14 settembre 2021

L’ AUTUNNO CALDO DEL FISCO, IN ARRIVO LA RIFORMA di Antonio Laurenzano*

 


L’ AUTUNNO CALDO DEL FISCO, IN ARRIVO LA RIFORMA

di Antonio Laurenzano*

Giorni decisivi per la legge delega sul fisco. Diversamente dalla road map iniziale che ne prevedeva l’approvazione in Consiglio dei Ministri entro luglio per restare nei tempi del Recovery Plan, la riforma fiscale è stata rinviata a dopo la pausa estiva. A rallentare la corsa ha contribuito l’intricata matassa delle differenti posizioni nella maggioranza oltre alle difficoltà nella individuazione delle risorse richieste per alcuni interventi in cantiere.

La riforma fiscale, con quella della pubblica amministrazione, della giustizia e della concorrenza, è destinata ad accompagnare l’attuazione del PNRR, concorrendo a realizzare gli obiettivi di equità sociale e miglioramento della competitività del sistema produttivo. Una risposta alle debolezze strutturali del Paese. In particolare, con la riforma del fisco il Governo vuole semplificare la complessità delle norme che si sono sovrapposte negli anni in maniera frammentaria generando un sistema fiscale articolato e complesso che ha causato un freno per gli investimenti, anche dall’estero, oltre a un deleterio contenzioso tributario con i contribuenti. Si punta ora a ridefinire un sistema fiscale certo ed equo con “un’opera di raccolta della legislazione fiscale in un testo unico”, integrato e coordinato con le disposizioni normative speciali, da inserire in un Codice tributario per garantire la certezza del diritto. Dopo la Riforma Visentini degli Anni 70, è tempo di una riforma organica del sistema fiscale, una nuova cornice normativa al centro della quale si pone la revisione dell’Irpef con il duplice obiettivo di semplificare la struttura del prelievo e ridurre gradualmente il carico fiscale, preservando la progressività e l’equilibrio dei conti pubblici. Una revisione che, non potendo operare interventi in deficit, dovrà fare i conti con il groviglio delle tax expenditures, con una efficace spending review e soprattutto con la lotta all’evasione. La riduzione del tax gap rappresenta una priorità del Governo nella consapevolezza che l’ampiezza della riforma, e quindi il suo esito finale, dipenderà dalla disponibilità di risorse e dalla capacità di finanziare i nuovi interventi attraverso tagli, razionalizzazioni e il recupero di gettito evaso. Grazie alle nuove misure di accertamento e agli incroci delle banche dati, si prevede di recuperare circa 13 miliardi dall’evasione per l’anno 2024.

Obiettivo di fondo della riforma rimane la riduzione della pressione fiscale, un obiettivo da armonizzare con le regole di Bruxelles, in vista di un’auspicabile Unione fiscale europea, per evitare la concorrenza sleale fra gli Stati membri, un dumping fiscale che fa perdere all’Italia 8 miliardi di dollari all’anno. Paesi come l’Irlanda, l’Olanda e il Lussemburgo sono veri e propri paradisi fiscali nell’area Euro, che attuano pratiche fiscali aggressive a danno delle economie degli altri Stati membri e che grazie a queste distorsioni, nel facilitare le delocalizzazioni delle imprese, registrano elevatissimi tassi di crescita.

Numerose e variegate le proposte per il Fisco che verrà. Nel rispetto dei principi costituzionali di capacità contributiva e della progressività del sistema tributario, nonché dei principi di equità e trasparenza, le misure per i soggetti Irpef riguardano la riduzione del numero delle aliquote dalle attuali cinque a tre, una no tax area per i redditi fino 12mila euro, la tassazione del 20% per quelli sino a 30mila, del 30% fino a 70mila e del 42% per i redditi superiori. Meno tasse anche per le imprese: riduzione dell’aliquota Ires dal 24 al 20%, eliminazione dell’Irap, riduzione del prelievo sui dividendi, oggi tassati al 26%, per attirare i risparmi a lungo termine nelle imprese italiane, favorendone la ricapitalizzazione e quindi sviluppo e crescita economica.

Sarà un autunno decisivo per il futuro del Paese. Rilanciare l’economia, ridurre le differenze con l’Unione europea, rendere competitivo il nostro sistema produttivo. Lo ha ribadito in una recente intervista al Sole24Ore Antonio Patuelli, presidente dell’ABI: “L’’Italia in autunno dovrà intraprendere la riforma fiscale che si è impegnata a realizzare. L’Ue attende misure di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale, l’alleggerimento delle imposte sul lavoro e la neutralità dei saldi delle riforme fiscali sul bilancio dello Stato. Occorre favorire un clima di fiducia, incoraggiare gli investimenti di risorse nazionali e internazionali per una crescita dello sviluppo solida e prolungata.” Al Governo Draghi il difficile compito di conciliare progetti e realtà.

*Tributarista

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