26 gennaio 2022

“MATERIA PRIMA” ANDREA TRISCIUZZI a cura di Maria Marchesi


 MATERIA PRIMA” ANDREA TRISCIUZZI a cura di Maria Marchesi

“Il vero materialista, più scende nella materia, più esalta la spiritualità.”

(Georges Braque)

Nel 2013, per Andrea Trisciuzzi la materia smette di costituire un mezzo, per diventare un caposaldo esistenziale: perdendo l'uso della vista, affidarsi alla concretezza diventa, infatti, una necessità.

Nel momento in cui molte certezze si frangono, inoltre, interviene un’ennesima frammentazione: venendo meno importanti riferimenti, che lo avevano guidato in passato, la sua personalità, motivatamente destabilizzata, si frantuma.

Così, l’autore romano affronta il buio abisso dalla paura e dell’incertezza…

Gli occhi, che lo avevano guidato in gran parte delle scelte, e personali e artistiche, non contribuiscono più ad equilibrare i suoi passi; dopo il comprensibile smarrimento, però, l’artista affina, in maniera spontanea, i rimanenti sensi e, in particolar modo, il tatto.

Le palme ricercano, si feriscono… le dita centellinano, percepiscono la temperatura, la tarmatura… Andrea Trisciuzzi scende addentro la verità della materia, millesimandone l’essenza.

Quella cruda pratica, invero, accende in lui una realtà inattesa: il gesto esalta un intuitivo e inedito immaginario fantastico.

Lo scultore romano inizia a trasformarsi in un nuovo uomo, per cui il suolo consueto ha cambiato volto.

Egli rivisita ogni lineamento di quella precedente vita, ormai, adombrata, lumeggiandone fattezze inusuali.

In quell’anno, realizza “MATERIA PRIMA” : in un cilestrino e mutevole letto, appare o, al contrario, fa ritorno, Andrea Trisciuzzi, iniziando a riappropriarsi del proprio rinato io. L’ “azzurrità” è lo spazio assoluto e cangiante, in cui egli si libera quale vivo e prezioso fermento; come nottivaga lava marina, egli ribolle, nella pienezza di difformi, sottili e intensi interstizi dorati. Un viluppo di molteplici tessere lo rappresenta, mentre si rigenera come unicità umana oppure come unicità universale.



L’artista impone, nella composizione, la forza intrinseca di un diadico e ossimorico dinamismo, sicché l’osservatore viene fascinato nell’assurdo, sospeso tra apparizione e dissolvenza.

È esattamente in quell’infinitesimale e immenso punto di quella fonte battesimale creativa che Andrea Trisciuzzi prende contezza di sé, per esperirsi con una privilegiata veste.

L’opera sarà presente nel contesto della collettiva “FRAMMENTI DELL’IO” V, a cura di Valeriano Venneri e Maria Marchese, che verrà inaugurata il 27 Gennaio, presso QUO IMMOBILIARIA, nella città di Alicante, in Spagna.

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