22 giugno 2023

Gabriele Maquignaz. Oltre la tela del quadro, tra arte e misticismo. A cura di Marco Salvario

 Gabriele Maquignaz. Oltre la tela del quadro, tra arte e misticismo.

Lo potete ammirare nel film/documentario Big Bang, accessibile anche nella home page del sito di Gabriele Maquignaz: l'artista, presentato dal compianto Philippe Daverio, carica cartucce di vernice nel suo fucile e spara contro un quadro. La tela perforata si apre, la vernice schizza verso i bordi. Ecco creata l'opera nella sua purezza, senza ritocchi, senza modifiche.

Ci troviamo davanti un risultato che è una commistione tra arte, religione e scienza, condito con la giusta e voluta dose di istrioneria, che accompagna spesso i grandi artisti.



Gabriele Maquignaz nasce ad Aosta nel 1972 e sulle Alpi, ai piedi del monte Cervino, forma il suo attaccamento alla spiritualità della natura, fuori dall'avvelenamento fisico e mentale della modernità.

Carattere inquieto e multiforme, lascia evolvere libero il pensiero, lo collega all'arte tribale e primitiva, a quella povera e africana, cerca di fissarlo spaziando tra scultura e pittura, in una ricerca che fonde stili e tecniche. Il lavoro può concretizzarsi in gioielli, in abiti, in ceramiche, in sculture e tele.

La fede in Dio, una religiosità cattolica che fa della Croce e della Sacra Sindone due pilastri fondamentali, si intorbida con l'animismo della natura di cui il nostro diventa stregone, profeta, demiurgo, e non voglio usare il termine, troppo inflazionato in questi tempi, di sciamano.

Maquignaz si considera un iniziato, che porta l'ispirazione a unirsi con il ragionamento.

Davanti alla tela ne soffre il limite dimensionale, come Lucio Fontana e molti altri, eppure non ne viene fermato. I tagli di Fontana sono feritoie che permettono di intravedere oltre la bidimensionalità, di cogliere la possibilità di continuare il percorso, mentre Maquignaz vuole attraversare fisicamente il quadro, perché al di là si può raggiungere quel mondo da cui siamo separati, appunto l'Aldilà, valicando il confine tra vita e morte, tra l'essere anime disperse e il ricomporsi nell'unica divinità.

In una sequenza di momenti medianici, l'artista percepisce la finestra di passaggio con una forma che ricorda un nudo cranio, oppure la testa del Cristo nella Sindone o ancora quella di un'entità aliena, diversa come materia e sostanza; e qui l'amalgama tra dimensione terrena, extraterrestre e ultraterrena, anela a una superiore forma di fusione concettuale e artistica.

Ecco la Porta dell'Aldilà, che Maquignaz cerca non solo di aprire, quanto di attraversare, quasi autoproclamandosi sacerdote di una nuova lettura della religione e scienziato dell'occulto.

Le regole del suo lavoro faticosamente concepite, lascio al lettore la scelta personale di decidere a che livello accettarle, sono raccolte in un Codice su cui l'autore torna più volte, scrivendole sulla tela stessa per fissare il suo concetto di arte.

Quello che Maquignaz ci presenta, è un decalogo:

Rendo visibile l'invisibile

Supero il confine del tempo e il limite dello spazio

Codifico la forma

Rendo visibile la morte della materia

Rendo visibile la forma quindi l'anima dell'uomo

Rendo indivisibile l'anima e la materia

Supero i limiti della mente e i confini dell'Arte

Ritorno dall'infinito per ritrovare l'inizio

Vedo la luce della nuova dimensione

Vivo ancora oltre la materia, oltre la forma, oltre il tempo e lo spazio.

Nella traduzione in inglese e in francese del testo, si apprezza come ogni riga cominci con “I” e “Je”, quindi, l'”io” sia il soggetto motore di ogni sentenza.



L'artista vuole cogliere il momento del passaggio assoluto tra l'essere e il non essere, la nascita e la morte, ma non solo. Il passaggio successivo che Maquignaz compie, è la ricerca del Big Bang, il momento finale del collasso di un volume compresso senza più dimensione, dove zero e infinito coincidono, dove il tempo non è presente e nulla quindi è misurabile, dove spirito e materia sono uniti, dove non esiste il particolare ma un'unica inconcepibile energia, dove luce e buio sono indistinguibili, dove il niente pesa quanto la massa di tutti gli universi, dove ogni uomo condivide pienamente lo spirito di Dio. Questo assurdo limite, irraggiungibile per la nostra razionalità, in una frazione infinitesima di attimo esplode e ricrea galassie e mondi.

Il Big Bang è il momento assoluto, che viene simulato e ricreato dallo sparo dell'artista.

Regala un brivido leggere nelle tecniche di realizzazione delle opere: “Calibro 28 e sparo su tela” o “Calibro 12 e sparo su bomboletta acrilica”.

Una dovuta precisazione che devo fare in questo periodo dove i venti di guerra portano l'eco dei tanti conflitti, quelli che i giornali impongono all'attenzione degli spettatori e quelli che colpevolmente ignorano, che insanguinano il mondo: il messaggio di Maquignaz è un messaggio di pace. Sotto la firma, in una delle sue opere leggiamo “Big Bang per la Pace” e in un'altra opera recente, il volto di Putin piange lacrime di sangue, contemplando la distruzione nucleare.



Il Museo Internazionale Italia Arte, MIIT, dal 23 Marzo al 15 Aprile 2023, ha ospitato nella sua sede in Corso Cairoli a Torino “Gabriele Maquignaz. Dalle Porte per l'Aldilà al Big Bang”, mettendo a confronto non le tappe di un'evoluzione artistica, non un ripensamento, ma due momenti di una stessa irrequieta creatività.

Uno dei frutti della ricerca è stato la fondazione del Centro Studi Movimento Artistico Aldilà, presieduto da Guido Folco, editore, giornalista, critico d'arte, direttore del MIIT e di Italia Arte.

(c) Marco Salvario 



FONTE:
"Gabriele Maquignaz: oltre la tela del quadro, tra arte e misticismo - OUBLIETTE MAGAZINE"

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