02 settembre 2023

“MIO PADRE RACCONTA IL NOVECENTO” di Teresa Armenti a cura di Vincenzo Capodiferro


MIO PADRE RACCONTA IL NOVECENTO”

Presentato il libro di Teresa Armenti al Museo della Pastorizia


Il 24 agosto, presso il Museo della Pastorizia del Comune di Castelsaraceno, è stato presentato il libro della scrittrice Teresa Armenti, “Mio padre racconta il Novecento”, Edizioni Magister, di Matera, ristampa della prima edizione del 2006. A moderare magistralmente la preside in pensione Maria Pina Miraglia. Sono intervenuti: il sindaco, ing. Rocco Rosano, il parroco, mons. Vincenzo Iacovino, Ida Iannella, presidente dell’associazione Planula, Feliciana De Lorenzo, presidente della Pro Loco, Vincenzo Lardo, presidente dell’Associazione Borgo fiorito, e tra gli altri l’on. Vito De Filippo, la DS in pensione Maria Giovanna Chiorazzo e l’editore Timoteo Papapietro. “Mio padre racconta il Novecento” è la voce di un padre lucano, Felice Armenti, nato nel 1913, che racconta a sua figlia, sua unica figlia, Teresa, la sua vita, una vita ricca di storia. Bacone diceva: Veritas filia temporis. La verità è figlia del tempo, un tempo vissuto sulle proprie spalle, caricato e portato, un tempo difficile un tempo che spesso lascia cicatrici. Giustino Fortunato, nostro conterraneo, aggiungerebbe anche filia loci. La nostra terra è frutto della storia e della geografia, come del resto tutto! Un padre che ha visto tutto il Novecento, un secolo terribile, solcato da ferite gravissime: due guerre mondiali, i totalitarismi, gli stermini di massa, le bombe atomiche, le guerre fredde. Il Medioevo a confronto, con tutto che è stato tacciato di oscurantismo e di barbarie dagli Illuministi, è niente! Un contadino lucano che ha vissuto, come tanti, da protagonista: un grande reduce della Seconda Guerra Mondiale, ha combattuto ad El Alamein, un grande reduce delle catastrofi, della famigerata Spagnola, ma soprattutto Felice è stato un grande padre, amoroso verso la figlia. Questi racconti sgorgano dall’erlebnis, da un flusso coscienziale che si innesta nella storia. La storia è la coscienza collettiva, il tribunale della Ragione, come la definiva Hegel. Il sindaco ha ricordato l’importanza della memoria storica. L’onorevole De Filippo ha ricordato una lunga amicizia con l’autrice, che risale almeno al 1993, quando Teresa Armenti esordiva con “Quotidiana mente”, edita da Romeo Porfidio, di Moliterno, raccolta di versi in cui ricordava la madre. Intenso è stato il suo contributo anche per il notevole studio “Sant’Angelo al Monte Raparo e il culto micaelico”, editrice Ermes, che l’autrice aveva redatto insieme all’amica e collega Iannella Ida, sotto la guida di Dinu Adamesteanu, un altro padre, padre dell’archeologia lucana, con cui le nostre due autrici hanno celebrato un’intensa amicizia, riportata nel testo “Storia di un’amicizia. Dinu, Teresa e Ida”, Ermes 2020. L’editore ha messo in evidenza naturalmente due nuovi racconti, aggiunti alla precedente raccolta, racconti semplici che rivelano uno spirito grande e soprattutto quella grandiosa civiltà contadina che talmente affascinò Levi e tanti altri. Ad allietare la serata le musiche di due artisti, Massimo Latronico, originario del paese, ma residente a Milano, e Domenico Muscolino, ingegnere, che è stato sindaco di Castelsaraceno e geniale, non solo sullo spirito di geometria, per dirla con Pascal, ma anche sullo spirito di finezza: Domenico dipinge e suona. Due cose volevamo infine sottolineare: innanzitutto il grande gesto di amore di cui parla l’autrice e poi il grande spirito di unità che si è respirato in questa serata, che ha visto una folta partecipazione popolare. La cultura e soprattutto l’amore per la cultura, quella filìa della sofia, può appianare veramente ogni dislivello ed ogni discriminazione, che sia essa, politica, economica e sociale.

V. Capodiferro

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