13 luglio 2021

Il decreto Zan


L'appello dei credenti che bussano al Senato per chiedere di APPROVARE il ddl Zan SENZA ulteriori modifiche

 Alla vigilia della discussione sul ddl Zan, che inizierà in Senato martedì 13 luglio, sono state consegnate alle Senatrici e ai Senatori italiani tutte le firme raccolte in questi giorni, tramite il passaparola, da un gruppo di cittadini, credenti LGBT+ e i loro genitori, gruppi e associazioni, credenti e non, e di operatori pastorali che conoscono da vicino la condizione delle persone LGBT+, per chiedere ai nostri rappresentanti di APPROVARE SENZA ULTERIORI MODIFICHE il ddl Zan.


Un appello firmato da 71 associazioni italiane, cristiane e non, tra cui troviamo i genitori di AGEDO, il CIPAX Centro Interconfessionale per la pace, il Consiglio Nazionale Federazione Femminile Evangelica Valdese e Metodista (FFEVM), la Rete delle donne luterane, la Parrocchia cattolica di Sant’Alberto di Trapani, l’Arcigay di Piacenza, la Federazione Donne Evangeliche in Italia (FDEI), le Comunità Cristiane di Base italiane (CDB), la FGEI - Federazione Giovanile Evangelica in Italia, il collettivo di ADISTA (settimanale di informazione su mondo cattolico e realtà religiose), NOI SIAMO CHIESA del Movimento Internazionale IMWAC, i gruppi e le associazioni di cristiani LGBT+ e dei loro genitori e tante altre realtà associative.


L’appello è stato sottoscritto anche da 1.078 persone, tra cui troviamo: i giornalisti Mauro Castagnaro e Luca Attanasio, don Andrea Bigalli di Firenze e don Massimo Biancalani di Pistoia, le pastore valdesi Letizia Tomassone e Daniela Di Carlo, il gesuita Paolo Gamberini sj, le pastore battiste Elizabeth Green e Anna Maffei,  le teologhe cattoliche Cristina Simonelli e Selene Zorzi con Gerard Lutte, ex docente all’Università Pontificia Salesiana e fondatore del movimento per il sostegno dei giovani di strada del Guatemala, insieme ad insegnanti, scout, catechisti, a famiglie cristiane e a genitori con i loro figli LGBT+ di tutt’Italia.


Realtà associative e persone diversissime che hanno firmato l’appello alle Senatrici ed ai Senatori "consapevoli della complessità del tema in oggetto e delle perplessità espresse anche in ambito ecclesiale", ma convinte "in coscienza di dover dare la nostra convinta adesione al disegno di legge così come è stato proposto dall’onorevole Alessandro Zan, primo firmatario", perché certi "che la mancata approvazione del ddl, per queste persone e per la società italiana, certamente comporterebbe un danno molto maggiore rispetto agli eventuali inconvenienti, su cui si potrà intervenire in seguito grazie ad un confronto schietto e fecondo".


Non deve stupire la presenza maggioritaria, tra i firmatari dell’appello, di credenti che conferma semplicemente i dati già emersi dal sondaggio ISPOS diffuso dalCorriere della Sera, sabato 10 luglio 2021, che a sorpresa e con buona pace del Vaticano, mostra che in Italia anche tra i cattolici praticanti prevalgono i favorevoli al ddl Zan, rispetto ai contrari.

 

Correva il 15 maggio 2002 quando venne presentato per la prima volta, dall'onorevole FrancoGrillini, un disegno di legge contro la discriminazione omotransfobica in Italia; da allora si sono succedute in parlamento varie proposte legislative ampiamente discusse e sempre accantonate; dal 2013 ad oggi, dopo 1.287 vittime della violenza dell’omotransfobia, di cui 185 solo quest’anno (dati del 13 luglio 2021, tratti da www.omofobia.org), "riteniamo che il ddl Zan”, affermano i firmatari, “sia al momento lo strumento più adeguato" per affrontare questo grave problema.


Perciò come la vedova importuna, protagonista di una parabola del Vangelo di Luca (Lc 18,6-8), continueremo a bussare incessantemente al nostro Parlamento finché non ci "farà giustizia".


Gionata news

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