SULUTUMANA all’OFFICINA DELLA MUSICA a cura di Claudio Giuffrida


SULUTUMANA all’OFFICINA DELLA MUSICA


Serata memorabile sabato 15 giugno a Como per la combinazione di due elementi: un emozionante concerto dei Sulutumana e l’addio al nostro affezionato locale L’Officina della Musica che chiude in questi giorni.
Come nei ringraziamenti espressi da Giambattista Galli, all’inizio del concerto a Cecilia Casella e Augusto Turba, per questo locale che ha offerto in questi anni grandi opportunità di ascolto di ottima musica, scacciamo la tristezza, la musica andrà avanti, ci rincuora Giamba.
I Sulutumana come ci hanno sempre abituato hanno offerto un concerto pieno di qualità, da loro molto sentito proprio per lenire questa inevitabile malinconia, anzi trasformando anche le canzoni più tristi in vibranti risonanze.
Una set -list con i loro brani più amati dal loro pubblico, con arrangiamenti sempre arricchiti dal piano raffinatissimo di Francesco Cecco Andreotti, dalle magnifiche ritmiche del contrabbasso di Nadir Giori e dalle affascinanti interpretazioni vocali e alla fisarmonica di Giambattista Galli.
Non ci si abitua mai alla poesia e al fascino delle loro canzoni, coinvolgenti e capaci di evocare ricordi ed emozioni a cui, noi pubblico che li segue da sempre, non ci abitueremo mai.

Hanno iniziato con Ragazzo mio di Tenco, poi la loro intensa Marta, Carlina Rinascente (la cara mamma di Giamba e dei fratelli Galli), e di seguito: Lo spaventapasseri, La canzone preferita, Per mano, Il temporale, Il mio tempo migliore, Occhi al soffitto e Guarda le stelle. Rispolverando anche “un pezzo che non facevano da un pezzo”: Sconfinati destini per raccontare che sconfinati sono i destini di chi è costretto a fuggire dalla propria terra a causa di guerre, povertà, persecuzioni e cercando un riscatto umano; Grullo d’un grillo per ricordare il loro felice contributo alle canzoni per bambini, e dallo stesso disco (Oggi non so leggere-10 canzoni per Pinocchio) anche la splendida Andate a quel paese.
E ci sono state le piacevoli sorprese come l’intro dell’acclamata Dimmi con Cecco a improvvisare atmosfere pregiate del più raffinato jazz, lo stupefacente assolo di Nadir eseguito al contrabbasso con l’archetto a disegnare sonorità ricche di fascino e di bravura, la lettura da parte di Giamba di una citazione cinematografica a riflettere sul valore della pace e subito seguita da una splendida C’era un ragazzo di Morandi, i tributi a Jannacci con Sfiorisci bel fiore, a Battiato con Prospettiva Nevski, per poi accomiatarsi con il loro inno alla libertà: Liberi tutti.

Così anche questa sera mi sono portato a casa, nel cuore, tante belle canzoni, l’incontro con gli amici che in questo locale si ritrovano per condividere il piacere della buona musica e l’incontro con questi tre musicisti che sempre si fanno coinvolgere nello scambio diretto, nel contatto umano.

Certo è immensa la perdita di questa occasione di cultura e spero che chi amministra la città di Como si adoperi affinché si possa offrire altre situazioni di ascolto della musica, che vadano oltre al Teatro Sociale, e che diano più opportunità a chi fa della musica la propria scelta di vita prima ancora che professionale.

(c) Claudio Giuffrida 

Per gentile concessione di Free Zone 

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