13 marzo 2023

In memoria di Ravi Shankar 10 anni dalla sua scomparsa a cura di Claudio Giuffrida

 In memoria di Ravi Shankar

10 anni dalla sua scomparsa

Straordinario musicista indiano più di ogni altro ha contaminato la musica occidentale ispirando innumerevoli musicisti con il suo talento e virtuosismo.

Ravi Shankar con il Sitar

Ravi Shankar nato il 7 April 1920 a Benares, nel 1938 andò a Maihar, nel Bangladesh per studiare la musica classica indiana, diventando allievo di Ustad Allauddin Khan e vivendo con la sua famiglia come prevedeva la tradizione indiana gurukul. Spesso studiava con i figli di U.A. Khan: Ali Akbar Khan e Annapurna Devi (che poi sposò), Shankar iniziò ad esibirsi in pubblico con il sitar nel Dicembre 1939 e il suo debutto fu un duetto (jugalbandi) con Ali Akbar Khan che suonava il sarod. Il famoso violinista di musica classica Yehudi Menuhin nel 1955 invitò Shankar ad esibirsi

a New York City per una dimostrazione di Musica Classica Indiana.

Nel 1956 registrò a Londra il suo primo album: Three Ragas.

Ravi Shankar con la prima moglie Annapurna Devi

Ravi ebbe una vita sentimentale molto movimentata e non condizionata dalle convenzioni.

Nel 1940 Annapurna Devi divenne la sua prima moglie, compagna di studi di musica classica indiana e sitar e da cui ebbe nel 1941 un figlio, Subhendra, che morì nel 1992 di polmonite. Si separò da Devi nel 1962 a seguito della sua relazione con la ballerina Kamala Shastri. La prima volta che incontrò Kamala Shastri in Almora fu nel marzo 1940, lei aveva 13 anni, si separò da Shastri nel 1981, nel 1982 divorziò dalla moglie Annapurna Devi. Allora Ravi si chiedeva perchè la gente non accettasse la possibilità di amare due donne nello stesso tempo.

Ravi Shankar con la seconda moglie Sukanya Rajan

Nel 1972 incontrò la diciottenne cantante indiana Sukanya Rajan, nel 1978, sebbene anche lei fosse sposata, divennero amanti e successivamente sua seconda moglie dal 1989. Nel 1981 gli dette la figlia Anoushka erede prediletta.

Anoushka era con suo padre nel Novembre 2001 accanto al letto di George Harrison il giorno prima che morisse. "Sono cresciuta con George," dice Anoushka. "E' stato molto vicino alla mia famiglia. Ci manca moltissimo."

Anoushka eseguì una composizione di Shankar per il 2002 Harrison memorial Concert for George.

Ravi Shankar con la figlia Anoushka

George Harrison incontrò Shankar a Londra nel 1966 e visitò l'India per 6 settimane per studiare il sitar con Shankar a Srinagar.

«Mi sono affezionato a George - dice Shankar -. Gli ho dato l' Autobiografia di uno yogi ed è così che ha iniziato a interessarsi alla cultura vedica e alle cose indiane. Per me è stato come un figlio».

Dato che la musica indiana è appunto basata sull' improvvisazione, Shankar non può mai dire con esattezza che cosa il pubblico si debba aspettare dai suoi concerti: «A differenza della musica occidentale, noi non abbiamo composizioni scritte, nulla di prestabilito. Perciò neppure io so mai cosa avverrà dal vivo. Questo per me, e per chi mi ascolta, è l' aspetto più emozionante; è come servire ancora caldo un piatto appena cucinato».


L’amicizia con Harrison portò il maestro Shankar, nel 1974, in un tour negli Stati Uniti lungo 50 date; mentre il 1997 fu l’anno dell’album a quattro mani Chants of India. Dopo aver contribuito a introdurre nuove sonorità in Revolver, album del 1966 deiBeatles in cui il sitar compare una delle sue prime volte, Ravi Shankar è il candidato perfetto (a metà strada fra guru e portavoce) del movimento hippy, che vedeva nell’India una terra promessa.

Il grande sassofonista John Coltrane gli chiese di dargli lezioni e cominciò a inserire strumenti indiani nel suo jazz. «Stava preparandosi a venire da me per sei settimane di studio quando è morto», dice Shankar; era il 1967.

Nel 1967 partecipò al Monterey Pop Festival, vinse il suo primo Grammy Award per la Migliore Performance di Musica da Camera per il suo Occidente incontra Oriente in collaborazione con Yehudi Menuhin.

Un secondo Grammy Award nel 1973 a seguito del concerto di beneficenza per il Bangladesh, tenutosi al Madison Square Garden di New York a cui partecipò il 1º agosto 1971. Per l'impegno profuso, il forte coinvolgimento e l'intestazione "George Harrison and Friends", si può a ragione considerarlo il quarto album della carriera solista di George Harrison.

Essendo stato messo al corrente dall'amico Ravi Shankar a proposito della gravità delle condizioni delle popolazioni del Bangladesh, George Harrison organizzò in fretta un evento senza precedenti: un concerto di beneficenza con la partecipazione di varie rock star. L'impegno profuso da Harrison nell'organizzazione in prima persona dell'evento fu enorme e frenetico.

Ravi Shankar e George Harrison

Dalla relazione con l'organizzatrice di concerti newyorchese Sue Jones nel '79 nacque Norah Jones, mai riconosciuta, mentre due anni più tardi, con la suonatrice di tanpura Sukanya Rajan, verrà alla luce Anoushka Shankar. Ravi Shankar visse con Sue Jones fino al 1986, ma dopo nove anni la loro relazione finì e nel 1989 a 69 anni decise di sposare Sukanya Rajan, che ne aveva 38, ma di conseguenza Sue decise poi di impedirgli di vedere Norah. La secondogenita Norah Jones (Geetali, ape musicale in sanscrito) non è cresciuta con lui ma esclusivamente con la madre nel Texas.

Solo nel 2003 — l’anno in cui Norah vinse 5 Grammy awards — le due famiglie si riconciliarono.

Nel 2000 Ravi Shankar vinse un altro Grammy Award come miglior album di World Music: Full Circle con cui girò in Tour con la figlia Anoushka, suonò il suo ultimo concerto europeo nel giugno 2008.

La data di decesso di Ravi, a San Diego (Usa) risale all’ 11 dicembre 2012 a seguito di un intervento chirurgico per la sostituzione della valvola aortica. La sua autobiografia Raga Mala è del 1997.

Norah Jones

Le due figlie, che hanno dimostrato tutto il loro grande talento musicale, hanno deciso di ricordare il padre con una reciproca collaborazione discografica:

«Traces of you», il secondo disco di Anoushka, del 2005, è dedicato alla memoria di Ravi con la partecipazione di Norah che presta la sua voce in tre brani: «The sun won't set», la title track e «Unsaid», dove suona anche il suo inconfondibile piano.

«Unsaid», scritta a quattro mani dalle due sorelle, è il commiato a un padre che non c'è più ma che continua a far sentire la sua presenza, attraverso parole che non si è avuto mai il coraggio di dirgli.

Esibizione di Ravi Shankar e Alla Rakkah al Monterey Festival 1967:

https://youtu.be/lk60ObnbIOk

https://www.giannizuretti.com/articoli/in-memoria-di-ravi-shankar/

(c) Claudio Giuffrida 


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