28 giugno 2022

Open House Torino - 2022 JoGa Glass a cura di Marco Salvario

Open House Torino - 2022  JoGa Glass

Via Mazzini 50 – Torino

Come sempre mi ero lasciato distrarre da altri impegni, e la quinta edizione di Open House Torino, tenutasi dall’11 al 12 giugno 2022, mi sarebbe sfuggita se il sabato non avessi notato lunghe code di persone in attesa davanti a luoghi solitamente poco frequentati. In Italia il progetto Open House coinvolge Torino, Roma, Milano e Napoli, che si è aggiunta l’anno scorso, e deve il suo successo alla disponibilità a mettersi in gioco e a farsi conoscere, da parte di chi gestisce location e palazzi privati di particolare interesse, e all’opera gratuita di un piccolo esercito di volontari di tutte le età.

Nel mondo sono una quarantina le città del mondo coinvolte; ne ricordo alcune: Atene, Barcellona, Buenos Aires, Chicago, Dublino, Helsinki, Londra, Lisbona, Madrid, Osaka, New York, Praga, Vienna ecc.



Registrandomi tra gli ultimi al sito della manifestazione già in corso, non ho potuto che prendere atto con tristezza, che gli eventi per i quali si richiedeva la prenotazione avevano già esaurito tutte le possibilità di visita e, non avendo il coraggio di affrontare ore di coda nel caldo di questi giorni, mi è rimasta la soluzione di cercare tra le locazioni aperte la domenica mattina. Ho approfittato del fatto di vivere in una città abbandonata alla baldoria di una minoranza rumorosa e arrogante, che impedisce a interi quartieri di dormire nelle notti del venerdì e del sabato, e quindi che nei giorni successivi siamo sempre in pochi a essere in piedi prima delle nove del mattino.

Ricordo tempi lontani, quando una famiglia che abita al secondo piano nel mio condominio, svegliava tutti alzandosi alle sei del mattino di domenica, per andare con gli scarponi ai piedi a passare una giornata in montagna; adesso la generazione seguente della stessa famiglia sveglia tutti alle cinque del mattino, quando rientra ubriaca e trionfante dalla movida, gridando e sbattendo le porte.

Tornando a Open House, la mia scelta è caduta sulla visita al laboratorio del vetro soffiato, aperto in via Mazzini nel 2015 da Josean Garcia Diaz, un artigiano basco che ha continuato i suoi studi in Scozia e successivamente si è trasferito a Murano, dove ha perfezionato la sua ricerca, cercando di carpire i segreti gelosamente custoditi da secoli che sono patrimonio dei grandi vetrai dell’isola sulla laguna, un numero ristretto di creatori dall’abilita unica, che purtroppo si riducono ogni pochi anni e che tra non molto potrebbero sparire.

Ho parlato di un artigiano, forse dovrei definirlo meglio un artista, perché è davvero complesso giudicare in che momento un prodotto artigianale diventa opera d'arte.



Non voglio e non so raccontare i particolari tecnici di quella che potrebbe essere considerata una forma di filosofia, di religione pagana, di unione fisica e spirituale tra Josean Garcia e il vetro incandescente, che prende forma e vita tramite il suo soffio. Il personaggio è unico, in un contrasto tra la voglia empatica di comunicare usando le sue opere e le sue parole, e una delicata timidezza che gli fa abbassare lo sguardo dal gruppo di persone che gli sta davanti in ascolto. Le sue realizzazioni garantiscono per lui, molto meno fragili di quanto si potrebbe credere pensando al materiale vetro: gioielli, bicchieri, bottiglie, sfere; ogni lavoro è inevitabilmente unico per tecnica e creatività. Gli occhi gli brillano, quando racconta della gioia che ha provato incontrando per strada una ragazza che indossava orecchini di sua creazione.

Purtroppo il confronto con la realtà di ogni giorno è sempre crudele e Josean Garcia si lamenta del costo esorbitante del gas con cui alimenta le sue due fornaci: la prima serve per portare il vetro alla temperatura necessaria per poterlo lavorare e soffiare, la seconda permette agli oggetti creati di raffreddarsi lentamente, senza i guasti che si verificherebbero se fossero esposti subito alla temperatura ambientale.

Altro rimpianto è quello che, per realizzare opere più complesse, avrebbe bisogno dell’aiuto di un assistente; purtroppo i ricavi dell’attività non son sufficienti per pagarne il lavoro.

Sono uscito dalla visita affascinato dalle meraviglie tra magia e stregoneria che nascono da un materiale come il vetro, trasparente ma impreziosito da colori che sembrano vivi, nobile e solo apparentemente semplice, lontano dalla volgarità della plastica e parente di diamanti e smeraldi.

Per chi vuole saperne di più e, perché no, fare un regalo a se stesso o a un amico, il sito di JoGa Glass è:

www.jogaglass.com

Potete cercarlo anche su Facebook o Instagram.



(c) Marco Salvario


Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono moderati e controllati quotidianamente.
Tutte le opinioni sono benvenute. E' gradita la pacatezza.

Miriam Ballerini a Fagnano Olona (VA)