28 ottobre 2021

APERTA PARENTESI Romanzo “neoromantico” di Chiara Merlotti a cura di Vincenzo Capodiferro

 


APERTA PARENTESI

Romanzo “neoromantico” di Chiara Merlotti


Aperta parentesi” è un romanzo di Chiara Merlotti, pubblicato da Dialoghi, Viterbo, luglio 2021. L’autrice, Chiara Merlotti è nata a Varese, città nella quale vive tutt’ora ed insegna Lettere nelle scuole superiori. La protagonista, Federica, insegna filosofia ai licei. Gli eventi significativi della sua vita - il primo amore, la morte del padre, l’incontro con Edoardo, la relazione con uno schizofrenico, Alessandro - si intrecciano con quelli della storia: la prima elezione di Obama, la bancarotta di Lehman Brothers, la pandemia del Covid-19. L’ontogenesi si ricollega alla filogenesi: ogni vita è legata al filo della Vita, ogni storia alla Storia di tutta l’umanità. Seguiremmo qui un principio caro ad Ippocrate: symnoia panton (tutte le cose cospirano insieme). Ogni piccolo evento che accade nell’universo ha ripercussioni in tutto l’universo. O il principio leibniziano caro ai positivisti: ogni attimo è carico di passato e gravido di avvenire. Quae fuerint, quae sint, quae mox ventura trahantur, ripeteremmo col nostro padre vate Virgilio. E la nostra Chiara è innamorata del tema del tempo, cita Bergson, la metafora del gomitolo. Quella metafora “piacque tanto a Federica”: “perché le fece venire in mente i gatti. Aveva sempre desiderato un gatto e in quel momento decise che come regalo di maturità, insieme al viaggio a Londra, avrebbe chiesto ai suoi genitori un gattino. Anzi una gattina. Cominciò a pensare a come chiamarla, e in pochi minuti la pagina del quaderno di filosofia si riempì di una lunga lista di nomi che Federica via via scartava…”. E poi esce fuori “il gatto di Ungaretti”; “Patouf”. Non è un caso: Non ho voglia/ di tuffarmi/ in un gomitolo/ di strade… Il gomitolo di Bergson somiglia molto al gomitolo di Ungaretti: la vita è un dispiegarsi di strade intricate, di heideggeriani “Sentieri interrotti”. Ogni titolo di capitolo del romanzo rimanda ad un tema letterario: è un esperimento bellissimo. Non mancano esperimenti di scrittura creativa, come “BASTAAAA…” in “Al limitar di Dite”. Il tema del tempo si intreccia spesso col fato, quella “heimarmene” degli Stoici: Fata volenetem ducunt, nolentem trahunt. L’emblema di questa ineluttabilità dell’esistenza umana nella sua esistenzialistica, heideggeriana, gettatezza, la troviamo ad esempio nel capitolo “22.02.2022”: “Le date palindrome capitano trecentossessantasei volte in diecimila anni. Sono, per intenderci, quelle che si possono leggere anche al contrario… Ora, per esempio, sono quasi le diciotto del 22 febbraio e Federica vorrebbe fermarlo, il tempo, perché non ce la farà mai ad arrivare a lezione puntuale…”. È un rimasuglio della nostra mirandolesca, umanistica, mnemotecnica. Ecco si strombazza un richiamo forte all’orario, alla vita scandita e quindi candita, cioè trattata. Questo modellamento del tempo si contrappone al tempo libero. Chiara spesso riporta questi puntelli del tempo spesso: “ Il padre di Federica era nato il 28 aprile 1945, nel giorno in cui Benito Mussolini e Clara Petacci venivano fucilati…”; “Romano e Lucia erano diventati marito e moglie nella parrocchia di Luvinate alle undici di sabato 13 maggio 1978, quattro giorni dopo il ritrovamento a Roma del cadavere di Aldo Moro e l’assassinio a Palermo di Peppino Impastato…”. Alla fine poi, la ciliegina sulla torta sono quelle intense calorose missive che Federica invia ai suoi cari, al padre, al fidanzato… Il testo è corredato di una nota esplicativa dei titoli. Il romanzo racchiude come in uno scrigno chiare venature autobiografiche: il giovane che si auto-racconta e che intraprende un cammino di ricerca, come il Werter goethiano, o lo Ortis foscoliano, o l’Emilio rousseiano, o quella “infelice” coscienza hegeliana che s’inerpica nelle trame della “Fenomenologia”, memore dell’atavico monito: Conosci te stesso! E della socratica risposta: Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta! È un romanzo molto “romantico”, che racchiude una freschezza, come aulente rosa che si schiude.


Vincenzo Capodiferro

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