16 aprile 2021

LA CONFERENZA SUL FUTURO DELL’EUROPA FRA FIDUCIA E SPERANZA di Antonio Laurenzano

 


LA CONFERENZA SUL FUTURO DELL’EUROPA FRA FIDUCIA E SPERANZA

di Antonio Laurenzano

Quale futuro per l’Europa? In un mondo in radicale trasformazione, alle prese con la crisi provocata dalla pandemia, un’Unione Europea che invecchia e che ancora non riesce a parlare con una sola voce sullo scacchiere internazionale e fatica a trovare la propria identità istituzionale, il proprio posto nel nuovo ordine mondiale in via di costruzione. Un orizzonte politico incerto in uno scenario segnato dall’espansionismo economico della Cina che insidia la supremazia globale degli Stati Uniti, dalla presenza minacciosa di Russia e Turchia in zone calde del Nord Africa e in Medio Oriente, dagli ingovernabili flussi migratori legati a condizioni di libertà e di povertà, oltre che dai tanti focolai di guerra.

A distanza di quasi vent’anni dal tentativo di Valery Giscard d’Estaing di varare una “Costituzione europea” per la riforma dell’Unione, miseramente fallito con il doppio no referendario in Francia e in Olanda, a Bruxelles, il presidente dell’Europarlamento David Sassoli, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente di turno dell’Ue, il portoghese Antonio Costa, hanno firmato la dichiarazione congiunta che promuove la Conferenza sul futuro dell’Europa (CoFuE). E’ l’avvio formale a un processo di consultazione tra i cittadini europei per conoscere, attraverso conferenze plenarie e panels nazionali e locali nei prossimi dodici mesi, “come costruire un’Europa più resiliente”.

Un percorso comunitario non facile, tutto in salita, all’ombra di striscianti compromessi istituzionali, con tanti equilibri da salvaguardare, a cominciare dalla presidenza della Conferenza. L’idea dell’Europarlamento era di affidarla al liberale Guy Verhofstadt ma, per le sue propensioni troppo federaliste non gradite agli Stati nazionali, si è preferito puntare sui vertici comunitari. Il vero “punto dolens” resta da sempre la questione della sovranità nazionale. Illuminante a riguardo il discorso del premier Draghi al Senato in occasione del suo insediamento. “Non c’è sovranità nella solitudine, la sovranità non garantisce l’autosufficienza in quanto le norme non sostituiscono la realtà, soprattutto in un’epoca di interdipendenze. Si può essere (formalmente) sovrani ma (materialmente) dipendenti da altri.” Costruire cioè un’Europa federale con sovranità divisa tra gli Stati nazionali e le istituzioni sovranazionali. “Gli Stati nazionali, secondo la visione di Draghi, rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa.” In definitiva, non si tratta di opporre lo stato europeo allo stato nazionale, ma di comporre, all’interno di un unico quadro istituzionale e legale, sovranità diverse esercitate democraticamente ai diversi livelli di governo. Le conclusioni della Conferenza, previste per la primavera del 2022, tracceranno la strada dell’Europa del futuro, chiarendo dubbi e contrasti di pensiero.

Inedita nel suo genere, la Conferenza, che si aprirà ufficialmente il 9 maggio in occasione della Festa dell’Europa, “è un esercizio democratico panaeuropeo ambizioso, che crea un nuovo spazio pubblico per un dibattito aperto, inclusivo e trasparente su una serie di priorità e sfide importanti. Una serie di dibattiti e discussioni avviati su iniziativa degli stessi cittadini che consentiranno a chiunque in Europa di condividere le proprie idee e contribuire a plasmare il nostro futuro comune.” L’obiettivo di fondo è quello di portare l’Europa oltre le sue capitali, raggiungendo tutti gli angoli dell’Ue per rafforzare il legame tra i cittadini europei e le istituzioni al loro servizio attraverso una moltitudine di eventi organizzati in tutta l’Unione tramite una piattaforma digitale interattiva multilingue. Vasto il ventaglio dei possibili argomenti da trattare: salute, cambiamenti climatici, equità sociale, trasformazione digitale, il ruolo dell’Ue nel mondo, il rafforzamento dei processi democratici che governano l’Unione, i flussi migratori, la sicurezza, i diritti e lo Stato di diritto, la solidarietà intergenerazionale, l’economia al servizio dei cittadini. Si punta in alto: conferire ai cittadini un ruolo più incisivo nella definizione delle politiche e delle ambizioni dell’Ue, migliorando la resilienza dell’Unione alle crisi, sia economiche che sanitarie. Un progetto nel segno della fiducia e della speranza per tracciare un futuro comune, unendo le forze e superando diversità e distanze geopolitiche. Trovare un punto di sintesi finale e mirare alla riforma dei Trattati e delle politiche europee che restituisca all’Europa la sua storica leadership nel mondo, evitando ogni deleteria e pericolosa nazionalizzazione del dibattito sul suo futuro. Un confronto per costruire un domani migliore, credibile e sostenibile.

Cosa attendersi dalla Conferenza? Chiaro l’appello dell’Unione dei Federalisti Europei (UEF): “Vogliamo un’Unione politica forte e legittimata, dotata delle necessarie risorse finanziarie e in grado di affrontare le grandi sfide transnazionali del nostro tempo, un’Unione che sia comunità di destino e di valori, un’Europa democratica e sovrana.” Auguri, vecchia Europa!


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