11 marzo 2023

Daniel J. Levitin – Fatti di musica – a cura di Marcello Sgarbi


 
Daniel J. Levitin Fatti di musica (Codice Edizioni)


Pagine: 273

Copertina: Brossura

EAN: 9788875788162

Da dove viene la creatività? Perché alcune canzoni ci commuovono e altre ci lasciano indifferenti? E che ruolo ha la percezione in tutto ciò, quella misteriosa capacità che hanno i grandi musicisti e tecnici del suono di sentire sfumature ignote alla maggior parte di noi? Cos’è la musica? Da dove viene? Perché alcune sequenze di suoni ci toccano mentre altre a tanti danno fastidio?

A questi e ad altri interrogativi cerca di rispondere Daniel J. Levitin, psicologo cognitivo, neuroscienziato, musicista e scrittore statunitense. In un saggio curioso e a tratti affascinante ci spiega quali sono gli elementi fondamentali di ogni suono, le principali differenze fra le diverse scale musicali, gli aspetti puramente fisici o intimamente emotivi di una melodia, arrivando a ipotizzare anche il perché preferiamo un certo brano a un altro. Un testo insolito, indispensabile per i neofiti ma ricco di spunti interessanti anche per gli esperti.

Quasi tutti noi, anche senza aver studiato musica, possiamo dire se una cantante ha preso una stecca; magari non sappiamo dire se è diesis o bemolle o di quanto ha stonato, ma dopo i cinque anni la maggior parte degli esseri umani ha una raffinata capacità di individuare i toni stonati”.

In ‘Pierino e il lupo’, Prokof’ev usa il flauto per rappresentare l’uccellino e il corno francese per indicare il lupo: l’individualità dei personaggi è espressa dai timbri dei diversi strumenti, ciascuno dotato di un proprio leit-motiv una frase o cifra melodica a esso associato che accompagna la ricomparsa di un’idea, una persona, una situazione.

Chiunque abbia visto Psyco di Hitchcock non può fare a meno di pensare alla scena della doccia ogni volta che sente lo stridio dei violini di Bernard Herrmann”.

L’attività musicale coinvolge quasi ogni regione del cervello a noi nota e quasi ogni sottosistema neurale”.

In Lady Madonna, i quattro Beatles cantano con le mani a coppa durante un intermezzo strumentale e noi siamo pronti a giurare che ci siano dei sassofoni, a causa dell’insolito timbro ottenuto e alla nostra aspettativa secondo cui in un pezzo del genere dovrebbero esserci quegli strumenti (ciò non va confuso con l’assolo di sax presente nella canzone)”.

© Marcello Sgarbi

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