29 agosto 2022

“Embrasse-moi” Bianca Beghin a cura di Maria Marchese

 Embrasse-moi” Bianca Beghin

Tecnica mista, olio e acrilici su tela, , 80x80, anno 2022

a cura di Maria Marchese



“Dal modo di baciare la donna esperta capisce il carattere dell’uomo. Da particolari insignificanti. Per esempio capisce se il gioco della vita vuol condurlo lui, oppure se è disposto a cederlo a lei.

Francesco Alberoni, L’erotismo, 1986

Come una moderna Penelope, Bianca Beghin sembra risvegliarsi, oggi: ha intessuto, alacremente, orditi e trame di un “lenzuolo” , che serba, tra le grinze del proprio “vissuto” , le regole di un sottile giogo seduttivo, in cui quel bacio, rubato, da Alberoni, al quotidiano esistere, appartiene ad un Ulisse, che non vuole perdere corona e scettro. Come un rito propiziatorio e di appartenenza, l’autrice veneta intride, con una mescianza di acqua e polvere, il frugale drappo di quel talamo esistenziale, sicché il profumo di terra e natura permeino, in maniera imprescindibile, il suo pensiero artistico; compone, indi, un pentagramma tonale, che racconta i primi e discreti raggi di sole, che danzano in tenui risvegli: alligna, allora, quell’amabile imperativo, “baciami” , laddove quel diadico legame non è celato allo sguardo umano. Decide, poi, di rendere pregno quel “desìo” della musicalità della lingua francese. Cilestrine e diurne note si avvicendano a verdi vibrati, avvolgendo un tango naturale. I profili fermano il momento, in cui la distanza fisica è, invero, annichilita da una posa, che muta in eloquio; l’autrice, infatti, persuade le due presenze, attraverso un segno deciso, a protendersi vicendevolmente, sebbene lasci presagire la maggior possanza di una rispetto all’altra. La loro “pelle” è accesa dalle setole del pennello, che l’artista ha intinto nei melliflui umori del colore ad olio, e, in parte, nell’immediatezza dell’acrilico, per regalare i dinamismi di un vero, duraturo e reciproco desiderio. Dai profili sembrano sbocciare due volti, che fanno all’amore senza toccarsi, mentre il gioco di colori sulle vesti coinvolge , l’osservatore, in un duetto, dove è ben chiaro chi conduce le danze.





Bianca Beghin celebra questa riservata Penelope e, medesimamente, un volitivo Ulisse, che dopo le sue peregrinazioni torna al caro uscio, per riappropriarsi del proprio ruolo.

http://www.biancabeghin.com


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