27 settembre 2021

CONFINI Mostra personale di Alessandro Cardinale a cura di Marco Salvario

CONFINI

Mostra personale di Alessandro Cardinale

a cura di Marco Salvario


Chiono Reisova Art Gallery - CRAG - Via Giolitti 51, Torino

14 settembre - 23 ottobre 2021

Lo spazio espositivo della CRAG in via Giolitti non è molto grande, però è sufficiente a offrire un interessante assaggio dell’opera di Alessandro Cardinale, nato a Padova nel 1977 e formatosi all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Si tratta del terzo momento di una collaborazione interessante e coerente.

L’artista ha la capacità di mostrare al visitatore figure che non esistono, allineando su più livelli fili di acciaio sagomati, oppure listelli di legno o ritagli di cotone; le immagini appaiono solo da una particolare angolazione e su di esse influisce significativamente l’illuminazione. Pure nel contrasto netto di chiari e scuri, si riescono a percepire ombre e sfumature di grigi, in una magia dove il gusto artistico non è mai messo in secondo piano dall’eccezionale abilità tecnica e di ricerca.

Tra i molti riconoscimenti, ricordiamo che Alessandro Cardinale ha vinto nel 2012 la Biennale Internazionale d’Arte di Pechino.




Difficile cogliere con esattezza i lineamenti di ragazze orientali che questi raffinati giochi fanno sorgere. La mia macchina fotografica si dimostrava superiore ai miei occhi nell’individuare i volti, però quando ho rivisto gli scatti digitali sul mio computer, mi sono reso conto che aveva salvato solo una realtà oggettiva e spesso deludente.

La percezione che queste installazioni sanno evocare, è un processo complesso e sfuggente, legato non alla staticità ma piuttosto ai movimenti per quanto minimi dello sguardo dell’osservatore.



L’idea compositiva dell’artista è ispirata dal linguaggio Nu shu, utilizzato in passato dalle donne cinesi del popolo Yao, per eludere i controlli della rigida società maschilistica in cui dovevano vivere, comunicando brevi segreti tramite l’uso di listelli come quelli dei ventagli. Una disposizione casuale non faceva intuire nulla, ma adoperando la giusta e unica sequenza codificata, ecco comparire il messaggio scritto in un linguaggio di cui solo le donne conoscevano il segreto.

Il Nu shu è un linguaggio fonetico, i suoi caratteri sono morbidi e non squadrati come quelli cinesi, così gli uomini non hanno avuto fino in tempi recenti la certezza che si trattasse realmente di una scrittura. Rimando alla wikipedia e ad altre fonti il lettore curioso di maggiori informazioni storiche e tecniche. 

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