12 aprile 2023

Tarlo fatale di Santi Moschella a cura di Vincenzo Capodiferro


TARLO FATALE

Una riflessione sulla vita e sulla difficoltà di essere uomini, di Santi Moschella


Tarlo fatale” è un’opera di Santi Moschella, pubblicata da Tracce per la Meta, Borgoricco, febbraio 2023. Si legge nella prefazione, di Anna Maria Folchini Stabile: «Una riflessione sulla vita ed in particolare sulla difficoltà di essere uomini coerenti con principi, idee, affetti, desideri, educazione e valori, che bene o male l’esistenza offre a tutti, ma che non tutti ricordano o riconoscono e applicano nelle varie situazioni che la vita stessa offre». “Tarlo fatale” è un romanzo sociale, dedicato al dramma del gioco patologico. Conoscendo la grandiosa intellettualità di Santi, la sua lunga esperienza di magistrato, possiamo con certezza riconoscere che in quest’opera ha messo tutto sé stesso, la sua mente e soprattutto il suo cuore. Santi proviene dalla Sicilia ed attua, con la stessa metodicità che offriva il naturalismo francese di Zola, un’analisi sociologica di questo dramma, anche se le conclusioni si avvicinano al verismo italiano, al Verga. I vinti di Santi, come quelli di Verga, sono irredenti. Non c’è una Provvidenza, come in Manzoni, che soccorre Renzo e Lucia, i deboli. Questa analisi sociale è condotta con la stessa meticolosità di un’indagine giudiziaria. L’opera è bellissima perché è sintesi di poesia e prosa. È un’opera completa. «Menzogna innocente. Quella menzogna innocente e strumentale alla chiusura in se stesso del giocatore seriale. A volte giunge perfino a dichiarare che giocare è sbagliato. A volte giunge perfino a dichiarare che chi gioca perde. E più o meno consapevolmente intende deviare l’attenzione degli altri, affinché non si rendano conto della prigione, delle sabbie mobili in cui egli è caduto». I mali della società capitalistica, il gioco, le droghe, surrogati di utopistici soddisfacimenti di bisogni primordiali, vengono passati in rassegna con occhio vigile: la società liquida non perdona. È facile cadere in quelle sabbie mobili di cui parla Santi. Non ci sono più scogli, riferimenti morali, religiosi, politici, sociali. L’uomo vagola smarrito nel buio: perciò si parla di difficoltà di essere uomini. La generazione odierna, rispetto a quella precedente, sanguigna, battagliera, fiera degli sconvolgimenti sociali e politici degli anni Settanta, è, invece, flemmatica, fragile. Non è facile. La lettura del libro di Santi ci aiuta a capire come il mondo va oggi e ci offre anche in controluce la medicina, il farmaco, che in origine etimologica è anche il veleno, ciò che è amaro, ciò che serve per curare questi mali che affliggono la società: offrire nuove prospettive che diano senso all’esistenza umana.

Santi Moschella nasce a Santa Teresa di Riva, in provincia di Messina, nel 1957. Conseguita la maturità presso il Liceo Classico “Trimarchi”, partecipa alla vita sociale e politica della sua città. Avvocato, attualmente dirige la Segreteria della Corte di Giustizia tributaria di Varese. Svolge attività di volontariato ed è socio fondatore del Centro Storico Italiano, sezione di Varese. Ha pubblicato con Armando Siciliano Editore i seguenti romanzi storici: “Spesso ti dicono di non arrenderti” (2012); “Mi chiamo Giuseppe. Per gli amici Peppino” (2014); “Gghiotta sturiusa di cuntu di amri di ventu” (2019); con Tracce per la Meta “Così è se mi piace” (2016).

Vincenzo Capodiferro

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono moderati e controllati quotidianamente.
Tutte le opinioni sono benvenute. E' gradita la pacatezza.

ADDIO AL PATTO DI STABILITA’ STUPIDO di Antonio Laurenzano

ADDIO AL PATTO DI STABILITA’ STUPIDO di Antonio Laurenzano Addio al “Patto di stu...