La strada per le stelle di Carlo Zanzi a cura di Vincenzo Capodiferro


LA STRADA PER LE STELLE

Una storia d’amore sentita e sofferta, di Carlo Zanzi


La strada per le stelle” è un romanzo di Carlo Zanzi, pubblicato da Robin, Torino 2022. Carlo Zanzi è docente in pensione e giornalista pubblicista dal 1993. Ha collaborato con “La Prealpina” ed altre testate. Ha pubblicato tante opere di poesia e prosa, tra l’altro per la Robin il romanzo “Sassolungo”. Come si legge nella descrizione: «è una storia d’amore. È la storia di Anna e Marco, lei di Goito (Mantova), lui di Castelleone (Cremona). Gente di pianura (lei psicologa, lui giornalista), la narrazione si svolge trai luoghi di origine dei protagonisti, Milano e la Val Gardena, dove non poche pagine sono ambientate durante una settimana bianca sulle Dolomiti». Carlo Zanzi è uno scrittore sensibile ed attento alle esigenze della vita, ai profondi dilemmi che assillano l’uomo dalle origini. Le domande più forti sono sempre il senso della vita e Dio, che non manca mai nelle sue riflessioni. La sensibilità di Zanzi la si può gustare nelle lunghe descrizioni naturalistiche a partire dal “Prologo”: «Quando gli orizzonti sono pianeggianti lo sguardo si affina nella ricerca dei dettagli: un albero che si staglia prepotente, un canale che divide un campo, i frutteti che creano geometrie, la squadriglia simmetrica dei pioppi, i pizzo della galaverna, i fiori che spuntano dagli scarti meno nobili …». Si legge quell’amore compassionato della Natura, che, come diceva Schelling, è Spirito visibile, mentre lo Spirito è Natura invisibile. Lo Zanzi è un camminatore attento di heideggeriani “Sentieri interrotti”. È il cantore della Natura, madre sofferente, bisognosa del quarto imperativo categorico di Jonas. Il romanzo racconta l’amore e si staglia in pianura: non è un caso! Essere in pianura non è come essere in montagna, o in riva al mare. La pianura, come il mare, ci apre l’orizzonte: è come il mondo heideggeriano che si contrappone alla terra, chiusa, coprente. La montagna è l’ermo colle di Leopardi, che apre il guardo dell’immaginazione all’Infinito. La montagna è il poggio del “Viandante sul mare di nebbia” di Friedrich, il romantico disperso dinanzi al mistero dell’Infinito. Diverso è guardare dal piano e dal colle. Dal colle lo sguardo è sintetico, via via scendendo si bada di più ai dettagli. Diventa più analitico, calcolatore. In questa storia d’amore si avverte la lotta tra ragione analitica e sintetica, quella gestaltica, per cui “il tutto è più della somma delle parti”. È lotta tra mente e cuore, tra nietzschiani Dioniso e Apollo, Volontà e Rappresentazione, Io ed Es. Il rapporto d’amore non è facile, va costruito, in una società sempre di più baumanianamente liquida, dove impera l’amore liquido, disinteressato, promiscuo ad amicizia, poco impegnativo: «La vita è troppo breve, troppo ingiusta per essere accettabile. È come trovarsi davanti ad una tavola imbandita con ogni ben di Dio – e sarebbe il nostro desiderio di infinito – ed essere costretti ad accontentarsi delle briciole cadute a terra. Fate la vostra scelta. Io, a fatica, la rinnovo ogni giorno». Il romanzo di Zanzi è testimonianza di un amore vero, solido, non liquido, controcorrente, tutto fondato sulla sincerità: «La sincerità fino alla violenza. La sincerità assoluta, disposta a perdere chi avrebbe dovuto seguirla su quella strada. Basta silenzi, allusioni, attese, mezze parole, sotterfugi e falsità per un bene più grande. Basta. Per questo, guardando negli occhi di Marco, Anna decise che avrebbe cominciato proprio con lui». È come il guardare di Dante attraverso gli occhi di Beatrice, il guardare l’Assoluto, anticipando in terra la celeste visione beatifica. Carlo Zanzi è un autore fine, sensibile, pessimista, attento al grande tema esistenziale della morte, l’essere per la morte, che affonda le sue radici nell’”Apparecchio” alfonsiano.


Vincenzo Capodiferro

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