01 giugno 2021

"SEPARATI DALLA RETE" ROBERTO VENTURINI a cura di Maria Marchese

 

"SEPARATI DALLA RETE" ROBERTO VENTURINI a cura di Maria Marchese

"In ogni caos c'è un cosmo, in ogni disordine un ordine segreto" 

(Carl Gustav Jung) 


Roberto Venturini nelle proprie opere celebra la voragine insita nel caos... 


L'autore "effettista" sposa se stesso alla genesi dell'opera: con la scelta del supporto materico ha inizio la celebrazione delle nozze, infatti. 

Venturini affida poi quest'ultimo alle fiamme, bruciandone la superficie; dopodiché lo "dona" alle condizioni esterne, per una settimana, perché vi infondano la propria energia. 

Trascorso questo lasso di tempo, l'artista si  ricongiunge ad esso, risvegliandovisi addentro, in un'inedita alba; inizia allora a disvelare la voragine intrinseca nell'opera. 

L'artefice assume tra le palme la significanza del "cháos" greco, derivato dal verbo khaíno 'aprirsi, spalancarsi' e, tra esse, ritrova un magma concettuale/esperienziale, promanato dalla forza di quel valico tellurico/esistenziale soprasensibile. 

La parte superna e quella terragna, come quella gassosa e rocciosa nella lava, in esso sono coese e confuse. 

L'artista effettista afferra i lembi di ciascuna sfera e li trasla, attraverso un disvelamento lento e certosino, entro una nuova sensatezza, che appare in maniera naturale. 

L'autore stesso agisce con ignara consapevolezza: la sua certezza nasce dalla fondatezza di ciò che è preesistente e che, semplicemente, va traslato e tradotto. 

Quindi l'autore pronunzia, centellinandolo con pennello, spatola, mani, oggetti vari... un melisma dissertativo, che si affaccia alla vita, attraversaversando un crescendo materico e tonale. 

"La natura non è solo tutto ciò che è visibile agli occhi… include anche le immagini interiori dell’anima" 

(Edvard Munch) 

Venturini imprime ogni accento di quest'ultimo via via: affiorano così illimiti spaziali e forme che, al termine dell'opera, autore e osservatore leggeranno. 

"Separati dalla rete" sboccia nel rispetto di spazi aurei: da lì, cielo e terra si uniscono nella sfera del realismo magico


Il valore cromatico carezzato dall'autore favola l'opera: un contemplativo blu la fa da padrone, mentre l'oro ne impreziosisce gli elementi, il verde li naturalizza o, al contrario, ne svela la separazione, il grigio li profuma di incertezza e cambiamento. 

La favola astrale di Roberto Venturini ha come protagonisti due esseri umani e alieni: è la rete e la tecnologia a separarli dal tutto. 


"La differenza tra la tecnologia e la schiavitù è che gli schiavi sono pienamente consapevoli del fatto di non essere liberi" 

(Nassim Nicholas Taleb)

Paradossalmente, seppur connessi, essi sono disconnessi dalla continuità in cui ognuno è vivida mater genera, per se stesso e per gli altri. 

Il verde, che li effigia, diviene per l'appunto sintomatico dell'artificiosità e della distanza, anziché della naturalezza. 

Essi esistono come presenza sensibile ma estranea, nel grigio respiro della città. 


Attorno fluisce lo scorrere universale, intanto. 

Ai loro piedi vortica un lago magmatico, che promana l’obrizo dell'origine del testo pittorico/materico: nascono i passi/passaggi, che fioriscono la realtà e la storie, in divenire. 

Così definisce Roberto Venturini questi dialoghi artistici, in cui lo spazio diventa contesto della narrazione e laiason per l'addivenire della vicenda; il luogo, quindi, prende a sua volta vita e definisce i nuclei umani che partecipano alla situazione. 











Dal prillare dorato si liberano figure che ricordano soggetti, a tratti, fantastici, come l'uomo, la principessa, l'elfo... che approdano poi ad un luco; esso, a sua volta, muta in cielo, ove si esperiscruna civiltà. 

L'azzurrità assume l'essenza della terrea veste. 

In questo viaggio s'incontra anche una barca, simbolo del viaggio esistenziale ma anche del problema dell'immigrazione clandestina. 

Un'ombra ammicca, inquietante: è la figura di Hitler. 

Il duce milita nella sfera superna; ci rammemora il ruolo drammaticamente importante che ha avuto nel corso della storia e altresì rappresenta un pensiero distruttivo, che serpeggia ancora oggi.

Questi sono alcuni dei riferimenti principali, in termini spaziali e umani, che ben ci aiutano a comprendere la necessarietà di questo istante artistico reale, magico e assoluto.

Roberto Venturini si conferma come autore peculiare, capace e impegnato concettualmente e socialmente. 

L'opera è stata esposta alla collettiva genovese ΓΕΦΥΡΑ:TRA PASSATO E PRESENTE  il cui art director è stato Valeriano Venneri e la cui parte curatoriale è stata seguita da Loredana Trestin e Maria Marchese.

Verrà esposta alla collettiva "VISIONI FANTASMAGORICHE" , che si terrà presso la Galleria "Il Rivellino" di Ferrara, dal 3 Giugno.

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