tra l’Esaro e il Pollino”, Pellegrini 2022: «“Altomonte e dintorni” è un reportage non solo fotografico, ma storico-artistico di Nuccio Provenzano, mio compagno di collegio negli anni 60 del secolo scorso a Lagonegro, nostra città-studi… Ho apprezzato l’impostazione del lavoro di storico e di cultore della bellezza e di valorizzazione ulteriore di Altomonte, il paese dei suoi affetti, dove Tommaso Campanella ideò la “Città del Sole” …». Gli ultimi suoi lavori storici: “Il Medioevo è donna. Covella Ruffo. Contessa di Altomonte”, scritto insieme a Flaviano Garritamo e Ernesto Bellomo. Libritalia.net 2024: «Da Ipazia di Alessandria d’Egitto (IV sec.), a Trotula De Ruggiero (XI sec.), a Giovanna D’Arco. In tempi più recenti Ada Augusta Byron, Rita Levi Montalcini, Margherita Hack. Con la figura della Contessa Covella Ruffo di Altomonte siamo nell’ambito ristretto di una nobiltà provinciale che deriva il suo lustro dagli ottimi rapporti con i reali di Napoli». Nei tempi in cui la donna certamente non faceva storia, queste donne hanno fatto storia. La figura femminile nell’antichità emerge nella sua natura demoniaca, ma anche angelica e gloriosa. Da Eva peccatrice a Maria, la Sposa e Madre di Dio: la storia non può fare a meno dell’elemento femminile. La storia stessa è maestra e madre: «Tutto ciò che abbiamo imparato dalla storia è che non abbiamo imparato niente dalla storia» (Hegel). Un altro lavoro storico importante del Nostro è “La giudecca di Altomonte”. Libritalia 2024: «Nuccio Provenzano si sofferma sull’antico quartiere della Giudecca, sulla Sinagoga, e sui mestieri di chi vi abitava. Dal puntiglioso lavoro di ricerca emergono notizie che fanno luce sulle vicende che hanno coinvolto nel tempo gli ebrei che abitavano nella Giudecca di Altomonte. Magister fisicus, orefici, commercianti e usurai e tante altre persone legate al commercio emergono dai documenti sulla Giudecca di Altomonte, figure che portarono conoscenze e sviluppo nella comunità fin tanto che gli fu permesso di restarvi». Nei nostri borghi, fin dall’antichità, dimoravano varie popolazioni, diverse etnie, non solo oggi, nell’era della globalizzazione. Ne sono testimonianza le tracce storiche dei quartieri arabi ed ebraici, come la “Rabatana” di Tursi. Anche nel nostro piccolo borgo, paese d’origine, celebrato dal Preside Cascini nei suoi versi, c’è un vicinato che porta ancora il nome di “Iurea”, cioè Giudea, segno tangibile dell’antica presenza di questo popolo anche nei centri più nascosti. Il Preside Prospero Cascini, insieme al cugino Valerio Cascini, in “Lucanità saracena” - Monetti 2022 - mette inevidenza proprio questo connubio indelebile che ci legava alla cultura araba. Il Sud è stato crocevia di culture; ogni dominazione ha lasciato le sue tracce: greci e romani, arabi e normanni, aragonesi ed angioini, spagnoli e francesi. Già la “langue” conserva questo immenso thesaurus di etimologie le più disparate. Nel Sud abbiamo vissuto una forma di globalizzazione molto più proficua, intensa, intima di quella che viviamo oggi. Nuccio Provenzano è un grande intellettuale che ha saputo valorizzare queste preziose risorse ed ha dato voce alla storia locale ed alla geostoria. Seguendo l’indirizzo della Nouvelle Histoire des Annales, la storia locale non è più considerata una storia di serie B, ma è espressione vivissima non solo di tutta la storia del mondo, ma aggiungerei dell’universo. La parte va ricollegata al tutto, non è isolata. Ciò che accade in un piccolo angolo del microcosmo ha ripercussione su tutto il macrocosmo. La teoria olistica, espressa anche a livello fisico, da Mach, ci induce sempre di più a ricostruire il tutto secondo un principio di relativizzazione. Giustino Fortunato ribadiva che la Basilicata è frutto della storia e della geografia. Noi aggiungiamo che ogni posto è frutto della sua storia e della geografia. Provenzano è uno storico “nuovo”, nel senso che abbiamo detto, seguendo il solco della scuola francese. È importante per le nostre aree geografiche un approccio culturale che valorizzi sempre di più le nostre radici territoriali.


Vincenzo Capodiferro

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