31 maggio 2022

IL FISCO CHIAMA, IL CONTRIBUENTE RISPONDE di Antonio Laurenzano

                     


IL FISCO CHIAMA, IL CONTRIBUENTE RISPONDE

di Antonio Laurenzano*

Per oltre trenta milioni di contribuenti si è aperta la stagione dei redditi 2022. Sul sito web dell’Agenzia delle Entrate, con alcuni giorni di ritardo rispetto agli anni precedenti, è disponibile la dichiarazione precompilata che, nelle parole del Direttore Ruffini, “rappresenta un cambio di paradigma nel rapporto tra i cittadini e il Fisco”. In questa prima fase, entrando nella propria area riservata sul sito dell’Agenzia tramite Spid, Carta d’identità elettronica o Carta nazionale dei servizi, sarà possibile controllare nel dettaglio i dati precaricati dal Fisco sulla propria dichiarazione, dalle spese mediche alle voci della certificazione unica, dai premi assicurativi alle spese per l’istruzione, dai contributi previdenziali e assistenziali agli interessi su mutui, e molti altri. Sono in costante aumento i dati che troveremo: nei modelli 2022 l’Agenzia ha già inserito oltre 1,2 miliardi di informazioni. E cresce anche il numero di cittadini che, negli anni, ha gestito in autonomia la propria dichiarazione: lo scorso anno il dato ha raggiunto quota 4,2 milioni, il triplo rispetto al 2015 (1,4 milioni), il primo anno del “progetto precompilata” avviato in via sperimentale.

Bilancio certamente positivo se rapportato al numero delle dichiarazioni mod. 730 inviate dai contribuenti senza modifiche che sono passate dal 5,8% del primo anno al 22,3% del 2021. In pratica, come rileva Fisco Oggi, la rivista online dell’Agenzia delle Entrate, quasi 1 contribuente su 4 ha inviato la dichiarazione così come predisposta dal Fisco. Le dichiarazioni 2022 (mod.730, Redditi PF) fanno il pieno di dati, la maggior parte dei quali è riferita alle spese sanitarie (alcune con il vincolo della “tracciabilità”) che balzano a oltre 1 miliardo (+40% rispetto alla stagione 2021). Incremento significativo (+ 36% sullo scorso anno) per i dati relativi a “bonifici per ristrutturazioni edilizie”, con oltre 10 milioni di dati (che finiranno sotto la lente d’ingrandimento del Fisco).

Se la “precompilata” viene accettata senza modifiche non ci saranno controlli sui documenti relativi alle spese inserite. Se, invece, il contribuente apporta modifiche l’Agenzia potrà eseguire il controllo unicamente sui dati variati e non anche (come accadeva in passato) su tutti gli altri dati non modificati. Qualora dalla dichiarazione emerga un credito o un debito, il relativo rimborso o trattenuta sarà operato dal datore di lavoro o dall’ente pensionistico nella busta paga o nella rata di pensione a partire, rispettivamente, da luglio e agosto/settembre. Per chi accelera le operazioni di invio della dichiarazione, in presenza di imposta a rimborso, la busta paga di luglio sarà maggiorata con il bonus da 200 euro, l’una tantum introdotta dal Decreto Legge “Aiuti” 50/2022 per i soggetti con reddito annuo non superiore a 35mila euro lordi. La stagione dichiarativa 2022 si chiuderà il 30 settembre per chi presenta il mod.730 e il 30 novembre per chi invece utilizza il Mod. Redditi PF (contribuenti soggetti a ISA, titolari di redditi di partecipazione, soggetti IVA).

Tutto ok? Non proprio. Sul tappeto il problema di sempre: la complessità del nostro ordinamento tributario con un labirinto di regole non sempre di facile interpretazione. Un quadro fortemente critico che, alla vigilia delle nuove scadenze fiscali, impone una riflessione per una seria riforma fiscale, non più differibile. Ancora inascoltato l’appello di Ezio Vanoni, storico Ministro delle Finanze degli Anni Cinquanta, per “un ordinamento tributario conoscibile nelle forme e comprensibile nei contenuti”. Da anni si opera con una frantumazione della legislazione tributaria e un proliferare della normativa che è causa non solo di uno scadimento qualitativo della legislazione ma anche della potenziale ignoranza della legge, con grave pregiudizio della certezza del diritto e del conseguente contenzioso tributario. Il contrasto all’evasione fiscale, che in Italia ha raggiunto livelli patologici con ricadute sull’economia del Paese, va condotto con una normativa semplice e con misure efficaci per la emersione di base imponibile e gettito tributario, senza tartassare il contribuente con inutili balzelli e adempimenti.

Ciò di cui il Paese ha bisogno, soprattutto in un periodo di lenta ripresa economica, è un Fisco che oltre a ridurre la pressione tributaria sostenga la crescita per aggredire l’ingombrante debito pubblico, attivando una intelligente “compliance fiscale”. Ma i segnali che arrivano proprio in questi giorni con il controverso accordo raggiunto dalle forze di maggioranza sulla delega fiscale, fra minacce di crisi e di imboscate parlamentari, lasciano pochi margini alla speranza per un Fisco migliore. Netto il giudizio di Ferruccio de Bortoli sulle pagine del Corriere: “Una lunare discussione, un dibattito surreale, il trionfo dell’ipocrisia.” I soliti compromessi elettorali. “Così è, se vi pare”, Pirandello docet!

*Tributarista 

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono moderati e controllati quotidianamente.
Tutte le opinioni sono benvenute. E' gradita la pacatezza.

ADDIO AL PATTO DI STABILITA’ STUPIDO di Antonio Laurenzano

ADDIO AL PATTO DI STABILITA’ STUPIDO di Antonio Laurenzano Addio al “Patto di stu...