05 dicembre 2022

GIAN MARIA VOLONTÈ “Un duetto armonico, poetico, sincretico, popolare” di Umberto Lucarelli a cura di Vincenzo Capodiferro


 
GIAN MARIA VOLONTÈ

Un duetto armonico, poetico, sincretico, popolare” di Umberto Lucarelli


È appena uscito alle stampe “Gianmariavolontè” dell’autore Umberto Lucarelli, per l’editore Bietti di Milano 2022. Come scrive Fabrizio Fogliato nella “Prefazione”: «… è un duetto armonico, poetico, sincretico, popolare, figlio di tradizione e rivoluzione. Un duetto tra la fisarmonica di Oreste Scalzone e la chitarra di Gian Maria Volontè». Il libro è dedicato a due grandi intellettuali e rivoluzionari italiani e possiamo dirlo a chiare lettere: il socialismo italiano ha una connotazione tutta sua, originale, particolare e non possiamo identificarlo con altre manifestazioni politiche e culturali di socialismo, tanto meno con quello sovietico. Ecco come esordisce Scalzone: «Io sono stato un rivoluzionario e Gianmaria è stato un rivoluzionario, io ho lottato nella mia vita sempre e Gianmaria ha lottato sempre, cos’ho fatto nella mia vita?». Umberto è un intellettuale e rivoluzionario come loro, si sente uno di loro ed è giusto così. Proviene da quella generazione foriera che dal ’68 al ’78 ha avviato in Europa una grande Rivoluzione sociale, politica, culturale. Una rivoluzione fallita, come tutte, per il sopravvento dei soliti poteri forti a corrompere tutto, a comprare tutto, anche i rivoluzionari dell’ultima ora, ma importante: perché senza questi rivolgimenti sociali saremmo ancora sotto i fascismi di qualunque tipo. E ci stiamo tornando. Di queste grandi rivoluzioni una ogni secolo accade: ‘600: quella inglese; ‘700: quella francese, ‘800: il ’48 - è successo un quarantotto! -; ‘900, la russa e il ’68. «E dove vado?, mi dicevo, me ne vado in Francia, nella terra che prometteva la cosiddetta Dottrina Mitterand, lì gli esuli politici potevano ricevere una qualche protezione, per giorni e giorni arrivavano i compagni che mi volevano bene, con le proposte le più assurde, tra le più fantasiose per mettermi in salvo…». Umberto dice la verità: anche i nostri rivoluzionari sono stati usati e poi buttati a mare, come Trockij e tanti altri. La storia non cambia. Historia magistra vitae: la storia è come Cassandra, dice la verità, ma nessuno l’ascolta. O come diceva Pasolini: la storia è una maestra bastarda! Il potere non fa sconti a nessuno: ha corrotto Stalin, ha corrotto Castro. Non ha corrotto Guevara, né Volontè, né Scalzone. Il potere è come un diavolo: una volta che scendi a compromesso con lui, la tua anima è dannata! Per sempre! O si lotta o ci si vende! Umberto ci presenta due autentici personaggi che nella nostra storia politica hanno rappresentato gli ideali veri. «Quando Oreste Scalzone, dopo essere stato arrestato il 7 aprile del 1979, si trovava temporaneamente in libertà provvisoria e voleva andarsene dall’Italia, su suggerimento di un’amica che gli ricordava che Gian Maria Volonté era uno skipper, un istruttore di vela, lo fece cercare. Una volta rintracciato gli fu posta la questione se poteva aiutare Oreste a fuggire dall’Italia, e Volonté rispose: “A completa disposizione. A completa disposizione immediatamente”. E così fu».

Umberto poi riporta un “Inno all’amicizia” di Gino Di Maggio, di cui riprendiamo qualche passaggio: «Personalmente non ho partecipato alle attività di Potere Operaio o di Autonomia Operaia. Ero iscritto, da giovanissimo, fin dagli anni cinquanta, prima alla federazione giovanile del Partito Comunista e poi al Partito Comunista Italiano ma per anni, per mio interesse personale frequentai quei movimenti, senza mai, dico mai, essere preso a calci per le posizioni di chiusura e ostilità che il Partito Comunista Italiano man mano prendeva»: sai quanti compagni veri sono stati delusi dalle logiche del partito! I veri comunisti sono stati quelli fuori del partito!

Umberto riprende questi temi concentrati in questo particolare periodo storico: Non vendere i tuoi sogni, mai; Ser Akel va alla guerra; Vicolo Calusca, editi da Bietti. Mai come in quegli anni si respirava aria di libertà, di lotte e di passioni, di vittorie e di sconfitte, di amore, di speranza per un nuovo mondo. Quando nella storia si percepisce il vento della speranza, lo Spirito che soffia dove vuole e quando vuole, le generazioni anelano al rinnovamento generale, non sono come oggi: vecchie dentro, giovani già vecchi, che guardano al passato, non al futuro, giovani flemmatici incollati ai cellulari! Quelli là erano giovani sanguigni, quelli come Volontè! Meglio l’utopia che la retrotopia! Guardare al passato significa guardare al fascismo! Al buio! Il socialismo è stato fatto fuori dai poteri forti, da quei poteri centristi che Pasolini aveva previsto, anonimi, impersonali, dal super-capitalismo globalista di oggi, che è peggio dei vecchi capitalismi nazionali! Non è vero che il socialismo è fallito! È una farsa messa in scena dai padroni. Ci fanno credere che il fascismo che è stato sconfitto sia migliore del socialismo e sia la risposta a tutti i mali sociali: Germania capta ferum victorem coepit! Il nazismo ha vinto! Dobbiamo stare molto attenti! Questo in parte è corroborato dalla prostituzione dei compagnucci alla avvenente borghesia: si sono tutti incravattati! Non è questo il socialismo, ed Umberto ce lo ricorda in tutte le sue opere, anche in questa!

Vincenzo Capodiferro

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