18 marzo 2022

Uscita la raccolta poetica di Giacomo Mazza a cura di Vincenzo Capodiferro

 


Uscita la raccolta poetica di Giacomo Mazza (1830-1901) poeta comasco Uno spaccato interessante di letteratura del Romanticismo e del Risorgimento italiano

È uscita alle stampe la raccolta di scritti poetici e in prosa del poeta comasco Giacomo Mazza (1830-1901), per l’editore monzese Limina Mentis, col titolo “Dove ogni cosa sen va io men vado”, curata da Alessandro Ronchetti. Giacomo Mazza nasce a Como nel 1830. Trascorre l'infanzia nella città lacustre, indi con la famiglia si trasferisce a Milano. Il padre Giovanni insegna alla Scuola Normale. Giacomo studia qui in un primo momento e poi si trasferisce al Collegio Ghislieri di Pavia. Si dedica agli studi giuridici, sebbene poi nella vita non seguirà mai questo indirizzo. Comincia fin dalla giovinezza, invece, a corrispondere alla vocazione letteraria, che inseguirà per tutta la sua esistenza terrena. Dopo un periodo di vagabondaggio torna alla sua amata Como dove vivrà per qualche tempo, in Borgo Sant'Agostino. Nel 1860 si trasferisce a Guanzate, in una tenuta nei pressi della splendida località Montevecchia, ove c’è un bellissimo santuario dedicato alla Beata Vergine del Carmelo. Proprio in questo posto, lontano dal mondo, come Cartesio nella sua Olanda, vicino alla stufa, matura la sua produzione letteraria: è un sacrario ricchissimo della letteratura italiana del Risorgimento e del Romanticismo, che nulla ha da inviare ai grandi. L’archivio Mazza è stato custodito dalla famiglia Ronchetti ed il giovane Alessandro, che ha studiato al Liceo Classico Cairoli di Varese, si è interessato alla sua valorizzazione. È un patrimonio notevole della cultura italiana, su cui ancora tanto c’è da lavorare. Mazza traduce Béranger. Si dichiara favorevole agli ideali rivoluzionari, esalta Garibaldi e condanna Napoleone III. È in dialogo coi grandi del suo tempo, tra cui Victor Hugo: esiste una corrispondenza epistolare del nostro con questo genio francese della letteratura. Trai suoi componimenti ricordiamo “La pila voltiana”, dedicata a questo grande scienziato, Alessandro Volta, suo concittadino, per cui nutre grande ammirazione. Gli ultimi tempi della sua vita vive ospitato all'asilo infantile di Guanzate, di cui era stato un grande benefattore, ove muore il 6 maggio del 1901. È un testo affascinante che merita di essere attenzionato, perché riporta un patrimonio inedito, l’opera di un umile intellettuale, che per socratica modestia mai volle che si pubblicassero i suoi scritti.


Vincenzo Capodiferro

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