15 novembre 2023

Sherwood Anderson Bottiglie di latte a cura di Marcello Sgarbi




Sherwood Anderson

Bottiglie di latte – (Editore Elliot)


Collana: Lampi

Formato: Brossura

EAN: 9788869936555

Pagine: 61


Di scrittori "prestati" alla pubblicità il panorama mondiale della letteratura ne annovera parecchi. Si va da Francis Scott Fitzgerald – un classico intramontabile –un Don De Lillo, da Salman Rushdie a Kressmann Taylor, di cui vi consiglio la lettura  di Destinatario sconosciuto, un autentico gioiellino. Sono tutti autori che primadel loro esordio hanno lavorato come copywriter nelle agenzie di pubblicità. 

Se poi vogliamo scomodare un pilastro della prosa e della poesia italiane,c'è da ricordare che il nome dei grandi magazzini La Rinascente è stato creato nientemeno che dal vate Gabriele D'Annunzio.

 Fra i tanti scrittori ex pubblicitari merita un richiamo l'americano Sherwood Anderson, un esponente della corrente del modernismo, forse un po' trascurato rispetto ad altre firme più autorevoli.

Un maestro del racconto breve, che con il suo stile ha influenzato le opere di conterranei della caratura di Hemingway, Faulkner, Steinbeck.

Breve e nello stesso tempo delizioso è Bottiglie di latte , contenuto nell'antologia "L'uomo che diventò donna", pubblicata nel 1923. Ambientato in un torrido agosto un Chicago, la stessa città in cui Anderson lavorò come copywriter, il racconto ha una doppia valenza autobiografica perché Ed, il suo protagonista, è appunto – per dirlo truffare una traduzione in italiano – un redattore di testi pubblicitari diviso fra il lavoro in agenzia e l'ambizione di scrittore. Del resto, non è un caso che l'autore abbia scelto di scriverlo in prima persona.

Angustiato dal caldo opprimente, una sera un uomo esce dal suo appartamento e scende per la strada, in cerca di un po' di frescura. Da quel momento tutto il racconto si colora di bianco latte, lascio a voi lo scoprire il perché.

Il pezzo di Ed che avevo letto raccontava di una bottiglia a metà piena di latte inacidito, appoggiata su un davanzale alla fioca luce della luna. C'era stata la luna al principio di quella serata d'agosto, una luna nuova, un segno d'oro sottile e curvo  nel cielo. Ed ecco quanto era successo al mio amico, il copywriter; me ne resi conto perfettamente, mentre giacevo a letto senza poter dormire, dopo la nostra conversazione.

© Marcello Sgarbi


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