25 maggio 2022

“Life in Nature – Corsi e Ricorsi” a cura di Marco Salvario

 Life in Nature – Corsi e Ricorsi” a cura di Marco Salvario

Villa Boriglione – Parco Culturale Le Serre

Via Tiziano Lanza, 31 – Grugliasco (Torino)

7 – 15 maggio 2022



A Grugliasco, operoso comune della città metropolitana di Torino, in un parco dove si possono ammirare esotici alberi centenari, sorge Villa Boriglione, costruita nel XVIII secolo e dal passato interessante; fu sede dal 1913 della casa cinematografica “Photodrama” e successivamente di una scuola per giardinieri. Attualmente ospita l'Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare e, nei sotterranei, un rifugio antiaereo e il Museo della Grugliaschesità che, dopo le chiusure legate all'emergenza Covid, i volontari della Cojtà Grugliascheisa sperano di potere riaprire al pubblico nel prossimo autunno.

Il 7 maggio 2022, l'Associazione Orizzonti Contemporanei insieme con Alhena Editore ha inaugurato la rassegna “Life in Nature – Corsi e Ricorsi” con ventuno pittori in competizione e, fuori concorso, alcune opere di Renata De Santo, scrittrice e artista, che tramite l'utilizzo libero di materiali e tecniche, riesce a realizzare poetiche e raffinate creazioni.



Tutte le opere in concorso erano di buona qualità e meriterebbero un loro commento; il tempo, la pigrizia e la mancanza di ispirazione che mi accompagna nel caldo di questi giorni, mi costringe a limitarmi a una segnalazione veloce e parziale.



Dolce sguardo”, Ivana Casalino.

Davvero è un dolce sguardo quello che ci viene offerto da occhi infantili, grandi e intensi, occhi che nella loro amabilità sanno indagare e quasi sfidare la vita e il futuro. Le labbra sono serrate, senza sorriso, mentre i capelli sono coperti, negati, da un drappo viola. Uno sguardo dal basso verso l'alto che può palesare un'espressione di rimprovero per un'infanzia limitata e senza gioia, per una femminilità sottomessa e umiliata.

Ombre e luci”, Eleonora Tranfo.

Il confine tra interno e esterno, tra chiuso e aperto, tra dentro e fuori, enfatizzato dai giochi di luce, reso tangibile dalla barriera di una ringhiera coperta di vasi e piante, è simbolo del nostro essere da un lato ripiegati e nascosti in noi stessi, dall'altro chiamati a vivere tra gli altri, uomini tra gli uomini.

Nonostante il tema sia molto sfruttato, la pittrice sa darne un'interpretazione intensa, dove il confronto di luci e ombre porta a ricordare i giorni tristi del lockdown.

Dignità”, Luigi D'Amato.

La figura femminile è avvolta in una veste bianca e azzurra, un vaso rotondo in equilibrio sulla testa e un figlio sulle spalle, trasportati con nobile eleganza. La scena vive in un gioco di linee larghe e dai colori tenui, colte in un movimento essenziale, che si perde e quasi fugge annullandosi, nella perdita di riferimenti e dettagli. Poche volte ho potuto apprezzare altrettanto efficacemente come il semplificare e scomporre le figure, ne abbia mantenuto e impreziosito la bellezza. Quasi in un gioco di abilità, l'artista si è fermato nel momento in cui nulla più si poteva cancellare, senza fare crollare il miracoloso equilibrio raggiunto.



Geisha – Espressività e anima di un volto”, Tiziana Nocito.

La sensazione che ho provato davanti a quest'opera è quella di un oriente classico, rivisitato però con la sensibilità culturale dell'occidente. Probabilmente nessun pittore giapponese avrebbe mai rappresentato così una geisha, né come tecnica pittorica né come profondità di dettaglio, ma questo non costituisce assolutamente un limite a una figura che sa palesare freschezza e naturalezza, e riesce a fare convivere tradizione e modernità.

Vortice”, Silvia Perrone.

L'abbandono inebriato del corpo allo spazio, all'infinito, al trascendente. Una donna giovane che ritrova la propria identità e completezza, espande i propri sensi innalzandosi nuda, gli occhi chiusi serenamente, oltre il limiti e le costrizioni che le vengono quotidianamente imposti, superiore a ogni ipocrita giudizio, a ogni cultura maschilista, ai tentativi di ingabbiarla e sottometterla a regole ingiuste e mortificanti.

Nel suo sollevarsi verso l'alto non c'è trionfo o rivalsa, solo il respiro potente della libertà ritrovata.

Unicità”, Simonetta Secci

Si legge una tensione profonda, carnale, nel volto di donna che coglie e respira il profumo di un fiore. Un piacere assolto ed esclusivo, davvero la scoperta di una “unicità” preziosa, che va assorbita e vissuta nella sua totalità. Il viso si china verso la corolla, le narici sembrano dilatarsi, le labbra potrebbero posare sui petali un delicato bacio. Quel semplice bianco fiore è il premio cercato e trovato, quel tesoro per il quale vale il sacrificio di vendere ogni proprio bene. Forse quel piacere durerà solo un attimo, dopo sarà perduto per sempre, ma per un'emozione irripetibile si può sacrificare tutto.


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