01 dicembre 2023

Patrick McGrath Follia a cura di Marcello Sgarbi


Patrick McGrath

Follia – (Adelphi Editore)


Collana: Fabula

Formato: Copertina flessibile

EAN: 2570200271275

Pagine: 294


In un’ideale top ten libraria, un posto va sicuramente riservato a quello che secondo me è il migliore romanzo di Patrick McGrath. In seguito, Adelphi ha pubblicato Il morbo di Haggard e Bompiani Martha Peaks, ma entrambi si perdono in percorsi farraginosi, senza mantenere quella tensione narrativa che sembrano promettere all’inizio. Il primo, a mio parere, scivola in un epilogo piuttosto improbabile; il secondo in troppi, insistiti particolari sulla vita violenta della protagonista.

Follia, al contrario, ha il merito di stimolare in modo costante l’adrenalina del lettore. Forte di due plot di grande intensità, collocati a tre quarti e nell’epilogo, il racconto scorre fluido e viene condotto dall’autore con un ritmo incalzante, raveliano, che mantiene alti la suspense, l’attenzione e il coinvolgimento, concludendosi – trovata geniale – nello stesso scenario in cui si apre. Ambientato sullo sfondo dell’Inghilterra vittoriana, lo si può dire a suo modo un thriller.

Un romanzo gotico, che con tutta probabilità avrebbe meritato gli applausi di Edgar Allan Poe.

I profili di Stella, Max ed Edgar, protagonisti di un triangolo da brivido, si stagliano nitidi e vividi, imprimendosi con forza nella mente di chi legge. Lei è la moglie di Max Raphael, psichiatra in un manicomio criminale. Edgar Stark è uno scultore, internato dopo l’efferato uxoricidio di cui si è reso colpevole.

In apparenza sembra tutto normale, almeno finché Stella non incontra l’artista assassino. Da lì in poi, la donna verrà travolta da una passione che avrà conseguenze disastrose, in un crescendo di colpi di scena.

Dal libro è poi stato tratto l’omonimo film, diretto nel 2005 da David McKenzie e interpretato da un cast in cui nel ruolo di Peter Cleave – collega di Max - spiccava Ian MacKellen, attore di notevole esperienza teatrale.

Era un silenzio cupo, carico di collera e di risentimento: il silenzio di Max. Stella aveva passato il segno, e il suo modo di punirla era creare quel mostruoso silenzio, che riempiva la stanza di dolore e di rabbia.

Curiosamente, nonostante la frenesia che avevano di vedersi, nei primi giorni della loro storia la tensione era stata minore. Allora Stella aveva persino temuto che quella follia amorosa fosse causata proprio dai limiti della situazione, e che senza quei limiti, e la smania che alimentavano, prima o poi si sarebbe chiesta, per puro sfinimento, che cosa l’avesse spinta a correre quei rischi.

© Marcello Sgarbi

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