12 marzo 2024

Sei giorni troppo lunghi di Umberto Lucarelli a cura di Vincenzo Capodiferro


SEI GIORNI TROPPO LUNGHI

Milano 1979. Storia di adolescenti sequestrati, incarcerati, picchiati”. Di Umberto Lucarelli


Sei giorni troppo lunghi” è un libro di Umberto Lucarelli, edito da Milieu, San Giuliano Milanese, febbraio 2024. “Sei giorni” è un libro dei ricordi, una testimonianza diretta dei riti fascisti della nostra sedicente Repubblica, una rivelazione a 45 anni dall’accaduto: febbraio 1979 Milano. In seguito all’omicidio di un gioielliere, vengono ingiustamente incriminati ed incarcerati i giovani del collettivo autonomo della Barona, fondato a Milano nel 1974 da Umberto Lucarelli e da Fabio. Che dire? Si può dire tutto e si può dire nulla. Partiamo dal nulla: tanti di questi fatti sono stati sepolti per sempre nell’inconscio collettivo e mai svelati. Anche noi abbiamo avuto i nostri desaparecidos, in piena ‘Repubblica’. Pensate che sia cambiato qualcosa col variare dei regimi: dal Fascismo alla Repubblica? È stato tagliato solo il capo, ma il corpo dello Stato è rimasto intatto, con l’assoluzione e la benedizione di Padre Palmiro Togliatti. E poi: - Che fare? È una domanda che si poneva Lenin. Alla quale rispondiamo con le sue stesse parole: “Un passo avanti e due indietro”. Questo è avvenuto con la Repubblica. Meglio il Fascismo di una Repubblica ipocrita! Questo lo riconosceva anche Pasolini. Perché d’un tratto le maschere pirandelliane, cioè la maggior parte di noi, da fascista si è ritrovata antifascista. Churchill, con il suo tipico humour, ebbe a dire: «Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti…». “Sei giorni” è “un romanzo corale”, “un romanzo serrato”: «Che aggiungere alla storia di questi adolescenti sequestrati, incarcerati, picchiati, derisi, umiliati, vessati, stuprati, oltraggiati, diffamati, violentati, massacrati e torturati, vittime dei soprusi inflitti da cerberi travestiti da poliziotti? Belve e non essere umani, investiti da poteri che giorno dopo giorno non cessano di attentare contro la dignità e i diritti dell’uomo? A dimostrazione che il fascismo rimane ed è tuttora vigente». Si chiede e risponde Fabio Rodriguez Amaya, nella prefazione al testo. «Quello che mi hanno fatto, come sono stato trattato, come sono stati trattati gli altri nelle celle di sicurezza, in questura, sotto la questura, negli scantinati, i litri d’acqua bevuti e rigettati, il sangue suo viso … i mozziconi spenti sul torace, le scariche elettriche sui testicoli, i colpi, schiaffi, pugni, la spremitura delle tempie, il manganello nel di dietro … Le coperte sul corpo nudo per non lasciare segni. Ti strozzo! Ti ammazzo! Ti sparo! Non esci più!» (punteggiatura aggiunta da me). Umberto usa uno stile d’avanguardia, futuristico, ove la punteggiatura segna solo gli spasmi d’animo, le inclinazioni, le suspense. Io credo che ogni giovane debba sapere: perché la vecchia generazione si è ribellata al sistema. Ha avuto il coraggio. Ha pagato. Questa generazione, flemmatica, dorme sotto le coperte. Aspetta come lo struzzo con la testa sotto la sabbia dei cellulari. Il Fascismo è sempre dietro la porta. Noi, “Italiani, popolo di santi, poeti e navigatori”, siamo anche coloro che hanno inventato il Fascismo, che ha avuto molta fortuna nella storia, più del comunismo, anzi che ha infettato lo stesso comunismo. La cosa più oscura è che non c’è più bipolarismo, ma mono-polarismo: anche la santa madre Russia, che rappresentava la controparte, si è fascistizzata. Il nazismo ha vinto? Germania capta ferum victorem coepit. La sinistra-Ponzio Pilato riveste la stola assolvente di Padre Togliatti, per la pacificazione generale. Ma dove è stata la pacificazione generale? Un uomo autentico, come il nostro benvoluto Presidente Mattarella, che conosce bene la storia, perché l’ha vissuta, è vox clamantis: “L’autorevolezza delle forze dell’ordine non si misura dai manganelli”. Pirandello diceva: "Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti". Questi giovani l’anno imparato, in quei sei giorni, lunghi come la creazione del mondo. Solo se c’era il Fascismo si sarebbero rivelati i veri antifascisti. Ma qui c’è un Fascismo “liquido” (per usare un termine baumaniano) che è più pericoloso di quello solido. La rivoluzione (1968-1978) è fallita. Ha vinto di nuovo il sistema imperialistico: “La globalizzazione imperiale” di Fabio. Da dopo Stalin anche tutti i comunisti si sono fascistizzati. I rivoluzionari veri sono stati sbaragliati: Trotsckij, Guevara… e una fila sterminata. Tra gulag e lager non c’è differenza. Ogni rivoluzione crea la contro-rivoluzione. Rimangono intatti solo i servi del Potere ed i servi di Mammona. Molti compagnucci sessantottini, figli di fiori, si sono sistemati ed anche bene ed hanno dimenticato il comunismo: sono diventati fascisti. Sono solo compagni di parata. Questa è la verità profonda. Chi ha pagato? Giovani che credevano, avevano fede. Credevano nel rinnovamento totale della società. Ma ancora una volta ha vinto il sistema. Il sistema si è perfezionato come un virus, perché il sistema tutto compra. Quelli che fanno ridere, come diceva un fattore di Tursi, cioè i soldi, comprano anche il talento. I talenti comprano il talento. Questa è la corruzione totale che reca Mammona con sé. E poi la folle folla passa facilmente da “Osanna” a “Crucifige”. Cristo è un rivoluzionario socialista! Ci dicevano nelle sezioni di partito, nelle camere di lavoro, quando funzionavano. Dio irrompe nella storia per difendere i deboli, i poveri, contro i capitalisti. Munzer l’aveva predicato: ma fu fatto fuori. Era scomodo! Lutero si salvò perché fece patti col diavolo, il Potere. La folla è come una foresta di canne agitata dal vento, ora a destra, ora a sinistra. Se ancora abbiamo dei rivoluzionari veri, lo dobbiamo a questi pochi intellettuali, come Umberto, che recano con loro le piaghe, il ricordo. Sono ancora sessantottini nel cuore, non sessantotteschi. Scrive Pasquale Abatangelo nella postfazione: «I libri di Lucarelli non sono ai banali, possono piacere oppure no, ma suscitano sempre delle emozioni che ti lasciano qualcosa dentro. Emozioni che variano a seconda dell’argomento trattato dall’autore. Questo libro, ad esempio, suscita tanta rabbia e indignazione per le torture e per l’impunità dei torturatori …». Succede uno strano, hegeliano caso, che i servi diventano peggio dei padroni, i deportati deportatori, gli oppressi oppressori. Assistiamo a queste scene di guerra tutti i giorni. Quello che faceva dire Machiavelli al capo del tumulto dei Ciompi: «Spogliateci tutti ignudi: voi ci vedrete simili; rivestite noi delle vesti loro ed eglino delle nostre: noi senza dubbio nobili ed eglino ignobili parranno; perché solo la povertà e le ricchezze ci disagguagliano». Bisogna stare attenti alla terza tentazione di Cristo: il Potere. Ha corrotto anche rivoluzionari veri, come Stalin, lo stesso Mussolini, socialista. I rivoluzionari sono sempre soli e incompresi. Li segue la folla per fare i fatti suoi e poi li crocifigge. Sono una minoranza. Non sono i “bolsc”, cioè la maggior parte. Non ci sono i bolscevichi. Ci sia concesso anche a noi di ricordare un uomo che è stato un grande rivoluzionario: don Mimi Pittella. Era un uomo straordinario, un medico sempre a servizio della gente. Lo chiamavano il “servo di Dio”. Aveva costruito strade e ponti. Aveva fondato una clinica a servizio del popolo. Quante volte anche noi ci siamo recati a bussare alla sua porta: era sempre aperta, anche per i nemici. Amicis et ne paucis pateat etiam fictis. Girando nelle case di campagna, il suo quadro era accanto al crocifisso. Che grande uomo! E aiutava i giovani. Molti giovani, come Umberto, Fabio, Roberto, Simone, Furio, credevano nella trasfigurazione sociale, economica delle masse operaie, oppresse dal lavoro alienante, dalla schiavitù moderna. «Che dire di questa storia che sembra una grande menzogna? Che evincere dalla letteratura che racconta solo menzogne, ma svela grandi verità». Si chiede Fabio. La cultura poteva smuovere le acque. Gramsci, come Platone, credevano nel potere degli intellettuali, i quali, a differenza dei potenti, almeno sanno di non sapere. «E non posso che celebrare il coraggio e il talento di Lucarelli, penna tagliente ed eversiva, perché i suoi testi, scritti con frenesia, ritmi marcati e generoso accento poetico in Sei giorni troppo lunghi raccontano, con gravità e leggerezza, le mostruose atrocità inflitte a una manciata di giovai innocenti, illusi di cambiare la società dell’antica Italia, divenuta Repubblica (Democrazia?), a corollario di un’inutile guerra, stupida come tutte le guerre. Per di più persa!». Non dimentichiamo che la Democrazia Ateniese ha ucciso Socrate, non una monarchia assoluta, non una tirannide! Ma una delle rarissime repubbliche che esistevano nell’antichità! I regimi democratici sono più fluidi di quelli totalitari, perché esercitano un potere liquido, ma non ne sono meno totalitari. I poteri forti svelano gli autentici, mentre la massa segue il Fuhrer (Fuhrer-prinzip). Solo dodici professori rifiutarono il giuramento fascista. La folla è folle, uccide sempre Masaniello e piega il collo al Principe che cambia casacca.


V. Capodiferro

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