16 novembre 2021

Flashback Edizione 2021 “the free zone / la zona franca” a cura di Marco Salvario

 Flashback

Edizione 2021 “the free zone / la zona franca”

4 - 7 novembre 2021

Ex Caserma Dogali, via Asti 22, Torino

a cura di Marco Salvario


L'elegante e austera caserma Dogali, edificata sul lato destro del fiume Po nel 1888, ha ospitato nel corso dei decenni reggimenti di fanteria, del genio, di bersaglieri ciclisti e, tristemente, nel 1943 della Guardia Nazionale Repubblicana, che la utilizzò per torturare e mandare a morte partigiani e oppositori al regime. Nel dopoguerra divenne sede della Scuola di Applicazione dell’Esercito, poi cadde in uno stato di progressivo abbandono. Ha ospitato nel 2009 i profughi provenienti dalle aree di conflitto dell'Africa e dal 2015 è saltuariamente sede di manifestazioni come Paratissima.

Flashback l’ha scelta per la sua nona edizione, dopo che il Pala Alpitour, sede delle edizioni precedenti, è stato assegnato a un importante evento tennistico.



Flashback si presenta come contenitore di importanti gallerie d’arte operanti in tutto il mondo; una fiera raffinata e preziosa, il cui scopo è presentare capolavori d’arte e fare mercato, offendo tesori unici ad amatori e investitori.

Ogni espositore ha un proprio spazio esclusivo e, attraversando le aree della mostra, il visitatore si trova a viaggiare avanti e indietro nei secoli, affrontando un caos elegante e denso, incontrando opere diverse degli stessi artisti in contesti differenti. Ogni collezione ha il proprio stile, i propri punti di forza, e ogni espositore il proprio gusto e temperamento: chi è professionale, chi estroso, chi emotivo, chi anticonformista, chi decisamente aggressivo e scortese. Per la prima volta in vita mia, mentre scattavo qualche foto, mi sono sentito rimproverare e accusare ad alta voce di “rubare” il lavoro esposto, come se fotografare un'opera le togliesse valore. Quando ho pagato il biglietto all’ingresso, mi ero informato e da nessuna parte c’erano cartelli di divieto.

Capisco che il mondo dell’arte è un mondo difficile, duro e speculativo, che ha sofferto la crisi pandemica non meno di molte altre realtà, dove ci si può arricchire e dove è facile fallire, però l'abitudine sempre più italiana di accusare sta spendendo il proprio tempo e le proprie risorse per dare visibilità e supporto a manifestazioni e iniziative di ogni genere, è un'iniziativa autolesionista.

Se non commenterò la futura edizione di Flashback, la colpa è di un ingiustificabile gallerista che ha screditato con il suo modo di comportarsi, il lavoro suo e di tutti i suoi colleghi.



Tra le tante opere esposte, posando lo sguardo nel passato meno prossimo, ho ammirato con particolare piacere le incisioni di Rembrandt, “Il disegnatore davanti a un busto” (1641) e di Dürer “Cinque lanzichenecchi e un orientale a cavallo” (1495), il bassorilievo di Giacomo del Maino “Natività con adorazione degli Angeli” (circa 1480) e l'olio su rame di Govaerts e van Avont, “Sacra Famiglia con Angeli” (circa 1630), ma questi capolavori sono solo un piccola scelta personale tra le opere presentate.

Ancora più ricca e di eccezionale valore l'offerta di opere del secolo scorso, tanto che mi dispiace non potere andare oltre ad un elenco veloce e incompleto.




Tra le opere di Giorgio de Chirico non posso non segnalare i famosi: “Ettore e Andromaca”, olio su tela; e due “Piazza d'Italia”, oli su tela degli anni 50.

Carlo Carrà: “Ritratto di bambino”, disegno con matita su carta;



Mario Sironi è uno degli artisti rappresentato con più opere. Ne segnalo due: “Ritratto”, disegno con matita su carta; “Pastore”, olio su tela.

Carlo Levi: “Qui nascono”, olio su tela. L'autore riesce a coniugare il valore artistico con quello sociale, denunciando il degrado e la sofferenza pur nella dura fierezza delle popolazioni della Basilicata; lo stesso tema è affrontato nel suo capolavoro letterario “Cristo si è fermato ad Eboli”.



Felice Casorati: “L'incontro con la musica”, bassorilievo in gesso. Un incontro importante quello con la musica per un artista che è stato scenografo di altissimo livello come i già citati de Chirico e Sironi.

Umberto Mastroianni: “Composizione n. 1”, scultura in bronzo.

Fillia (Luigi Colombo): “Valori plastici di oggetti”, olio su tela.

Fortunato Depero: “Tuberie newyorkesi”, matita su carta.



Alberto Savino: “Dea in riva al mare”, penna e pastelli su carta.

Achille Funi: “Studio di statue”, pastelli su cartone.

Medardo Rosso: “Bambino Ebreo”; “Ecce Puer”, cera. Coinvolge intimamente la pienezza esplosiva delle teste di bambino che palpitano di vita. Come non apprezzare la loro pesante solidità, in un mondo dove sempre più ci si precipita a seguire la stoltezza di tante teste piene solo d'aria?


Mi dispiace non dedicare spazio a decine di altre opere e autori come Giacomo Balla, Mario Broglio, Francesco Olivucci, Roberto Melli, Emilio Greco, Edmondo Poletti, Alberto Martini, Ettore Ferrari di cui mi ha entusiasmato la terracotta “Cum Spartaco pugnavit”, Emilio Scanavino, Ettore Tito, Stefano Di Stasio con il suo convincente “Il canto della sirena” realizzato proprio in quest'anno, Lucio Fontana nei cui lucidi ottoni mi sono riflesso, Umberto Boccioni, la fotografa Barbara Prost e tanti altri.


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