21 marzo 2022

RICORDO DI GIULIANA RAMPONI (1940-1954) a cura di Vincenzo Capodiferro


 
RICORDO DI GIULIANA RAMPONI (1940-1954)

Una scrittrice in erba morta a 14 anni

Di Giuliana Ramponi (1940-1954), di Lecco, abbiamo un bel ricordo: una raccolta di racconti, fatta redigere dal padre, insegnante, all’indomani della sua morte prematura, dal titolo “Giuliana”, edito da Stefanoni.

In quella sua piccola apparizione, dalle scuole medie fino al Magistrale, presso le suore di Maria Ausiliatrice di Lecco, seguite da nobili maestre, come Suor Angela Vigo, docente di lettere, Giuliana dà il massimo di sé in tutto.

Riportiamo solo a mo’ di esempio questa sua grandissima riflessione: «Dio può essere paragonato ad una retta, perché non ha né principio, né fine; l’anima è una semiretta, perché ha avuto un principio, ma non avrà mai fine; l’uomo è un segmento perché ha avuto un principio ed avrà fine; fine, s’intende, in quanto il corpo si dissolve con la separazione dall’anima …».

La giovane Giuliana, consunta dalla malattia, muore giovanissima. Troviamo nei suoi racconti il ricordo degli amici, della scuola, dei maestri. La vediamo immersa nella natura madre.

Leggiamo gli ultimi momenti della sua esistenza terrena, così raccontati dal padre:


Il 5 ottobre una pallida prigioniera viene liberata dal carcere e vive ore d’intensissima gioia: Giuliana, circondata dalle cure più affettuose di medici e infermieri, ma posta di fronte al dolore della separazione dai suoi cari e al terrore di non poter più riprendere la scuola, viene dimessa dall’ospedale, dove languiva come un uccellino in gabbia dorata.

Di lì a pochi giorni la piccola torna alla sua scuola ed è alunna di 1° magistrale. Per quanto tempo? È appena trascorso l’ottobre e già le manca la forza per aggrapparsi al treno. Allora dice angosciosamente al babbo, che angosciosamente l’ascolta:

  • Vuol dire che se non potrò frequentare regolarmente farò qualche esame a settembre … ma tu, papà, intanto, non privarmi della felicità di andare a scuola … portami con il tuo motorino!

E papà, trattenendo a viva forza il suo pianto, porta alla scuola Giuliana, che sfida l’inclemenza della stagione, fino al 15 novembre. La mattina del 16 la piccola dice:

  • Andrei anche quest’oggi a scuola, ma ho una tosse piuttosto insistente e non vorrei disturbare le mie compagne …

Il giorno seguente stando in casa, riceve devotamente la santa Comunione, dopo di che, il babbo, cedendo alle affettuose preghiere di amici e colleghi, la porta ancora una volta a Milano per sottoporla ad una nuova visita. All’indomani Giuliana si deve fermare per riprendersi un poco; abbastanza, cioè, per allargare le sue ali e spiccare il volo verso la Gioia.

Trascorsa la notte assolutamente tranquilla, dopo essersi levata e messa accuratamente in ordine, la bambina accusa un po’ di affanno. Il babbo intuisce. Siamo alla fine. Corre dal sacerdote. Questi le amministra l’olio santo, che l’inferma piamente riceve. Poi l’estremo saluto. Papà e mamma le dicono:

  • Vedi, cara Giuliana, il Signore ti chiama in Paradiso … pregherai per il tuo babbo e per la tua mammina?

E Giuliana, accostandosi a baciare coloro che le hanno dato la vita, serenamente risponde:

  • Sì, papà, sì, mamma, pregherò per voi quando sarò in Paradiso.

Mezz’ora più tardi chiudeva per sempre i suoi dolcissimi occhi e confondeva il suo volo col volo degli angeli. Erano le 8 del 19 novembre 1954.

Allorché la candida bara dove giace la beata creatura sta per essere chiusa, il padre mette sul cuore della sua Giuliana la lettera d’addio …

Poi naturalmente con somma commozione e venerazione si cerca tra le sue cose. Insieme a poche decine di lire è custodita nel borsellino un’immaginetta in carta pergamena, dove spiccano un giglio e la preghiera:


Ti offro, o Maria, la mia giovinezza,

a cui tu sorridi con compiacenza.

Rendila luminosa aurora di vita santa,

profumata di purezza.


Vi è pure una corona del rosario, destinata, secondo una confidenza, ricevuta da Anna Maria, al babbo, per il suo prossimo compleanno. Tra le cose di scuola sono questi due gruppi di leggiadri uccellini …:

  • Vedi, papà i primi lavori ad acquerello della tua pasticciona?però suor Claudina è molto brava e spero di poter fare qualcosa di meglio verso la fine dell’anno scolastico …


Quando mancano circa dieci giorni alla fine:


  • Ricordi, mamma, quel frammento di poesia che mi recitavi quando ero bambina.


Quel rio che ratto all’ocean cammina,

quel rio vuol dirmi che del par veloce,

nel mar d’eternità mette la foce

mia vita peregrina.


Non so come mamma, quel frammento mi viene ora come un ritornello e lo vado ripetendo mille volte al giorno.


Molto bella questa immagine della vita di un uomo paragonata ad un fiume che metta la foce nel mare dell’eternità, quel mare che fece esclamare il Leopardi: naufragar m’è dolce in questo mare.

Abbiamo voluto riportare queste ultime note sulla vita di Giuliana. Come si dice è la morte a dar senso all’intera esistenza di un uomo. Giuliana ha vissuto intensamente quel cristiano essere-per-la-morte, nella piena consapevolezza dell’eternità che aspetta la vita oltre il velo di Maya esistenziale.

A quel tempo il sacerdote accompagnando il feretro di questa giovane scrittrice aveva detto:

- Portate in spalla un angelo!


La famiglia di Giuliana era numerosa. Abbiamo voluto riportare questo intenso ricordo di una vita vissuta in un lampo, dalla furia della guerra ai mitici anni Cinquanta, anni del famoso boom che ci ha portato ai nostri tempi in espansione come da un fatidico big bang. Oggi riviviamo il dramma della guerra e dei morbi come il covid. Che questo notevole esempio ci possa essere di conforto e nell’ammirazione di guida. Giuliana è passata al mondo come una meteora infuocata, lasciandoci le tracce di un’immensa dedizione ed amore, di una cultura “fresca, aulentissima”, proprio come quella novella rosa che rigenerò la nostra poesia in altri tempi.


Vincenzo Capodiferro

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