26 luglio 2021

25 luglio 1943: la notte del fascismo a cura di Angelo Ivan Leone

 


25 luglio 1943: la notte del fascismo


La storia non è solo dato, fatto e documento, ma anche e, soprattutto, interpretazione dei caratteri e della psicologia dei popoli e dei protagonisti. Questa particolarità del sapere storico ci serve soprattutto per capire passaggi e snodi fondamentali come questo del 25 luglio. In particolare la figura di Mussolini che sapeva perfettamente dell'ordine del giorno di Grandi che gli era stato presentato giorni prima in visione privata, tuttavia non fece nulla per fermare l'opera che lo avrebbe defenestrato. Potrebbe darsi che Mussolini, stanco e sfiduciato nei confronti della guerra che sapeva persa, preferiva che l'opera di traditori nei confronti dell'alleato tedesco, ricadesse e fosse ascritta interamente ai gerarchi e al Re. Così da poter recitare il ruolo del capo solo e tradito. Forse una cosa sola non si aspettava: di essere arrestato nella stessa casa di quel Re, che si dimostrò oltre che traditore anche fellone con la vergognosa fuga dell'8 settembre, che tanto aveva contribuito a far rimanere sul trono. Chissà se allora tornò in mente al Duce il Mussolini giovane rivoluzionario socialista e anarchico che scrisse sul momento di Umberto I: monumento a Gaetano Bresci.

(c) Angelo Ivan Leone

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