Antoni O ' Breskey A NOMADIC PIANO JOURNEY di Claudio Giuffrida
Antoni O ' Breskey A NOMADIC PIANO JOURNEY di Claudio Giuffrida
La musica è considerata oggi come un ' arte sublime o come un banale prodotto di consumo. Ci siamo completamente dimenticati che era semplicemente una parte della vita. da Heyoka il giullare dell’anima di Antoni O ’ BreskeyAntonio Breschi, classe 1950, fiorentino di nascita ma irlandese di adozione, non a caso ha scelto come nome d’arte quello di Antoni O’Breskey, una sagace traduzione del suo nome in irlandese e segno di una precisa appartenenza affettiva. Eclettico compositore, pianista, trombettista, cantante e scrittore.
Diplomato al conservatorio Luigi Cherubini di Firenze in pianoforte e tromba, le sue strade però vanno subito verso direzioni decisamente Jazzistiche, infatti già a sedici anni fonda l'Associazione Firenze Jazz. Scopo di questo articolo è' di condurre il lettore - ascoltatore attraverso le suggestioni musicali della sua carriera, ma mi piacerebbe soprattutto raccontarne lo spessore umano e artistico. Oltre 5 lustri fa ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente, rimanendo affascinato immediatamente dalla sua musica e anche chiedendomi come mai da noi un musicista così geniale e innovativo fosse pressochè sconosciuto al grande pubblico.
La risposta, ovviamente, soffia nel vento... soprattutto nell’ingrato music business, ma mi e ' sempre sembrata un’ingiustizia nei confronti di chi amasse davvero la buona musica, perche ' nei suoi dischi non c’e' solo talento e bravura ma anche la possibilita ' di emozionarsi, di essere coinvolti da melodie struggenti, il sentirsi trasportati in mondi sconosciuti e pieni di fascinazione.Spiegazioni ne ho poi comunque trovate approfondendo il suo modo di porsi nei confronti della vita da musicista: Breschi irriducibile ribelle nei confronti delle regole dell’industria discografica da cui non accetta condizionamenti e perennemente attratto dai linguaggi musicali di mezzo mondo e per questo incapace di fermarsi troppo nello stesso luogo per curarsi di marketing e distribuzione. Nonostante tutto questo e ' nato il Nomadic Piano Project, per trascendere confini geografici e culturali, per ricercare una fusione di generi che poi verra ' chiamata world music o musica etnica. Una produzione di oltre 40 dischi “ consultabili ” anche a questo link: https://nomadicpiano.bandcamp.com/
Ma iniziamo questo ascolto guidato attraverso del materiale video anche live che ne favorisce l’approfondimento conoscitivo nel modo più variegato possibile e spero esaustivo.
Dopo l ’ iniziale esperienza musicale con i fiorentini Whisky Trail negli anni ’70, Breschi si trasferisce in Alabama e cosi ' scrive: “quello che a New Orleans chiamavano tradition, come scrivo nel mio libro – I geni di Alabama, ma risultato di anni di ricerche che mi hanno convinto di un fatto e cioè , che il jazz e ' nato dall’incontro degli schiavi irlandesi – deportati addirittura prima dei neri da Cromwell – e di quelli africani. Il jazz e ' quasi più irlandese che africano, soprattutto nella danza. E in Irlanda quella musica si chiama ancora tradition.”
In questa affermazione c ’ è l’essenza di quella che è la sua lunga produzione musicale e che lo porta a dimostrare con la sua musica le sue teorie, che sposano il jazz associato al flamenco, alla musica irlandese e Balcanica attraverso composizioni per la prima volta per il pianoforte, non proprio lo strumento “classico” di questi generi.E ’ In Irlanda che Antonio Breschi trova molte collaborazioni che caratterizzeranno poi alcuni suoi dischi importanti come Ode to Ireland (1982), Irish meditation (1986), My irish Portrait (1994) e Irish Airs (2000).Vi risiederà per molti anni e ancora oggi le sue attività concertistiche sono principalmente legate a questi luoghi.
Ma ricordiamo qui gli inizi con il grandissimo Ronnie Drew dei Dubliners, dal vivo in Irlanda: Raglan road
https://youtu.be/PZKLy5FRCJA
Raro documento della cineteca Rai del 1983: Antoni O'Breskey, Steve Cooney & Hopi Hopkins Improvisation
https://youtu.be/nkL0n3vtnj0
Nel 1988 con il gruppo Al Kamar, di cui fa parte anche il direttore dell ’ Orchestra di Tangeri, Jamal Ouassini, con Antonio Carmona de Los Abichuelas, del celebre gruppo flamenco Ketama, celebra il viaggio dei gitani dall’India alla Spagna, l’unione dei popoli attraverso la musica e le comuni radici culturali. “ Al chiarore di AL KAMAR (“ la luna ”, in arabo) – spiega Antonio – si riuniscono e festeggiano popoli e culture del Mediterraneo e del mondo Celtico- Iberico: Gitani, Arabi, Baschi, Irlandesi ed Ebrei Sefarditi ”.
In questo video “ vintage ” c’è tutta la spontaneità e la poesia di questo progetto: Nomadic Piano Project - Al Kamar in Paris
https://youtu.be/VrYh175AV3M
Breschi sara' l’unico pianista a comporre musica originale flamenca con il pianoforte, ben prima di Riverdance. Qui una recente versione dal vivo:
Viaje Gitano - Irish Meets India and Flamenco -2012
https://youtu.be/1r162fB-hqI
Definito dalla stampa estera il Keith Jarrett del Mediterraneo, il Pioniere della World Music, Breschi ama invece definirsi un mezulari che, in lingua Euskera, vuol dire messaggero di popoli e culture. Infatti rilevante è stato il suo incontro con il poeta basco Jose' Angel Irigaray con cui si sono intrecciate importanti collaborazioni musicali dove ha infuso il fascino di questo misterioso paese dal passato di popolo oppresso come è successo all’Irlanda. “ Il pianoforte di Breschi trasmette emozioni irripetibili, meravigliose composizioni che spaziano nell’universo della contaminazione. ...giù attraverso le radici / legato con amore alla Madre Terra / su verso il cielo cercando luce / spargendo vita ai quattro venti...' scrive lo stesso Jose Angel Irigaray. Usciranno del 1985 Mezulari, Donostia nel 1999 e nel 2005 Zeharbidetan:
Antoni 'O Breskey - Ronnie Drew - Benito Lertxundi
From Dublin to Bilbaohttps://youtu.be/YBPwwOh4PggMunagorriren Proklama - Antoni O'Breskey & Ronnie Drew
https://youtu.be/Q5ORoIvBx34
Decisamente molto importanti nelle sue produzioni musicali saranno anche altre collaborazioni musicali e di vita vissuta con musicisti che con lui hanno condiviso progetti originali e ricchi di ispirazione: dal già citato Ronnie Drew (voce dei Dubliners) in From Dublin to Bilbao, al principe del Burkina Faso Gabin Dabire ' in New Orleans Jig, agli Inti- illimani a fine anni 70, a molti musicisti italiani in particolare Biancastella Croce (strumenti andini) in Orekan-Ethnic simphony, Ennio Marfoli (oboe) in Boletus edulis e Davide Viterbo (violoncello) nei molti dischi piu ' recenti:
Ma l ’ elenco delle sue collaborazioni e ' davvero lunghissimo in questi oltre 40 anni di carriera, propongo questi tre brani rappresentativi:
Con Gabin Dabire ': Nostalgia jig .
https://youtu.be/FIFL2xfnfNcReady to Sail (2011), Dancing Waves (2014), The whale’s lament (2016), Samara (2020).
Con Davide Viterbo:The Whale's lament in Watervillehttps://youtu.be/gT8nYkPah38https://youtu.be/J92QODJtrY8
Nel suo fare musica Antonio Breschi ha sempre cercato di ribellarsi all’egemonia e alla superiorita ' della musica colta preferendo l’estro, il talento e l’autenticita ' dei musicisti gitani o irlandesi per cui la musica e ' pura creativita ' e parte indissolubile della propria vita. Nel 2002 esce un disco in cui Antonio Breschi trasfigura Bach, Mozart e Beethoven in brani di musica irlandese, improvvisazione jazz, atmosfere minimaliste, ironiche, eleganti e romantiche. Un modo nuovo di incantare e stupire avvicinandosi alla musica classica.
When Bach was an Irishman - live Fiuggi Web Televisionhttps://youtu.be/Yaw8FUmQjUk
Con Enio Marfoli prestigioso oboista italiano:
Con Jose ' Seves (Inti illimani), Biancastella Croce: Y Arriba Quemando El Sol - live 2010
Da: " Boletus Edulis: Suite For Piano And Oboe ".Basque Pastoralehttps://youtu.be/GsdY3zESKlY
La seguente è l’immagine poetica secondo me più rappresentativa del suo stile musicale e che meglio incarna il suo modo di comporre con il pianoforte:
" Improvvisamente il piano inizia a cantare come un' arpa, a piangere come un antico canto gaelico, a ridere come una cornamusa, a correre come un tamburo africano, a ballare come una chitarra flamenca, a parlare come un fiddle, a gioire come un banjo, a dondolare come lo swing di una tromba jazz.”
Queste le versioni dal vivo delle sue composizioni originali in perfetto stile irish, appartenenti a Ode to Ireland del 1982:
Jig in the castle Zurich 2012From Ireland to India with flamenco duende
https://youtu.be/CaZsd4fTHFE
Woman of the sea - Mantova 2015 https://www.youtube.com/watch?v=1Ynx7eh1DdI Dancing leaves Feile Traidphicnic 3 July 2020
https://youtu.be/BIOaVeA4K2k
In queste sue ulteriori parole scopro le radici della ricerca di un significato non convenzionale della sua musica:
“ Il valore è il fine primario della musica non è solo quello estetico. La parola estetica è ormai quasi uggiosa da quanta ridondanza e retorica ha accumulato negli anni. Nasce originalmente non dal concetto di bellezza esteriore delle forme ma proviene dalla parola estasi. Questa parola esprime un significato quasi opposto e racchiude un concetto ben diverso da quello attribuito alla “ estetica ”. L’estasi è lo stupore ingenuo del fanciullo davanti alle meraviglie dell’universo, il contrario esatto delle certezze e delle presunzioni di tanti intellettuali critici e virtuosi. Così il senso della musica non è quello “ estetico ” codificabile e incasellabile ma quello “ estatico ” che rimanda al mistero dell’esistenza e ci collega con la natura magica ed imprevedibile. Ecco per noi cosa manca spesso nel mondo musicale odierno sia esso quello della “ interpretazione ” classica, della ” improvvisazione jazzistica ” o delle esecuzioni semplificate della musica rock e pop. Manca spesso l’imprevedibilità, a magia e anche il senso dell’umorismo ! Questi sono tre fattori che possono produrre l ’ estasi e se si unisce l ’ estasi alla comunicazione e alla socializzazione allora abbiamo capito i valori primari della musica.”
Lascio a tre sue originali composizioni tra le più suggestive del suo repertorio il compito di concludere:Buenos Aires - Antoni O' Breskey live 2007
https://youtu.be/P3FUX7jKH1kSamara Live at Hellfire Studio 2021
https://youtu.be/3x2jFltFJEsChinese blueshttps://youtu.be/GJXGW06A8XU
Alla fine di questo Nomadic Piano Journey spero di essere riuscito a farvi sentire parte del viaggio musicale che Antonio Breschi continua a proporre attraverso le esperienze e gli straordinari incontri di popoli e culture, per varcare quel ponte che collega mondi e sonorità lontane tra loro ma che abbiamo diviso con inutili barriere e con falsi pregiudizi. Sito web:
https://youtu.be/pGn74rsuB8E
Antonio Breschi, classe 1950, fiorentino di nascita ma irlandese di adozione, non a caso ha scelto come nome d’arte quello di Antoni O’Breskey, una sagace traduzione del suo nome in irlandese e segno di una precisa appartenenza affettiva. Eclettico compositore, pianista, trombettista, cantante e scrittore.
Diplomato al conservatorio Luigi Cherubini di Firenze in pianoforte e tromba, le sue strade però vanno subito verso direzioni decisamente Jazzistiche, infatti già a sedici anni fonda l'Associazione Firenze Jazz. Scopo di questo articolo è' di condurre il lettore - ascoltatore attraverso le suggestioni musicali della sua carriera, ma mi piacerebbe soprattutto raccontarne lo spessore umano e artistico. Oltre 5 lustri fa ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente, rimanendo affascinato immediatamente dalla sua musica e anche chiedendomi come mai da noi un musicista così geniale e innovativo fosse pressochè sconosciuto al grande pubblico.
La risposta, ovviamente, soffia nel vento... soprattutto nell’ingrato music business, ma mi e ' sempre sembrata un’ingiustizia nei confronti di chi amasse davvero la buona musica, perche ' nei suoi dischi non c’e' solo talento e bravura ma anche la possibilita ' di emozionarsi, di essere coinvolti da melodie struggenti, il sentirsi trasportati in mondi sconosciuti e pieni di fascinazione.
Spiegazioni ne ho poi comunque trovate approfondendo il suo modo di porsi nei confronti della vita da musicista: Breschi irriducibile ribelle nei confronti delle regole dell’industria discografica da cui non accetta condizionamenti e perennemente attratto dai linguaggi musicali di mezzo mondo e per questo incapace di fermarsi troppo nello stesso luogo per curarsi di marketing e distribuzione. Nonostante tutto questo e ' nato il Nomadic Piano Project, per trascendere confini geografici e culturali, per ricercare una fusione di generi che poi verra ' chiamata world music o musica etnica. Una produzione di oltre 40 dischi “ consultabili ” anche a questo link: https://nomadicpiano.bandcamp.com/
Ma iniziamo questo ascolto guidato attraverso del materiale video anche live che ne favorisce l’approfondimento conoscitivo nel modo più variegato possibile e spero esaustivo.
Dopo l ’ iniziale esperienza musicale con i fiorentini Whisky Trail negli anni ’70, Breschi si trasferisce in Alabama e cosi ' scrive: “quello che a New Orleans chiamavano tradition, come scrivo nel mio libro – I geni di Alabama, ma risultato di anni di ricerche che mi hanno convinto di un fatto e cioè , che il jazz e ' nato dall’incontro degli schiavi irlandesi – deportati addirittura prima dei neri da Cromwell – e di quelli africani. Il jazz e ' quasi più irlandese che africano, soprattutto nella danza. E in Irlanda quella musica si chiama ancora tradition.”
In questa affermazione c ’ è l’essenza di quella che è la sua lunga produzione musicale e che lo porta a dimostrare con la sua musica le sue teorie, che sposano il jazz associato al flamenco, alla musica irlandese e Balcanica attraverso composizioni per la prima volta per il pianoforte, non proprio lo strumento “classico” di questi generi.
E ’ In Irlanda che Antonio Breschi trova molte collaborazioni che caratterizzeranno poi alcuni suoi dischi importanti come Ode to Ireland (1982), Irish meditation (1986), My irish Portrait (1994) e Irish Airs (2000).Vi risiederà per molti anni e ancora oggi le sue attività concertistiche sono principalmente legate a questi luoghi.
Ma ricordiamo qui gli inizi con il grandissimo Ronnie Drew dei Dubliners, dal vivo in Irlanda: Raglan road
https://youtu.be/PZKLy5FRCJA
Raro documento della cineteca Rai del 1983: Antoni O'Breskey, Steve Cooney & Hopi Hopkins Improvisation
https://youtu.be/nkL0n3vtnj0
Nel 1988 con il gruppo Al Kamar, di cui fa parte anche il direttore dell ’ Orchestra di Tangeri, Jamal Ouassini, con Antonio Carmona de Los Abichuelas, del celebre gruppo flamenco Ketama, celebra il viaggio dei gitani dall’India alla Spagna, l’unione dei popoli attraverso la musica e le comuni radici culturali. “ Al chiarore di AL KAMAR (“ la luna ”, in arabo) – spiega Antonio – si riuniscono e festeggiano popoli e culture del Mediterraneo e del mondo Celtico- Iberico: Gitani, Arabi, Baschi, Irlandesi ed Ebrei Sefarditi ”.
In questo video “ vintage ” c’è tutta la spontaneità e la poesia di questo progetto: Nomadic Piano Project - Al Kamar in Paris
https://youtu.be/VrYh175AV3M
Breschi sara' l’unico pianista a comporre musica originale flamenca con il pianoforte, ben prima di Riverdance. Qui una recente versione dal vivo:
Viaje Gitano - Irish Meets India and Flamenco -2012
https://youtu.be/1r162fB-hqI
Definito dalla stampa estera il Keith Jarrett del Mediterraneo, il Pioniere della World Music, Breschi ama invece definirsi un mezulari che, in lingua Euskera, vuol dire messaggero di popoli e culture. Infatti rilevante è stato il suo incontro con il poeta basco Jose' Angel Irigaray con cui si sono intrecciate importanti collaborazioni musicali dove ha infuso il fascino di questo misterioso paese dal passato di popolo oppresso come è successo all’Irlanda. “ Il pianoforte di Breschi trasmette emozioni irripetibili, meravigliose composizioni che spaziano nell’universo della contaminazione. ...giù attraverso le radici / legato con amore alla Madre Terra / su verso il cielo cercando luce / spargendo vita ai quattro venti...' scrive lo stesso Jose Angel Irigaray. Usciranno del 1985 Mezulari, Donostia nel 1999 e nel 2005 Zeharbidetan:
Antoni 'O Breskey - Ronnie Drew - Benito Lertxundi
From Dublin to Bilbao
https://youtu.be/YBPwwOh4Pgg
Munagorriren Proklama - Antoni O'Breskey & Ronnie Drew
https://youtu.be/Q5ORoIvBx34
Decisamente molto importanti nelle sue produzioni musicali saranno anche altre collaborazioni musicali e di vita vissuta con musicisti che con lui hanno condiviso progetti originali e ricchi di ispirazione: dal già citato Ronnie Drew (voce dei Dubliners) in From Dublin to Bilbao, al principe del Burkina Faso Gabin Dabire ' in New Orleans Jig, agli Inti- illimani a fine anni 70, a molti musicisti italiani in particolare Biancastella Croce (strumenti andini) in Orekan-Ethnic simphony, Ennio Marfoli (oboe) in Boletus edulis e Davide Viterbo (violoncello) nei molti dischi piu ' recenti:
Ma l ’ elenco delle sue collaborazioni e ' davvero lunghissimo in questi oltre 40 anni di carriera, propongo questi tre brani rappresentativi:
Con Gabin Dabire ': Nostalgia jig .
https://youtu.be/FIFL2xfnfNc
Ready to Sail (2011), Dancing Waves (2014), The whale’s lament (2016), Samara (2020).
Con Davide Viterbo:
The Whale's lament in Waterville
https://youtu.be/gT8nYkPah38
https://youtu.be/J92QODJtrY8
Nel suo fare musica Antonio Breschi ha sempre cercato di ribellarsi all’egemonia e alla superiorita ' della musica colta preferendo l’estro, il talento e l’autenticita ' dei musicisti gitani o irlandesi per cui la musica e ' pura creativita ' e parte indissolubile della propria vita. Nel 2002 esce un disco in cui Antonio Breschi trasfigura Bach, Mozart e Beethoven in brani di musica irlandese, improvvisazione jazz, atmosfere minimaliste, ironiche, eleganti e romantiche. Un modo nuovo di incantare e stupire avvicinandosi alla musica classica.
When Bach was an Irishman - live Fiuggi Web Television
https://youtu.be/Yaw8FUmQjUk
Con Enio Marfoli prestigioso oboista italiano:
Con Jose ' Seves (Inti illimani), Biancastella Croce: Y Arriba Quemando El Sol - live 2010
Da: " Boletus Edulis: Suite For Piano And Oboe ".
Basque Pastorale
https://youtu.be/GsdY3zESKlY
La seguente è l’immagine poetica secondo me più rappresentativa del suo stile musicale e che meglio incarna il suo modo di comporre con il pianoforte:
" Improvvisamente il piano inizia a cantare come un' arpa, a piangere come un antico canto gaelico, a ridere come una cornamusa, a correre come un tamburo africano, a ballare come una chitarra flamenca, a parlare come un fiddle, a gioire come un banjo, a dondolare come lo swing di una tromba jazz.”
Queste le versioni dal vivo delle sue composizioni originali in perfetto stile irish, appartenenti a Ode to Ireland del 1982:
Jig in the castle Zurich 2012
From Ireland to India with flamenco duende
https://youtu.be/CaZsd4fTHFE
Woman of the sea - Mantova 2015 https://www.youtube.com/watch?v=1Ynx7eh1DdI
Dancing leaves Feile Traidphicnic 3 July 2020
https://youtu.be/BIOaVeA4K2k
In queste sue ulteriori parole scopro le radici della ricerca di un significato non convenzionale della sua musica:
“ Il valore è il fine primario della musica non è solo quello estetico. La parola estetica è ormai quasi uggiosa da quanta ridondanza e retorica ha accumulato negli anni. Nasce originalmente non dal concetto di bellezza esteriore delle forme ma proviene dalla parola estasi. Questa parola esprime un significato quasi opposto e racchiude un concetto ben diverso da quello attribuito alla “ estetica ”. L’estasi è lo stupore ingenuo del fanciullo davanti alle meraviglie dell’universo, il contrario esatto delle certezze e delle presunzioni di tanti intellettuali critici e virtuosi. Così il senso della musica non è quello “ estetico ” codificabile e incasellabile ma quello “ estatico ” che rimanda al mistero dell’esistenza e ci collega con la natura magica ed imprevedibile. Ecco per noi cosa manca spesso nel mondo musicale odierno sia esso quello della “ interpretazione ” classica, della ” improvvisazione jazzistica ” o delle esecuzioni semplificate della musica rock e pop. Manca spesso l’imprevedibilità, a magia e anche il senso dell’umorismo ! Questi sono tre fattori che possono produrre l ’ estasi e se si unisce l ’ estasi alla comunicazione e alla socializzazione allora abbiamo capito i valori primari della musica.”
Lascio a tre sue originali composizioni tra le più suggestive del suo repertorio il compito di concludere:
Buenos Aires - Antoni O' Breskey live 2007
https://youtu.be/P3FUX7jKH1k
Samara Live at Hellfire Studio 2021
https://youtu.be/3x2jFltFJEs
Chinese blues
https://youtu.be/GJXGW06A8XU
Alla fine di questo Nomadic Piano Journey spero di essere riuscito a farvi sentire parte del viaggio musicale che Antonio Breschi continua a proporre attraverso le esperienze e gli straordinari incontri di popoli e culture, per varcare quel ponte che collega mondi e sonorità lontane tra loro ma che abbiamo diviso con inutili barriere e con falsi pregiudizi. Sito web:
https://youtu.be/pGn74rsuB8E
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