16 ottobre 2021

Charles Bukowski – Pensieri e aforismi – a cura di Marcello Sgarbi

 


Charles Bukowski
– Pensieri e aforismi – (Dalai Editore)


Pagine: 28

Formato: Brossura

ASIN: B00FG5QHBU


Un esempio emblematico di personaggio borderline, nel panorama della letteratura contemporanea, è quello offerto da Charles Bukowski. Che oltretutto rappresenta anche uno di quei casi altri insegnano, vedi per esempio James Ellroy – in cui i libri ti salvano la vita. Il nostro Charlie avrebbe potuto continuare a lavorare come postino giusto per sbarcare il lunario, o schiantarsi il fegato con sbronze terrificanti. Invece, a un certo punto della sua strada, ha incontrato la scrittura.                                                                                                                 E la sua esistenza sopra le righe, caratterizzata dagli eccessi e culminata tragicamente a causa di una leucemia fulminante, apre squarci di illuminante lucidità. Scrittore e poeta, attraverso Henry “Hank” Chinaski – il suo principale alter ego – e altri misantropi, alcolizzati, vagabondi ed erotomani sparsi nei suoi romanzi e nei suoi racconti - che altro non sono se non ritratti diversi di se stesso – Bukowski scaglia lampi di “ordinaria follia” che non possono esimerci dal riflettere. Eccone alcuni, tratti da “Pensieri e aforismi” – edito da Stampa Alternativa nella collana “Millelire” - e contenuti in altrettanti volumi.

L’amore è una forma di pregiudizio. Si ama quello di cui si ha bisogno, quello che ci fa comodo. Come fai a dire che ami una persona, quando al mondo ci sono migliaia di persone che potresti amare di più, se solo le incontrassi? Il fatto è che non le incontri.

(da “Musica per organi caldi”)

Lo scommettitore è un misto di estrema presunzione, pazzia e avidità.

(da “Storie di ordinaria follia”)

Ospedali e galere e puttane: sono queste le università della vita. Io ho preso parecchie lauree. Chiamatemi dottore.

(da “A sud di nessun nord”)

È impossibile scrivere in pace se quello che si scrive vale qualcosa.

(da “L’ubriacone”)

Scrivere è il 90% per me. L’altro 10% è aspettare di scrivere.

(da “Quello che mi importa è grattarmi sotto le ascelle”)

Quel bar non lo aveva mai visto così pieno. Sulla via per l’inferno c’è sempre un sacco di gente, ma è comunque una via che si percorre in solitudine.

(da “Niente canzoni d’amore”)

© Marcello Sgarbi


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