18 febbraio 2023

BAMBINO N° 30529 una storia vera di Felix Weinberg a cura di Miriam Ballerini


BAMBINO N° 30529 una storia vera
– Tutti noi sopravvissuti siamo, in qualche misura, compromessi – di Felix Weinberg

© 2021 Newton Compton Editori

ISBN 978-88-227-4961-1

Pag. 272 € 4,90


Felix Weinberg è mancato nel 2012 e, per tutta la sua vita, non ha mai pensato di scrivere questo saggio. Giunto all'età di 82 anni ha capito che doveva farlo, per lasciare tutto ciò ai suoi figli, e in nome della memoria: “Dopo aver cercato, negli ultimi sessantacinque anni, di dimenticare e cancellare dalla memoria le esperienze della mia adolescenza ad Auschwitz o in altri campi di concentramento nazisti, ora mi sto lasciando convincere che per me è un dovere, verso i miei cari e non solo, metterle per iscritto”.

La storia è destinata a ripetersi e, sempre più, c'è bisogno delle testimonianze dei sopravvissuti. Fra pochi anni non ci sarà più nessuno di loro e, ciò che rimane a noi, sono i libri.

L'introduzione è stata scritta da Suzanne Bardgett, responsabile della ricerca Imperial War Museum presso il quale Felix portò una sua reliquia: un giubbetto delle SS con cui andava in giro in moto dopo la liberazione.

Il libro è suddiviso nelle varie fasi della vita di Felix, nato in Cecoslovacchia e, successivamente, stabilitosi in Inghilterra.

Parla della sua infanzia, serena. Ne scrive quasi sentendosi come allora, come un bambino, ricordando un poco il libro “Le ceneri di Angela” di Frank McCourt , dove il protagonista ci mostra le emozioni non dell'adulto che narra, ma del bambino che ricorda. “Il tronco dell'albero si ergeva attraverso un foro in mezzo al tavolo. Mi ci volle un po' per capire che il tavolo doveva essere stato costruito attorno al tronco, poiché sarebbe stato difficile far crescere l'albero attraverso il foro”.

In mezzo al libro troviamo tante foto dei tempi sereni, nessuna dei campi di concentramento o della sofferenza. Ne usciamo ancora più coinvolti e consapevoli di come, all'improvviso, una famiglia che avrebbe potuto essere anche la nostra, sia stata distrutta senza un motivo: “La maggior parte della gente sa cosa significhi avere un orribile incubo e conosce il sollievo di svegliarsi tornando alla realtà. Pochi, credo, riescono a immaginare il contrario: svegliarsi da meravigliosi sogni di un'infanzia felice per ritrovarsi in una realtà da incubo”.

Nemmeno nelle parole di Felix scorgiamo questa pesantezza. Inevitabile è, per i sopravvissuti, donarci in parte il loro carico di angoscia, sofferenza, orrore.

Felix, non so se volutamente, ci parla sempre di miracoli: di come, nonostante abbia vissuto in ben cinque lager, sia ancora vivo e integro. Di come sarebbe bastato poco per venire ucciso in quell'occasione, invece si è verificato questo o quel fatto che lo ha salvato. Tanti miracoli, piccoli o grandi, che lo hanno fatto passare oltre.

La sua famiglia viene sterminata, si salvano solo lui e il padre, suo padre si era recato in Inghilterra poco prima della cattura, per organizzare la loro fuga. Dopo la liberazione si ritroveranno.

Felix viene deportato da lager in lager: Terezin, Auschwitz- Birkenau, Blechhammer, Gross- Rosen, Buchenwald.

Veniamo a scoprire la realtà dei bambini e dei ragazzi, leggermente diversa da quella degli adulti. Dei lavori forzati, delle condizioni di vita.

Di come, prima della liberazione, molti di loro siano saltati in aria, maneggiando incautamente le armi rimaste incustodite.

Di come si siano sentiti compromessi, cambiati da quello che hanno dovuto fare per sopravvivere, ad esempio Felix quando ha pugnalato un altro con una forbicina.

La tenerezza di quando racconta che, quando i suoi figli gli avevano chiesto cosa fosse il numero impresso sul braccio, la moglie l'aveva giustificato dicendo che aveva poca memoria per i numeri telefonici tanto da doverselo imprimere.

Felix si spinge anche oltre, narrando cosa sia accaduto dopo la liberazione, anch'essa traumatica, dove era facile sentirsi una pecorella smarrita.

Come sempre consiglio queste letture, perché è importante sapere, capire e farci invadere l'animo della repulsa verso fatti di questo genere, affinché le ideologie nazi-fasciste non trovino più terreno fertile dove far attecchire le loro radici malsane.


© Miriam Ballerini

fonte: https://oubliettemagazine.com/2023/01/18/bambino-n-30529-di-felix-weinberg-la-vera-storia-di-un-sopravvissuto-a-cinque-campi-di-concentramento/



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