31 gennaio 2022

Contro a cura di Miriam Ballerini

 


CONTRO

È da qualche giorno che sto riflettendo su quanto leggo sui soliti social. Niente di nuovo, sappiamo bene quanto la rete sia divenuta una cloaca del pensiero. Mi sono imbattuta nel profilo di una conoscente, una persona che conosco da almeno quarant'anni, perciò ritengo di saperne abbastanza sul suo carattere: è sempre stata piuttosto intransigente quando qualcosa riguarda gli altri, più morbida quando le faccende hanno a che fare con se stessa. Non particolarmente istruita, né interessata a nulla in genere. Attaccata ai beni materiali e lavoratrice. Questo è il quadro che posso farne. Così come posso asserire che non ha mai imbastito litigi in piazza, aggredendo chicchessia, anzi, credo proprio che rifugga dal confronto. Eppure, dietro lo schermo, ecco che si mostra come una persona molto diversa da quello che è in realtà.                                                                                                                             Noto che mette le solite frasi preconfezionate, come molti fanno, tese a dare contro, a dirigere il proprio rancore contro una categoria. Riporta teorie dei tanti pseudo scienziati laureatesi su facebook, nonostante si sia vaccinata, per dare contro al vaccino. Poi, altre frasi: prima contro i delinquenti in generale, quindi contro le forze dell'ordine. E qui comincio a chiedermi: ma da che parte sta?                                                                                                                        Approfondendo si nota l'assoluta mancanza di rispetto verso chiunque rivesta una qualche carica: polizia, chiesa, medici … Quindi mi viene da pensare: ma a cosa crede?                    Vedete, è proprio questo il punto: molta gente ha questa visione qualunquista, dove, a prescindere, ritengono che il loro compito sia dare contro all'autorità con le solite frasi populiste che molti politici, furbescamente, utilizzano, assecondando le aspettative della gente in modo demagogico; cioè cercando di ottenerne il favore con promesse che già sanno essere irrealizzabili.                                                                                                                                            Figlia degli anni 70, sono stata cresciuta nel rispetto dell'altro. Di chi lavora con le mani, chi con la testa, chi con la sua arte. Il rispetto dell'individuo con tutte le sue capacità e i suoi inciampi. Ho imparato poi, seguendo una mia visione della vita, a non giudicare, a cercare sempre di capire. A lottare per difendere ciò in cui credo. Mentre, per molti, esiste un quieto vivere che riguarda solo se stessi: a posto io a posto tutti. Non aiutano, non intervengono; qualora vedono, sono i famosi che sanno mostrare solo le loro terga.                                                In questo momento storico, da alcuni anni a questa parte, ci troviamo a dover leggere le frasi dei tuttologi, dove si ritiene che non sia importante studiare, perché chiunque sa tutto di tutto. E li vorrei proprio vedere, qualora dovessero essere sottoposti a un intervento chirurgico, dove andrebbero a chiedere...                                                                                                                        Dopo il covid, poi, c'è stato un coacervo di menzogne, di violenze, di tutti contro tutti e tutto.    Se dovessero domandarmi quale parola rappresenti il momento che stiamo vivendo, senza dubbio direi: contro.                                                                                                                                Non si tollera chi fa un lavoro che lo porti alla soglia della notorietà. Non si sopportano le forze dell'ordine. Gli scienziati: gli infermieri, i dottori, i giornalisti, gli scrittori, i politici... Non possiamo dire che abbiamo dei politici preparati e coerenti, certo che no; ma il solito modo di fare di tutta un'erba un fascio è assolutamente deludente per il nostro pensiero. Se molti sono soltanto dei furbi che hanno trovato il modo di guadagnare facendo poco o nulla, molti altri s'impegnano con serietà e responsabilità. Che ci piaccia o no, per vivere in una società civile, servono anche loro.                                                                                                                                Sono in un momento della mia vita dove, quotidianamente, resto delusa da ciò che vedo e leggo. Soprattutto quando mi accorgo che, gli indifferenti, circondano il mio quotidiano. Gonfi di tante frasi fatte e, sotto, il niente.                                                                                                        Ho tentato, poche volte, di suggerire l'informazione. Di provare a colmare le lacune, di saperne di più, perché le cose non stanno così. La risposta è sempre stata la stessa: non ne vogliono sapere. Si crogiolano nel fango della loro ignoranza e pretendono di perseguire la strada dello scontro a senso unico. Perché, ripeto, raramente vengono allo scoperto di fronte a chi può controbattere. Meglio la posizione comoda e invisibile dietro lo schermo.                                    Ma, cari signori, c'è un piccolo fatto che sconvolge i vostri piani: vi vediamo lo stesso.


© Miriam Ballerini

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