“IL VOLO” DAVIDE CHIONNA a cura di Maria Marchese
“IL VOLO” DAVIDE CHIONNA
a cura di Maria Marchese
L’opera “IL VOLO” nasce come atto celebrativo, rivolto alle Frecce Tricolore e alla Nazione Italiana. Nasce concepita in acciaio, ma l'autore va ben oltre.
In essa, Davide Chionna infonde altresì la liberazione di un pensiero triadico: l'essenza si rivela, addivenendo da nucleo assoluto a rivelazione trina.
“ … Spiegami come hai fatto a far volare il falco? Forse sei un mago?’ Tra felicità, timore e imbarazzo, l’omino spiegò: ‘Non è stato difficile, Altezza, ho semplicemente tagliato il ramo su cui era poggiato il falco. Una volta che l’animale si è reso conto di avere le ali, ha cominciato a volare’.”
L’artista e l’uomo sono indi protagonisti e artefici di quel taglio e, medesimamente, del dispiegamento alare di un immaginifica creatura reale.
Essa è pregna dell’integrità necessaria per compiere il volo esistenziale…
L’artista Pugliese coglie la naturalezza del velo cartaceo, annichilendone la precaria fragilità con polvere e acqua: questo sodalizio ne suggella la fermezza, mentre le capaci mani dell’autore ne plasmano il plastico e aulico dinamismo intrinseco.
La perfezione, indovata nei calibrati equilibri del cerchio, sposa la liberazione e il movimento dell’alata essenza, nello spazio cosmico.
Tre sono gli impalpabili “credo”, che scivolano e si confessano, cautamente, laddove il nulla è portavoce dell'arche primo e onnicomprensivo.
Tra le loro trame, è custodita la gemmazione di altrettanti nuclei: promanati dall’energia originaria, evolvono in simbiosi con la linfa, che vivifica l'atto scultoreo.
“Assoluzione” e ritorno, molecola unica o universale: tutto si gioca nel sublime crescendo e calando di pieni e silenzi, orchestrato, magistralmente, dall’autore di Francavilla Fontana, tra “non limiti” di un suolo spaziale, scandito da millesimati istanti.
Quel candido sangue scorre, carsico, nel microcosmo materico della pienezza artistica, nutrendola di levità e intimità.
L’autore, che è altresì docente e architetto, ammanta la sua creatura di un assolo cromatico, simbolico di un periodo conoscitivo, contraddistinto dal cambiamento e dall’intelligenza intuitiva.
La fenice appare come composizione, ove si concretano le nozze di sottili intuizioni, che ravvivano la verità di una raggiunta compostezza.
Commenti
Posta un commento
I commenti sono moderati e controllati quotidianamente.
Tutte le opinioni sono benvenute. E' gradita la pacatezza.